Discendenti di Prometeo - Sapienza misterica

Sapienza Misterica
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Discendenti di Prometeo

Miti storia velata

Esiodo racconta che vi furono Quattro Generazioni d’uomini prima della nostra, la Quinta.

Quando Zeus volle distruggere la Quarta Generazione, seguendo il suggerimento di Prometeo, Deucalione suo figlio, costruì un’Arca e vi entrò con la moglie, Pirra la fulva, figlia di Pandora ed Epimeteo. Per nove giorni e nove notti l’arca galleggiò sulle acque del diluvio per poi approdare al decimo giorno sul monte Parnaso, che sovrasta Delfi, nota ai Greci come l’ombelico del mondo. Deucalione è Noè della Grecia.
Ovidio narra che così iniziò l’attuale era, l’Età del Ferro; il poeta[1] spiega che dopo il Diluvio, Zeus ordinò a Prometeo e ad Atena di far nascere una nuova razza d’uomini dal pantano lasciato dalle acque del Diluvio. Prometeo è spesso raffigurato mentre impasta l’argilla per formare gli uomini, quelli della Quinta Generazione. Prometeo incatenato a una roccia sui monti del Caucaso, per bocca di Eschilo, predice a IO, la fanciulla dalle corna di vacca, una “stirpe reale” nata ad Argo, ma non si riferisce ad Argo situata in Grecia, ma quella in Oriente dove si dirige IO. Argo, afferma Prometeo, è alle sorgenti del Sole a Est. Argo, in sanscrito è Arghya, una coppa, una barca, dove si offrono le libagioni. Arghya-nath è il “Signore delle Libagioni”; Arghya-Varsa è il “Paese delle Libagioni”, il nome misterioso della regione che si estende dai monti del Kailash fino quasi al deserto del Gobi. Argolide era il nome dato dai Greci alla luminosa Terra del Primo Uomo, che si trovava a Oriente. Tra gli Arya dell’Iran, i seguaci di Zoroastro, l’Aryana Varse-dya è la stessa località, che si dice sia collocata tra il lago Aral, il Baltista e il Piccolo Tibet e oltre.

[1] Ovidio, Metamorfosi, I, 81.
 
 
Eschilo fu accusato di profanazione dei Misteri Sabasi e fu condannato a morte[1], egli sfuggì alla morte rifugiandosi all’altare di Dioniso, e giurando (o spergiurando) in giudizio di non essere mai stato Iniziato e quindi di non aver mai tradito ciò che doveva rimanere segreto. Questa sarebbe la causa del suo secondo esilio a Gela, in Sicilia. Questo fatto di profanazione ai Misteri, ci viene riferito da due testimoni degni di fede, Cicerone[2] e Clemente Alessandrino[3].
 
Il motivo della condanna a morte è dovuto al fatto che nei Misteri Sabasi, si rappresentava l’intera evoluzione delle Razze ed erano svelati i segreti dei cicli e delle ere della Terra.
 
Eschilo, al pari di Platone e altri Iniziati, per mantenere segreti i cicli, divulgò confondendo ad arte i periodi in modo che eventi che avvennero prima come la nascita di Europa li posticipa alla fine, ma probabilmente lasciò trapelare troppe informazioni.
 
La mitologia[4] greca, 2.500 anni fa, per bocca di Eschilo, narra che, Prometeo fu incatenato per volere di Zeus a una roccia sui monti del Caucaso verso l’Afghanistan e condannato a rimanervi per 30.000 anni. Apollodoro[5] descrive Prometeo che impasta argilla con acqua e con questa modella il corpo del primo uomo cui fornisce la scintilla di vita portata dalla Dea Atena, l’Intelligenza, che nelle raffigurazioni di tardi sarcofagi romani[6], porta in dono una farfalla che in greco si pronuncia psiche, anima. Ovidio[7] narra che dopo Il Diluvio, Zeus ordinò a Prometeo e ad Atena di far nascere una nuova razza d’uomini da pantano lasciato dalle acque del Diluvio. Ercole nei miti migratori rappresenta un popolo che si sposta alla ricerca di una terra promessa. Ercole giunse in Tracia e in Scizia, dove fu venerato come Ercole Scita, l’Arciere. Prometeo, che rappresenta la Generazione che sopravvisse al Diluvio, secondo Luciano era anch’egli Scita. I due miti sono in qualche modo collegati fra loro.

[1] Eschilo fu iniziato ai Misteri Eleusini, come farebbe intendere Aristofane ne “Le rane”. Nell’antichità, non si conosceva delitto più grave di quello del tradimento o della rivelazione dei contenuti dei Misteri a persone non Iniziate di pari grado. Il traditore veniva punito con la pena di morte e con la confisca dei beni. Il silenzio iniziatico era osservato nei Misteri Eleusini, in quelli di Samotracia, nei Misteri Egizi, fra i Caldei e i Parsi. Presso gli Indù: “Ogni Iniziato di qualsiasi grado appartenga, che riveli la formula sacra deve perire... L’iniziato che tradisce i segreti dell’Iniziazione, comunicandoli ad altre caste, per le quali la scienza segreta deve restare un segreto, gli si deve strappare la lingua.” (Agrushada Parikshai).
[2] Cicerone, Tusculane Quoestiones, I, ii, 20.
[3] Clemente Alessandrino, Stromati, I.
[4] Il mito è storia velata. I racconti mitici di Esiodo, la Teogonia per intenderci, erano per i Greci fatti storici, raccontati con un linguaggio volutamente allegorico e velato.
[5] Apollodoro, I, 7, 1.
[6] K. Kerényi, Gli Dei e gli Eroi della Grecia, Vol.1, p.198, Garzanti.
[7] Ovidio, Metamorfosi, I, 81.
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