I Misteri di Re Salomone
Mosè -Salomone
<> LA SAGGEZZA DI RE SALOMONE <> IL PALAZZO DI RE SALOMONE IL COSTRUTTORE <> IL TRONO DI SALOMONE <> IL TEMPIO DI SALOMONE SUL MONTE MORIA <> IL MISTERO DEL DEBIR IL CUBO DEL SANTO DEI SANTI <> L’ARCA DELL’ALLEANZA E LA COPPIA DI CHERUBINI <> HEKAL O NAVATA DEL TEMPIO <> LE DUE COLONNE ALL’INGRESSO DEL TEMPIO <> LA STRUTTURA ESTERNA DEL TEMPIO <> IL MISTERO DEL NUMERO DEGLI ANNI <> LA FLOTTA DEI RE SALOMONE E HIRAM <> SALOMONE NEL KASHMIR <> IL TRONO VOLANTE DI SALOMONE <> I MISTERI DELL’ARCA DELL’ALLEANZA E DEL SUO CONTENUTO <> I TEMPLARI E L’ARCA <> LE LEGGENDE DELL’ANELLO E DELLA PIETRA DI SALOMONE <> IL CAMMINO DELLA PIETRA DI SALOMONE <>
LA SAGGEZZA DI RE SALOMONE
Dio diede a Salomone la saggezza, una grandissima intelligenza, un’estensione di mente vasta come la sabbia che è sulla riva del mare. La saggezza di Salomone superava la saggezza di tutti gli orientali e tutta la saggezza degli Egiziani. Era più saggio di ogni altro uomo. Re (I, 4-29):
Come mai Salomone era unanimemente definito un re saggio? Innanzi tutto al contrario dei suoi predecessori egli non fece guerre, ma alleanze. La tradizione islamica lo venera come un grande re, lo stesso si dica della tradizione cristiana. Dante definisce Salomone: “L’alta mente u’ si profondo saver fu messo, che se l vero è vero a veder tanto non surse il secondo” (Par. canto X, 112). E nel canto 13 San Tommaso spiega a Dante come Cristo sia il primo tra gli uomini per natura divina, ma Salomone sia il primo per saggezza regale, e quindi il più meritevole di essere re. Dunque per Dante, Salomone è la persona più saggia di tutta la storia dell’umanità.
Salomone fece comporre la prima copia scritta del Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, fino allora tramandati oralmente. A questo sovrano è attribuita infatti la paternità di vari testi biblici, quali l’Ecclesiaste o Qoelet, i Proverbi e il Cantico dei Cantici. Salomone è famoso in tutto il mondo per la sua saggezza. Forse alcuni testi biblici attribuiti a lui furono scritti dopo la sua epoca, e non è mai stato scritto in alcuna parte chi furono i maestri che gli insegnarono la saggezza. Nella Sapienza di Salomone, scritta in Alessandria nel I secolo a.C., si fa cenno alle capacità del sovrano di dominare le forze agenti su questo e sull’altro mondo: nel testo, egli, infatti, rende grazie a Dio per avergli concesso la conoscenza dell’universo, delle varietà delle piante, delle proprietà delle radici, di ciò che è segreto e che è manifesto, spiriti inclusi. Qualche decennio dopo la redazione della Sapienza, nelle Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe, oltre a ripetere quanto già si trova nel Primo Libro dei Re sulla straordinaria saggezza di Salomone, si aggiunge che egli scrisse 1005 libri di canti di vario tipo, ma anche che Dio avrebbe insegnato al sovrano contro i demoni cioè gli incantesimi e forme di esorcismi utili contro le malattie.
Salomone era figlio di re Davide e della bellissima ittita Betsabea, vedova di Uria anch’esso ittita che faceva parte della lista dei Gibbõrīm, i "Trenta", membri di particolare prestigio della guardia del corpo del Re Davide.
Davide innamoratosi perdutamente della bella Betsabea dopo averla messa in cinta per poterla sposare mandò al fronte il marito ordinando ai soldati di lasciarlo solo così che cadesse in guerra (2 Sam. 11: 2-26). Davide il cantore dei Salmi per espiare la colpa di aver fatto uccidere Uria intonò poi il Miserere mei. Betsabea nome che in ebraico בת שבע bath sheba', che significa "settima figlia" o "figlia del giuramento" partorì un secondo figlio Salomone, che il profeta Nathan chiama Jedidiah o “amico di Dio” perché unse Davide, cioè lo iniziò ai sacri Misteri.
Le notizie storiche su Salomone le troviamo nella Bibbia e più precisamente nel Primo Libro dei Re. Salomone aveva un fratellastro maggiore Adonia, che dopo il decesso dei fratelli più anziani Amnon ed Assalonne, egli divenne l’erede teorico al trono, ma Davide gli preferì Salomone. Tuttavia Adonia, approfittando della cagionevole salute di Davide ormai moribondo, si fece proclamare re con l'appoggio del sacerdote Ebiatar e del generale di Davide Ioab, celebrando persino un banchetto di festeggiamento della sua nomina, ma non ebbe l’appoggio di gran parte della milizia israelita. Anche il sacerdote Zadok (colui a cui farà in seguito riferimento nel nome, la classe dei Sadducei), il comandante della guardia reale, Benaia, e Nathan, il profeta di corte di Davide, sono contrari e sostengono invece il figlio di Betsabea, Salomone. Il profeta Nathan s’incarica di informare Betsabea della congiura messa in atto da Adonia, la regina a sua volta informa Davide del colpo di stato (1 RE, 17-18). Alla morte di Davide, Salomone salì al trono divenendo così il terzo re di Israele e poco dopo mise a morte sia il fratellastro Adonia che sposando Abisag l’ultima concubina del padre avanzava ancora pretese sul trono, e sia Ioab, il generale di Davide che lo aveva appoggiato.
Salomone, pur essendo una figura nata nella cultura ebraica, appare cinque volte anche nel Corano (2:102; 21:81-82; 27:15-45; 34:11-13; 38:30-34), dove si ribadisce la sua importanza come saggio profeta a cui obbediscono i venti e gli altri esseri viventi. L’Islam vede Salomone come uno degli eletti di Dio, a cui sono stati conferiti molti doni dati da Dio, inclusa la capacità di parlare agli animali e ai jinn o djin. I jinn sono spiriti elementali. In tutto l’Oriente, specialmente nelle leggende arabe, i jinn erano al servizio di maghi che sapevano come dominarli. Così, secondo la leggenda, il tempio di Salomone fu costruito dai jinn. Quando Davide morì, Salomone ereditò la sua posizione di re profetico degli israeliti. Pregò Dio di concedergli un Regno che sarebbe stato diverso da qualsiasi altro dopo di lui. Dio accettò la preghiera di Salomone e gli diede ciò che voleva. Fu in questa fase che Salomone iniziò ad acquisire i molti doni che Dio gli avrebbe concesso per tutta la vita. Il Corano narra che il vento fu reso sottomesso a Salomone, che poteva controllarlo a suo piacimento, e che anche i jinn passarono sotto il controllo di Salomone. Un altro aspetto importante della regalità di Salomone era la dimensione del suo esercito, che consisteva sia di uomini che di jinn che contribuirono a rafforzare il suo regno, e i miscredenti tra loro insieme agli Shaitan furono costretti a costruire per lui monumenti.
Il Corano narra che su un'enorme roccia, Salomone costruì un bellissimo Tempio per richiamare il popolo ad adorare Allah. Oggi questo edificio è noto a Gerusalemme come "La Cupola della Roccia". I musulmani sostengono inoltre che è rimasto fedele a un solo e solo Dio per tutta la vita; e regnò giustamente su tutti gli Israeliti; fu benedetto con un livello di regalità che non fu dato a nessuno dopo di lui e prima di lui; e adempì tutti i suoi comandamenti, essendo promessa vicinanza a Dio in Paradiso alla fine della sua vita. Gli storici arabi consideravano Salomone uno dei più grandi governanti del mondo.
Salomone era considerato il protettore dei filosofi, dei botanici, degli astrologi, secondo i quali, Dio aveva infuso in lui la sua sapienza. Possedeva un anello in cui era incastrato un talismano che gli dava poteri assoluti su tutti gli esseri intermediari fra Dio e l'uomo. Il sigillo di Salomone che egli usava per scacciare i djin ed imprigionarli è il doppio triangolo intrecciato che in India è chiamato il "Segno di Vishnu", e lo si può vedere nelle case di ogni villaggio come talismano contro il male.
Salomone diede al regno un’amministrazione centralizzata, dividendolo in dodici distretti diretti da autorità prefettizie. Dodici come i segni zodiacali intorno al Sole. Salomone o Sol-om-on è composto dalla triplice sillaba che indica il Sole spirituale: “Sol”, “Om” e “On”. “Sol” è la parola latina per il Sole ed è vicinissima alla parola inglese “soul” (anima). “Om” è il nome dato dagli Indù al Sole Spirituale e “On” è una parola Egizia per il Sole. Che Salomone rappresenti il Sole o Râ in terra è ulteriormente confermato dalla Bibbia in quanto si legge che egli aveva 12 intendenti su tutto Israele (I, Re, IV: 7), i quali provvedevano al mantenimento del Re, e ciascuno di loro doveva provvedervi per un mese l’anno. L’analisi del nome ci porta dunque a riconoscere in questo monarca il Sole detto in egizio Râ, Re, Ri. Inoltre, il nome del Faraone del Figlio del Sole (o di Râ) costruttore della piramide, è Khufu, la cui traslitterazione fonetica è KWFW, o HWFW, questo nome ricorda quello del Dio di Mosè e di Salomone, cioè YHWH.
FIGURA 1. RE SALOMONE DIPINTO DI GREVKAFI
Sposò la figlia del Faraone per allargare il suo prestigio all'estero e regnò in pace e sicurezza. Salomone ebbe 700 principesse per mogli e 300 concubine. E le sue mogli gli pervertirono il cuore (1 Re 11:1-3). Se leggiamo alla lettera allora abbiamo a che fare con un re lussurioso e non il più saggio degli uomini. Allora che significato ha una tale affermazione? Il mistero è celato come sempre nei numeri, e in questo caso nei numeri 3 e 7. Le mogli erano nel senso legale del termine, ma a uno stato sociale più basso. Il numero Sette è riferito al mondo materiale, il numero Tre al mondo spirituale. Salomone secondo le scritture ebraiche si pente dell’idolatria in tarda vecchiaia, cioè quando inizia a staccarsi dal mondo della forma. Shulamith l’amata protagonista del Cantico dei Cantici, è la versione femminile (Sophia) del nome di Salomone, la sua controparte spirituale l’anima. Il Cantico dei Cantici si sviluppa attraverso otto capitoli, numero che rappresenta il superamento dei limiti del tempo, non a caso l’infinito e raffigurato da un otto messo orizzontalmente.
IL PALAZZO DI RE SALOMONE IL COSTRUTTORE
Il palazzo denominato “la Foresta del Libano” era parte del complesso di edifici eretti dal re Salomone a Gerusalemme. Si trovava a sinistra del Tempio e del palazzo reale, fra la cima della Collina del Tempio e il contrafforte della Città di Davide. Il nome derivava dal colonnato di legno di cedro che forse ricordava quelle foreste, e dal fatto che era rivestito con i maestosi cedri del Libano. La Casa della Foresta del Libano era anche chiamata “l’armeria della casa della foresta” in Isaia 22:8.
"Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano" (Salmi 92:12).
Il legno di cedro è profumato, di un caldo colore rosso, ed esente da nodi. Per il suo elevato contenuto di resina, non si deteriora facilmente e non è infestato da insetti. Il Cedro è il simbolo dell’immortalità e dell’eternità. È la manifestazione della grandezza d’animo e di elevazione spirituale per l’altezza del suo fusto e dei suoi rami. I Cedri di Dio noti anche come "Cedri del Signore" sono stati utilizzati sia per la costruzione del palazzo del re e sia per il Tempio.
Una vera e propria foresta era passata dal Libano al colle di Sion arricchendo pareti e soffitti. Salomone costruì la sua propria casa, la compì interamente in 13 anni. Fabbricò prima di tutto la casa detta della Foresta del Libano, di 100 cubiti di lunghezza, di 50 di larghezza e di 30 d’altezza Era basata su quattro ordini di colonne di cedro sulle quali poggiava una travatura di cedro. Un soffitto di cedro copriva le camere che poggiavano sulle quarantacinque colonne, quindici per fila. (1 Re 7: 1-3).
Il rapporto lunghezza larghezza del palazzo è 100/50 = 2 un’ottava musicale, detta dai Pitagorici Armonia.
Il rapporto lunghezza altezza del palazzo è 100/30 = 3 il numero del triangolo divino.
La planimetria del palazzo reale è un doppio quadrato le cui misure planimetriche sono 5 volte maggiori quelle dell’atrio del Tempio di Salomone (10; 20), e 5/2 quelle della navata del Tempio (40; 20).
Il doppio quadrato permette la costruzione geometrica con squadra e compasso del segmento aureo Φ.
Costruisci due quadrati di lato unitario, accostali per formare un rettangolo di base il doppio dell’altezza, poi traccia una diagonale che interseca il lato centrale del quadrato. Da quel punto traccia una circonferenza di diametro unitario, il punto di intersezione con la diagonale ti fornirà il valore del segmento aureo, cioè 1,61803.
La diagonale del doppio quadrato AB è tagliata esattamente nel punto di mezzo BO aggiungendo il segmento HO che è uguale al raggio cioè un mezzo si ottiene il valore di:
BH =BO+HO = √5/2+1/2 = 1,61803= Φ
Tutte le diagonali principali del doppio quadrato propongono multipli della radice quadrata di cinque √5. Il rapporto fra i due lati del rettangolo di base del palazzo reale è 50/100=1/2.
B’H’ = B’O’+H’O’ = 50(√5/2+1/2) = 50Φ.
Fece pure il portico a colonne, che aveva 50 cubiti di lunghezza e 30 di larghezza, con un vestibolo davanti, delle colonne e una scalinata sul davanti. Poi fece il portico del trono dove amministrava la giustizia, che fu chiamato «Portico del giudizio»; lo ricoprì di legno di cedro dal pavimento al soffitto. La sua casa, dove abitava, fu costruita nello stesso modo, in un altro cortile, dietro il portico. Fece una casa dello stesso stile di questo portico per la figlia del faraone, che egli aveva sposato. (1 Re 7: 6-8).
Il rapporto larghezza altezza del palazzo, e il rapporto planimetrico del portico valgono entrambi 50/30 = 5/3.
Il numero Cinque (5) appartiene all’uomo perfetto, l’Iniziato, il numero Tre (3) appartiene al Divino. È l’unto, l’Iniziato che entra in rapporto con la Divinità, elevandosi verso essa.
Un soffitto di cedro (del palazzo) si stendeva sopra le stanze che poggiavano sulle colonne; queste erano quarantacinque, 15 per fila. Vi erano 3 serie di finestre, che si corrispondevano faccia a faccia 3 volte. Le porte e i loro stipiti erano a forma quadrangolare; le finestre erano le une di fronte alle altre per 3 volte.
Ritroviamo il numero 3 nelle tre fila di colonne, nella serie e nella disposizione delle finestre. Troviamo anche menzionato il numero 15, il Quinto numero triangolare.
Schwaller de Lubicz afferma che nel Triangolo di lato Cinque, cioè il quinto numero triangolare, la Pentactide, è risposto il segreto di tutte le misure! Dodici punti che circondano i Tre punti del Triangolo Divino, rappresentano le 12 ore del giorno e della notte, durante le quali il Cosmo respira. Conteggiando le cinque unità della base, su uno dei due lati resteranno quattro unità e tre sull’altro, vale a dire i tre numeri 3, 4, 5 del Triangolo Sacro Egizio.
Nel Cantico dei Cantici (1, 17) Shulamith dice all’amato Salomone: “le pareti della nostra casa sono i cedri nostro soffitto i cipressi”. La casa a cielo aperto dei due sposi è dunque simile al "palazzo della foresta del Libano" della reggia di Salomone. Anche per la ricostruzione del Tempio dopo ‘'esilio babilonese Isaia dice: «La gloria del Libano (i cedri) verrà a te, cipressi, olmi e abeti abbelliranno il luogo del mio Santuario ... Is 60,13 ».
IL TRONO DI SALOMONE
Il trono del re Salomone è descritto due volte nell'Antico Testamento, nelle Cronache e nel Libro dei Re, entrambe le descrizioni sono quasi identiche. Letteralmente, il trono come sede di Stato di Salomone è descritto nel Primo Libro dei Re:
Costruì anche la Sala del Trono dove avrebbe giudicato, chiamata Sala del Giudizio; la rivestirono di pannelli di cedro dal pavimento alle travi I Re 7:7.
Il trono di Salomone fu posto nel Portico del Giudizio, una sala d'udienza dove il re sedeva a giudizio. I rivestimenti della sala erano realizzati con legno di cedro. Nella traduzione aramaica è chiamato "portico dei pilastri".
Come simbolo per la regalità, il trono è visto come appartenente a Davide, o al Signore stesso. In 1 Re 1:37 Benaia benedice Salomone: "Come l’Eterno è stato col re mio signore, così sia con Salomone, e innalzi il suo trono al di sopra del trono del re Davide, mio signore"; mentre in 1 Cronache 29:23 ci viene detto "Salomone sedeva sul trono del Signore come re".
Inoltre, il re fece un grande trono d'avorio che rivestì d'oro puro. Il trono aveva 6 gradini; sullo schienale c'erano teste di toro; il sedile aveva due bracci laterali, ai cui fianchi si ergevano 2 leoni. Altri 12 leoni si ergevano di qua e di là, sui 6 gradini; non ne esistevano di simili in nessun regno. Tutti i vasi per le bevande del re Salomone erano d'oro; tutti gli arredi del palazzo della Foresta del Libano erano d'oro fino; al tempo di Salomone l'argento non si stimava nulla. 1 Re 10: 18-20.
FIGURA 1. IL TRONO DI SALOMONE DALLO SPECULUM HUMANAE SALVATIONIS, 1360 d.C.
Il trono era d’avorio, e le sue caratteristiche sono: candore o purezza, inalterabilità o consistenza, pregio. Re Salomone e il re Hiram di Tiro allestiscono una flotta per andare ad Ophir, il paese dei pavoni, dell’oro e dell’avorio.
Sullo schienale rivestito d’oro c’erano scolpite teste di toro. Per i sumeri il toro era simbolo di forza e di protezione e veniva visto come guardiano. Il toro simbolo di fertilità e procreazione è simboleggiato dalla prima lettera dell'alfabeto ebraico, aleph che possiede una forma simile alla testa e alle corna di questo animale, che viene quindi identificato con questa lettera.
Una coppia di leoni simboli di giustizia è posta ai lati del trono, i leoni in coppia indicano anche la dualità dell’azione del re: «benigno coi buoni, implacabile coi malvagi». Il Leone è guardiano e custode di segreti divini, coraggioso protettore, saggio consigliere, detentore di Potere. Salomone diviene in questa rappresentazione il Punto al centro della Setta di Davide a Sei punte.
L’immagine è un Trono posto dopo sei gradini, cioè collocato al Settimo posto. Le Coppie di Leoni poste ai lati dei 6 gradini ci portano al duodenario, un gruppo di dodici 2x6=12. Salomone o Sol-Om-On è il Sole in mezzo ai 12 segni zodiacali i 12 Leoni solari.
Il palazzo di Salomone è la dimora del Perfetto o Iniziato appartenente ad un ordine misterico, ma a quale ordine? Salomone era figlio di Davide.
“Il Signore ha giurato e non si pente, Tu (Davide) sarai Sacerdote in eterno secondo l’Ordine di Melchisedech (Salmi 109,4)”.
Il Salmo afferma che Davide era “Sacerdote secondo l’Ordine di Melchisedech” e non secondo quello di Aronne.
San Paolo nella lettera agli Ebrei afferma che Melchisedech è il senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno. Dopo David il re musico, Salomone fu anch’egli sacerdote dell’Ordine di Melchisedech e custode dell’Arca dell’Alleanza e del suo contenuto. L’ultimo sacerdote conosciuto dell’Ordine di Melchisedech fu Gesù che era sia Nazareno e sia Esseno. San Paolo afferma nella lettera gli Ebrei (5,9) che Gesù è sacerdote dell’Ordine di Melchisedech: “Nello stesso modo Gesù Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì Colui che gli disse, Tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedech”.
Gli Gnostici fecero di Melchisedech il principale Eone, Christos, da adorare più di Gesù che consideravano il portatore di Cristo, Cristoforo, mentre Filone identificò Melchisedech con il Logos, quale intermediario fra Dio e l’uomo.
IL TEMPIO DI SALOMONE SUL MONTE MORIA
Allora Davide diede a Salomone suo figliuolo il piano del portico del tempio e degli edifici, delle stanze dei tesori, delle stanze superiori, delle camere interne e del luogo per il propiziatorio, e il piano di tutto quello che aveva in mente relativamente ai cortili della casa dell’Eterno, a tutte le camere all’intorno, ai tesori della casa di Dio, ai tesori delle cose consacrate. 1 Cronache 28: 11-12.
Il libro delle Cronache afferma che fu re Davide a consegnare il modello del Tempio a Salomone quasi si trattasse di una trasmissione di sapienza iniziatica. Alla morte di Davide, suo figlio, Salomone, decise di attuare l’opera proposta da Re Davide, e di creare sul monte Moria un grande Tempio da dedicare al Dio d’Israele.
Le misure del Tempio erano tutte sacre per gli Ebrei, come quelle delle Piramidi lo erano per gli Egizi. E Re Salomone, questo uomo, così saggio, il progettista del Tempio fece costruire il Tempio perché non aveva a sua disposizione un popolo di costruttori; e soprattutto di costruttori religiosi, iniziati. Fu obbligato a rivolgersi a Hiram Abiff di Tiro: “Io mi propongo dunque di fabbricare una casa a gloria del Nome dell'Eterno”. Il nome Hiram significando l’elevato, è un titolo appartenente al Sole.
Nell’Antico Testamento, il nome Hiram compare tre volte ed indica:
- Hiram, figlio di Bela e nipote di Beniamino (I Cron. 8; Num. 26, 38), noto solo per essere il capostipite dei Chiramiti.
- Hiram re di Tiro (II Sam. 5:1) per aver inviato a re Davide materiali di costruzione e uomini per l'edificazione della prima versione del Tempio di Gerusalemme. Salomone si rivolge ad Hiram di Tiro per avere tutto il materiale necessario alla costruzione del Tempio; chiede, altresì, di mandargli un artigiano esperto capace di dirigere i lavori, abile nella lavorazione dei metalli, della pietra, del legno, nella tintura dei tessuti e nell’intaglio. In seguito alla richiesta formale fatta da Re Salomone di Gerusalemme al Re Hiram I di Tiro, per ottenere maestranze e materiali per costruire un nuovo tempio, il Re di Tiro risponde: "Io ti sto inviando Huram-Abi, un uomo di grande abilità, discendente di parte materna dalla tribù di Dan e con padre nativo di Tiro. È molto capace nel lavorare con oro e argento, bronzo e ferro, pietra e legno e nell'utilizzo di lino fine tinto di porpora, blu e rosso cremisi. È un esperto in vari tipi di bassorilievo e incisione e può eseguire qualsiasi disegno gli sia proposto. Lavorerà con i tuoi mastri e con quelli del mio signore, David tuo padre". Cronache II, 2:13.
- Huram Abi o Hiram Abbiff, è diverso dal Re Hiram di Tiro. Nel Primo Libro dei Re, 7:13-14, Hiram è descritto come il figlio di una vedova di Tiro, assunto da Salomone per eseguire gli ornamenti bronzei del nuovo tempio.
- Lo storico Flavio Giuseppe si riferisce a Hiram come τεχνίτης, artigiano, maestro d’opera. “Ora Salomone invocò un artigiano fuori da Tiro, il cui nome era Hiram: era alla nascita della tribù di Neftali, dalla parte di sua madre; ma suo padre era di Ur, del ceppo degli Israeliti”.
I due re Davide e suo figlio Salomone si trovavano in una situazione di dipendenza tecnologica dalla città fenicia. Se Davide costruì il suo palazzo a Gerusalemme (che aveva da poco conquistato) grazie all’aiuto prestato da Hiram, il suo successore Salomone ricevette consulenza tecnica e aiuto materiale da Tiro per edificare il proprio palazzo nella città e costruirvi la sua grande opera: il Tempio di YHVH. Tuttavia è Salomone che fornirà il piano ai costruttori fenici, il che presuppone, tra le altre conoscenze, possedeva quella delle proporzioni cosmiche e della misura-campione.
Salomone stipulò con il re Hiram I di Tiro un contratto, in base al quale in cambio di grano e di olio, quest’ultimo avrebbe fornito i cedri delle foreste, legno da sempre pregiatissimo, unitamente a tutto il materiale necessario per la costruzione della struttura. Il cedro è nella Bibbia di volta in volta simbolo di Forza e Bellezza. Inoltre, nella tradizione ebraica il cedro è simbolo di Dio nella sua veste di gloria, è simbolo di Abramo, del Sinedrio, dell’intero popolo ebraico e del cuore dell’uomo.
FIGURA 1. CATTEDRALE DI REIMS -SALOMONE ED HIRAM MAESTRO COSTRUTTORE CON SQUADRA E COMPASSO
Davide e Salomone aspiravano a costruire un tempio come gli edifici fenici eretti da Hiram. Il testo biblico afferma chiaramente che Salomone ricevette aiuto da Hiram, re di Tiro, nella costruzione dei vari edifici. Questo aiuto non venne dato solo in forma di materiali come il legno di cedro, ma anche in termini di direzione dei lavori e inviando artigiani esperti.
Nella costruzione del Tempio gli israeliti, tenuti al lavoro obbligato, fornirono la manovalanza, mentre i fenici furono gli operai specializzati (tagliatori, carpentieri, muratori, marinai ecc.). Ci vollero non meno di tre anni solo per i preparativi della costruzione del Tempio, che avvenne con la supervisione di architetti fenici, fra i quali il grande Maestro d’opera Hiram secondo la scienza dei costruttori, un ordine vincolato dal segreto iniziatico. La manodopera venne reclutata fra esperti ebrei e prigionieri di guerra, questi ultimi usati soprattutto per i lavori pesanti, come lo squadramento e il taglio dei blocchi di pietra che avrebbero fatto parte della base del Tempio. Il luogo scelto da Salomone era la sommità del monte Moriah, la spianata.
La parte curiosa di queste cronache è quella che se prese alla lettera risultano assurde o fantasiose, e oserei dire come le cronache della costruzione della Grande Piramide.
Il Re Salomone reclutò il lavoro forzato da tutto Israele e il lavoro forzato era di 30.000. Ne mandò a turno nel Libano 10.000 il mese: passavano un mese nel Libano e due mesi nelle loro case… aveva 70.000 operai addetti al trasporto dei materiali. I, Re, V, 13 ...
Cheope … poi comandò a tutti gli egiziani che lavorassero per lui…e lavorarono 100.000 uomini per volta ciascun gruppo per tre mesi. Erodoto, Le Storie, II, 124, 1 – 3.
Curiosamente entrambi i Re utilizzarono per il lavoro forzato lo stesso numero (100.000) di uomini, ma in modo umano con turni di tre mesi. Salomone andò in Egitto e sposò la figlia del faraone, unendosi con lei si imparentò con la terra di Egitto e ne apprese la Sapienza Arcana riposta nei suoi monumenti di pietra. Se accettiamo l’interpretazione misterica che la figlia del Faraone rappresenta la Sapienza Arcana , allora si comprenderà perché Re Salomone era famoso per la sua sapienza e la sua saggezza.
Salomone aveva 70.000 operai addetti al trasporto del materiale e 80.000 scalpellini a tagliar pietre sui monti, senza contare gli incaricati dei prefetti, che erano 3.100, preposti da Salomone al comando delle persone addette ai lavori. Il re diede ordine di estrarre grandi massi, tra i migliori, perché venissero squadrati per le fondamenta del tempio. Gli operai di Salomone, gli operai di Hiram e di Biblos li sgrossavano; furono anche preparati il legname e le pietre per la costruzione del tempio. I, Re, V, 15 – 18.
Dopo oltre sette anni, la costruzione era pronta, in attesa di essere consacrata; Salomone aveva deciso di erigere il Tempio in onore di Dio anche per custodirvi l’Arca dell’Alleanza. Per l’Arca era stato costruito un alloggiamento specifico, il Sancta Sanctorum, il Santo dei Santi, il posto il cui accesso era consentito solo a Salomone e al Gran Sacerdote, che poteva visitare l’Arca solo nel giorno dello Yom Kippur, pronunciando il Tetragramma Sacro, il nome di Dio in ebraico.
Nel sesto[1] paragrafo e nel settimo versetto del Primo Libro dei Re, è scritto che il tempio fu costruito nel perfetto silenzio, ma nessun edificio può essere costruito senza che non si senta il rumore degli arnesi di costruzione. La costruzione del tempio è simbolica ed allegorica. Le pietre furono portate già squadrate, già perfette per essere utilizzate, si ricorda che La Misura, Maat in Egitto era raffigurata come un rettangolo, simbolo del mattone, della pietra già squadrata.
Il tempio… era lungo 60 cubiti[2], largo 20 alto trenta. Davanti al tempio vi era un atrio lungo 20 cubiti, in base alla larghezza del tempio ed esteso per 10 cubiti secondo la lunghezza del tempio.
Il Tempio fu diviso in tre parti: cortile d’ingresso, l’Ulam, il Tempio o l’Hekal, e la cella il Debir. La tripartizione ricorda quella dei templi del XIII secolo a.C. di Alalakh Siria e Hazor in Galilea; un tempio del IX secolo a.C. a Tell Tayinat segue lo stesso schema. I templi fenici differiscono in forma, ma mantengono lo schema dell’edificio circondato da corti. Tra i particolari ispirati da Tiro vi erano le due colonne Jachin e Boaz. Analogamente, l’altare di bronzo era un’innovazione Fenicia; e lo stesso si può probabilmente dire degli accessori decorati con palme e cherubini. L’altare israelitico classico era di terra o pietra grezza.
Terminata la costruzione del tempio, Salomone rivestì all’interno le pareti del tempio con tavole di cedro dal pavimento al soffitto; rivestì anche con legno di cedro la parte interna del soffitto e con tavole di cipresso il pavimento. Separò uno spazio di 20 cubiti, a partire dal fondo del tempio, con un assito di tavole di cedro che dal pavimento giungeva al soffitto, e la cella che ne risultò all’interno divenne il santuario, il Santo dei Santi. La navata di fronte ad esso era di 40 cubiti.
Queste piccole misure di 36x12 metri di base ed altezza 18 metri , sono irrisorie rispetto al numero di operai impiegati 30.000+70.000, a questi occorre aggiungere 80.000 scalpellini e 3.100 capimastri, c’è qualcosa che non quadra.
Di muri interni e loro dimensione nel Primo Libro dei Re non si fa menzione: dovevano necessariamente esserci fra il cortile d’ingresso, l’Ulam e il Tempio o l’Hekal, ma ci si può chiedere se ci fosse un muro fra l’Hekal e la cella del Santo dei Santi, il Debir. In effetti, Hekal e Debir sono trattati come un’unità (1Re 6,2) e costituivano propriamente la “casa”, il Tempio, di complessivi sessanta cubiti di lunghezza. Anche se è descritta una porta tra i due locali, a meno che le misure fornite si riferivano solo ai volumi interni come è logico aspettarci dalla geometria sacra.
FIGURA 2. PIANTA DEL TEMPIO DI RE SALOMONE
Tenendo
conto anche dell’atrio, la pianta di base ha come misura 70x20 = 1400 cubiti
che a parte gli zeri, ripropone di nuovo il mistico 14 o due volte sette, il
numero delle lettere ebraiche degli
Alhim o Elohim, i Divini Costruttori: A=l, L=30, H=5, I=10, M=40 riducendo si
ottiene 1+3+5+1+4=14, disponendo questi numeri in modo diverso 31415 i numeri
del divino p greco.
Il
tempio era composto da tre locali in successione, l’atrio, la sala del culto
lunga 40 cubiti, la camera del Santo dei Santi. La diagonale interna del
parallelepipedo DE = 70, uguale alla lunghezza maggiore della pianta, e ripropone
il numero sacro sette (7). Il numero 70 era quello degli Anziani a cui Mosè
comunicava verbalmente l’Insegnamento.
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[1] Sei
cubiti egizi, compongono una circonferenza, simbolo di un piccolo cosmo, in
quanto tutti i corpi nello spazio tendono ad assumere forma sferica dotata di
moto rotatorio.
[2] Il cubito degli Ebrei era diverso da quello degli Egizi.
IL MISTERO DEL DEBIR IL CUBO DEL SANTO DEI SANTI
Il Debir o locale dove è riposta l’Arca dell’Alleanza, dove dimora il Santo dei Santi, Negli antichi templi orientali la cella dove dimorava la divinità era sopraelevata, in genere una piattaforma più o meno alta, un podio che sosteneva il simbolo del culto.
Il Debir del Tempo di Salomone è un Cubo perfetto di 20 cubiti di lato, al cui interno era posta l’Arca dell’Alleanza vegliata da due enormi Cherubini in legno d’ulivo e ricoperti d’oro.
Essendo le misure cubiche della cella 20 cubiti, le statue di legno d’ulivo placcate in oro dei due Cherubini alte 10 cubiti, furono sistemate sul fondo della cella una di fianco all’altra, in modo che le due ali toccassero le pareti e le altre due si sfiorassero tra loro, occupavano tutta la larghezza e metà dell’altezza del Debir, la cella. L’Arca dell’Alleanza era posta sotto due grandi figure di Cherubini.
L’Arca del Patto aveva ancora il coperchio o propiziatorio con i due Cherubini, visto la loro presenza ai due lati dell’Arca? Oltre alla loro dimensione di 10 cubiti, in questi passaggi non è inclusa alcuna descrizione dei Cherubini. Comunque apparissero, queste due grandi statue fatte creare da Salomone e apparentemente non duplicate né per il primo Tempio ricostruito, né da Erode per il suo Tempio. I Re 6:23-28 e II Cron. 3:10-13.
Quando Enlil decise di sterminare il genere umano, Ea (secondo altre leggende Shamash) gli ordinò di costruire un’Arca Cubica. Il Diluvio descritto nell’Epopea di Gilgamesh, narra di un’Arca di modeste dimensioni, un cubo di 60 braccia per lato. Il termine per qualificare il legno con cui è costruita l’Arca di Noè è Gaper, che nella versione greca è reso come “legno quadrangolare”.
Riducendo a Un cubito i lati del cubo si possono fare le seguenti considerazioni.
Il raggio della Sfera circoscritta al Cubo R rispetto quello della sfera inscritta r, è radice tre volte maggiore: R =√3r.
La radice quadrata di tre √3 appare come diagonale all’interno di un Cubo di lato Uno. La radice quadrata di due √3 appare come diagonale di una faccia esterna del Cubo.
La somma delle radici quadrate di Due e di Tre √2+√3 = 3,14626437… approssima per eccesso il numero π, con un errore pari a 1,496 per mille: (√2 + √3) ≥ π. Le due diagonali esterne e interne del cubo approssimano il numero irrazionale sacro π che ripresenta gli Alhim - Elohim.
Il Tempio nasconde nelle sue misure i segmenti incommensurabili √2, √3, √5. I numeri irrazionali espressi sotto forma di radici quadrate, sono esattamente esprimibili sotto forma geometrica come diagonali di rettangoli.
- DUE, la Diade, la Materia, la polarità maschile e femminile. Per raddoppio forma il Quadrato entro il Cerchio. La scissione primordiale della Diade forma un Quadrato i cui lati o confini sono √2.
- TRE, la Divinità, lo Spirito, il mondo delle Idee. Il Triangolo Equilatero. In un cerchio di raggio Uno il lato del triangolo equilatero inscritto è √3, e rappresenta il Sacrificio Primordiale dovuto alla caduta nella forma della Divinità.
- CINQUE, l’Uomo Pensante, l’Anima, il Pentagono. √5, combinato con l’armonia 1/2, genera la sezione Aurea.
- DIECI, i Sephiroth, l’Uomo Celeste, il Decagono. Il lato del Decagono è in rapporto aureo con il raggio Uno del cerchio che lo circoscrive.
I Dieci Sephiroth, i Tre ed i Sette, sono chiamati, nella Kabala ebraica, le Dieci Parole, D B R I M (Dabarim), i Numeri e le Emanazioni della Luce Celeste. Per primo, l’Uno emanò il numero Due, il Soffio o l’Aria, l’elemento creativo; quindi il numero Tre, l’Acqua, procedette dall’Aria; il Fuoco, completa il mistico Quattro, l’Arba-il. Nel Sepher Yetzirah o Libro della Formazione è detto che: “Dio incise nei Quattro Sacri il Trono della sua Gloria; gli Auphanim [Le Ruote o Sfere del Mondo], i Seraphim, e gli Animali Sacri, come gli Angeli Operanti, e da questi [Aria, Acqua e Fuoco]. Con i primi Quattro Sephiroth Egli formò la sua dimora”, il Cubo dello Spazio.
Nel Sepher Yetzirah nel “Cubo dello spazio”, si associano ai restanti Sei Sephiroth le sei direzioni dello spazio che sono generate dal Nome divino stesso, il Tetragramma YHVH (י ח ו ח). I 12 bordi del Cubo sono i 12 segni zodiacali.
FIGURA 2. IL CUBO DELL’UOMO CELESTE YHVH
Johann Christoph Wagenseil (1633–1705), ebraista cristiano professore all'Università di Altdorf ha pubblicato una serie di scritti sull'ebraismo e gli ebrei con intenzione polemica missionaria è manifesta. Il suo lavoro più importante è stato Tela ignea Satanae. L’autore scrive nel che nel locale cubico era pure custodita una pietra cubica chiamata Scham hemphoresh, vegliata da due statue d’oro leonine che ruggiscono quando essa viene avvicinata. Su questa pietra cubica erano incisi caratteri sacri e magici, i nomi segreti del Santo dei Santi che nessun profano poteva mai pronunciare. L’autore della Tela Ignea Satanae afferma che Ma Gesù, che aveva appreso in Egitto i “grandi segreti” nell’iniziazione, si costruì delle chiavi invisibili e così poté penetrare non visto nel santuario ... Copiò i caratteri della pietra cubica e li nascose nella sua coscia; dopo di che, uscito dal tempio, lasciò il paese e cominciò a stupire il popolo con i suoi miracoli. I morti erano risuscitati al suo comando, i lebbrosi e gli ossessi erano risanati. Le vere accuse fatte a Gesù, secondo l’autore di Tela Ignea Satanae (Dardi ignei di Satana) sono due: 1) che egli scoprì i grandi Misteri del loro Tempio, essendo stato iniziato in Egitto; 2) che li aveva profanati esponendoli al volgo, che non li comprese e li sfigurò.
Da parte ebraica tramite il Sepher Toldos si afferma invece che, incapace di rimuovere la pietra cubica del santuario, Gesù ne fabbricò una di creta che mostrò alle nazioni facendola passare per la vera pietra cubica di Israele. Andando oltre le allegorie e ai depistaggi si comprende l’importanza della pietra cubica custodita nel tempio che con l’Arca dell’Alleanza rappresentavano i poteri spirituali e materiali del popolo ebraico.
È degno di nota che i Mussulmani venerano una pietra cubica nera custodita in un edificio cubico rivestito di drappi neri, La Kaaba. Molti musulmani credono che la pietra La pietra descritta come una roccia scura e frammentata sia in realtà un meteorite che possiede poteri soprannaturali. Se la pietra non è di forma cubica allora perché è così definita ed è posta in un edificio cubico, e quali segreti nasconde? Durante il rituale hajj, i pellegrini devono camminare per la Kaaba Sette volte in senso antiorario.
La pietra cubica era tra i Greci, il simbolo del dio dei Misteri Ermes, questa pietra veniva unta ogni Sette giorni. All’interno del Cubo sacro era custodita l’Arca dell’Alleanza.
L’ARCA DELL’ALLEANZA E LA COPPIA DI CHERUBINI
Per l’Arca dell’Alleanza del Signore fu apprestata una cella nella parte più segreta del tempio. La cella interna era Lunga 20 Cubiti e Alta 20. La rivestì d’oro purissimo e vi eresse un altare di cedro. Salomone rivestì l’interno del tempio con oro purissimo e fece passare, davanti alla cella, un velo che scorreva mediante catenelle d’oro e lo ricoprì d’oro.
Nella cella fece Due Cherubini di legno di ulivo, alti 10 Cubiti. L’ala di un Cherubino era di 5 Cubiti e di 5 Cubiti era anche l’altra ala del Cherubino; c’erano 10 cubiti da un’estremità all’altra delle ali. Di 10 Cubiti era l’altro Cherubino; i due Cherubini erano identici nella misura e nella forma. L’altezza di un Cherubino era di 10 Cubiti, così anche quella dell’altro.
Il libro della Genesi mette i Cherubini a guardia del perduto Eden, ed il Vecchio Testamento si riferisce frequentemente a loro come ai Guardiani della Gloria Divina. Sono esseri intelligenti e potentissimi, col cui aiuto si succedono nel mondo gli avvenimenti di ordine naturale e spirituale, due loro rappresentazioni alate, stavano sull‟Arca del Patto nel “Sanctum Sanctorum”. Il numero Due dei Cherubini a guardia dell‟Arca ci sta ad indicare che essi rappresentano la polarità positiva e negativa, che a livello fisico eterico rappresenta il potere elettromagnetico, la folgore.
FIGURA 1. ARCA E CHERUBINI NEL SANCTUM SANCTORUM
Ezechiele nel primo capitolo del suo libro, della sua visione, nella quale egli vide la “sembianza di un uomo” nelle quattro creature viventi che avevano “quattro facce e quattro ali” con un paio di “piedi dritti... che brillavano come bronzo brunito... e i loro quattro cerchi erano pieni di occhi tutt‟attorno”. “E i suoi piedi come bronzo prezioso arroventato in una fornace (Apocalisse, I, 15). “E le loro facce avevano il volto di un Cherubino, e quello di un leone... e quello di un toro e quello di un’aquila” (Ezechiele, I, 10; X, 14). Questa quadruplice apparenza, la troviamo nei due Cherubini d‟oro ai due estremi dell‟Arca. Quale potere tremendo era custodito nel luogo santo perché gli Ebrei spiegano che il suono dei campanelli “viene udito (dal Signore) quando egli (il sacerdote) entra nel luogo sacro dinanzi al Signore, e quando ne esce perché non muoia” (Esodo; XXVIII, 33; Eccles. XIV, 9).
L‟Arca del Patto di YHVH corrisponde al potere generatore inteso su più livelli, cui al livello fisico eterico è elettricità, folgore. A un livello superiore troviamo la risposta nel nome di YHVH, dove la “I” sta per la lingua o fallo, la prima “H” per l'utero, la “V” per gancio o artiglio, e la seconda “H” per apertura. È il simbolo del potere generatore maschile-femminile. Mosè proveniva dall‟Egitto. L‟Arca di Osiride con le sacre reliquie del dio, era della stessa misura dell‟arca degli Ebrei, portata nelle processioni sacre dai sacerdoti con bastoni passati attraverso i suoi anelli di sostegno, come l‟Arca intorno alla quale danzò David. L‟Iside alata era il cherubino, o Arieh in Egitto, secoli prima che vi giungessero Abramo e Sara. L‟Arca dell‟Alleanza era stata fatta fare da Mosè nel deserto. YHWH sul monte della rivelazione Oreb ordinò a Mosè: “E mi facciano un santuario, si che io abiti in mezzo a loro. E lo farete secondo il modello del tabernacolo e di tutti i suoi arredi che io vi mostrerò” (Esodo XXV, 8, 9). “Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza” (Esodo XXV, 10). L‟Arca fu chiamata “Aronj ha-berit”, cioè la Casa del Patto o Alleanza. I Testi più antichi citano l‟Arca come sgabello di YHWH, sul Monte Sinai scendeva la divinità e ne faceva il suo sgabello. In altri passi biblici l‟Arca è ancora chiamata e “Lo sgabello dei piedi di Dio” (Salmi 99:5; Salmi 132:7; 1 Cronache 28:2).
Mosè proviene dall‟Egitto. Mosè era del Tempio e fu istruito in tutta la scienza dei Faraoni (Atti VII-2). Tebe possedeva un‟arca sacra lunga 300 cubiti', e si dice che 'in Ebraico, la parola Thebes abbia lo stesso significato di ark, il che è un semplice riconoscimento del luogo al quale il popolo eletto è debitore della propria Arca. “Quando Mosè entrava nella tenda di convegno per parlare con il Signore, udiva la Sua voce che gli parlava dall’alto della Kapporet che è sull’Arca della Testimonianza, fra i due Cherubini” (Numeri 7:89; vedi anche Levitico 16:2 e Esodo 35:22). L‟Arca al tempo di Mosè era posta nel luogo più sacro del Tabernacolo, poi con re Salomone all‟interno del Tempio di Gerusalemme: il Kodesh Kodashim, l‟area inaccessibile in cui solo il Sommo Sacerdote poteva entrare, ed esclusivamente in occasione della festività di Yom Kippur. La Torah racconta che, ai tempi delle peregrinazioni degli Ebrei nel deserto, la Gloria di Dio si manifestava in maniera visibile, sotto forma di una nube, proprio sopra il coperchio dell‟Arca: Se effettuiamo il rapporto delle misure dell‟Arca otteniamo 2,5/1,5 = 5/3. Il rapporto 5/3 esprime a livello musicale la sesta maggiore (LA).
I due numeri del rapporto 5 e del 3, sono due elementi della serie di Fibonacci, dove ogni numero è il risultato della somma dei due numeri precedenti: 1 - 1 - 2 - 3 - 5 - 8 …; facendo il rapporto tra due numeri consecutivi della serie di Fibonacci, tale rapporto 5/3 = 1,666. Il rapporto tra due elementi consecutivi della serie per numeri molto grandi tende al valore aureo 1,618.
La Genesi ebraica tratta anche un‟altra Arca quella di Noè. "E questa è la forma della qual tu la farai: la lunghezza di essa sia di 300 cubiti,e la larghezza di 50 cubiti, e l'altezza di 30 cubiti." (Genesi 6:15)
- Rapporto lunghezza / larghezza: 300/50 = 6
- Rapporto lunghezza / altezza: 300/30 = 10
- Rapporto larghezza / altezza: 50/30 = 5/3 = 1,666
Il rapporto 5/3 lo ritroviamo anche nel palazzo di Salomone noto come la Foresta del libano “Salomone … Fabbricò prima di tutto la casa della Foresta del Libano, di 100 cubiti di lunghezza, di 50 di larghezza e di 30 d’altezza (1Re 7: 1-2)… Fece pure il portico di colonne, avente 50 cubiti di lunghezza e 30 di larghezza” (1Re 7: 6). Ritroviamo i numeri 50 e 30 il cui rapporto è 50/30 = 5/3! Questo rapporto di 5/3 ci dice che l’uomo perfetto, l’Iniziato, l’unto, il cui numero è Cinque (5) si rapporta con la Divinità, il cui numero è Tre (3) elevandosi verso essa.
HEKAL O NAVATA DEL TEMPIO
La cella cubica o Debir del Santo dei Santi era separata dall’Hekal o navata da una parete munita di porta a due battenti.
E per l’ingresso della stanza più interna fece battenti di legno di ulivo colonne laterali e stipiti, come una Quinta parte.
Troviamo il numero 5 come rapporto tra superfici della parete della cella e la porta a due battenti.
Cinque è il numero dell’uomo perfetto Unto o Iniziato.
- 4/5 la superficie della parete chiusa. La lunghezza di corda nella nota MI, la terza maggiore.
- 1/5 la superficie di due battenti della porta.
- 1/10 la superficie di un battente.
I due battenti della porta di legno di ulivo erano scolpiti Cherubini e fiori. Salomone come fece costruire due Cherubini di legno d’ulivo a guardia dell’Arca, così fece scolpire i Cherubini sui battenti della porta della navata verso la cella.
Analogamente ai templi fenici, le decorazioni a forma di palma e Cherubini provenivano probabilmente da Tiro, in quanto in Ezechiele 28:13.14 si descrive il re di Tiro - che era anche sommo sacerdote - come residente nel giardino di Dio. Probabilmente, sia a Gerusalemme che a Tiro i Cherubini le palme erano residui di una concezione preesistente che identificava la residenza divina con il Giardino dell’Eden.
Omero scrisse spesso dell’ulivo nei suoi poemi e lo elevò a simbolo di pace e di vita. Fu proprio per mezzo di un possente tronco di ulivo che Ulisse e i suoi compagni riuscirono ad accecare il gigante Polifemo; infine costruì il letto nuziale ricavandolo da una pianta di ulivo, che così diventa emblema di unione e dedizione. L’ulivo era considerato sacro ad Atena la dea della Sapienza Arcana.
Fece pure, per la porta del tempio, degli stipiti di legno d’ulivo, che occupavano il Qquarto della larghezza del muro, e due battenti di legno di cipresso; ciascun battente si componeva di due pezzi mobili.
La porta dell’ingresso della navata occupava ¼ della larghezza del muro che significa
- 3/4 la superficie della parete chiusa. La lunghezza di corda nella nota FA, la quarta giusta.
- 1/4 la superficie di due battenti della porta.
- 1/8 la superficie di un battente.
Domina nell’ingresso al tempio il numero 4, la stabilità della forma.
Questa porta aveva in legno di ulivo solo gli stipiti, e in cipresso i battenti. Il cipresso rappresenta da sempre il culto dei morti, in termini misterici la liberazione dalla prigione della forma materiale. Cipresso indica l’anima che si avvia verso il regno celeste.
Prima dell’ingresso alla cella cubica era posto l’altare d’oro dell’incenso. Davide diede a Salomone, suo figlio, il modello del vestibolo e degli edifici, delle stanze per i tesori… l'oro puro per l'altare dell'incenso aromatico, indicandone il peso. Cronache (1: 28).
L’altare dell’incenso nel deserto era collocato alla fine del compartimento Santo del tabernacolo, vicino alla tenda che lo divideva dal Santissimo (Esodo 30:1;37:25; 40:5,26,27).
Fece 10 candelabri d'oro, secondo la forma prescritta, e li pose nella navata: 5 a destra e 5 a sinistra. Fece 10 tavoli e li collocò nella navata (Hekal), 5 a destra e 5 a sinistra ... Disporrai i pani in due pile, sei per pila, sulla tavola d’oro puro davanti a YHVH, fatta mediante il fuoco. Su ogni pila metterai incenso puro, che servirà al posto del pane come offerta Levitico (24:5-7). I 10 tavoli ospitavano i pani dell’offerta in numero di 12 come ci informa il Levitico. I 12 pani che vi si consacravano corrispondevano ai 12 mesi dell'anno ed ai 12 segni dello Zodiaco.
Il Sepher Yetzirah o Libro della Formazione, narra di 10+22 =32 sentieri della Sapienza divina. Trentadue meravigliosi sentieri di sapienza tracciò Iddio Signore delle schiere … creò il suo mondo con tre strumenti: la scrittura, il calcolo e la parola … 10 Sephiroth di determinazione e 22 lettere di fondamento.
Il Sepher Yetzirah (Jetzirah) è un trattato Cabalistico molto antico, anche se la critica moderna lo attribuisce al VI secolo, fu scritto a babilonia dal Rabbi Akiba, che fu il maestro e istruttore di Simeon Ben Iochai, detto il principe dei cabalisti e autore del Zohar, o Libro dello Splendore. Le opere misteriche cabaliste come il Siphrah Dzeniutha, il Sepher Yetzirah, lo Zohar di Simeon Ben Iochai si rifanno tutti a una tradizione o insegnamento primordiale. Gli Ebrei dopo la prima distruzione del Tempio furono portati a Babilonia tra i Caldei. A Babilonia al tempo della cattività, il dotto scriba Esdra riscrisse il Pentateuco.
Dieci Sephiroth b'limah (senza che cosa); come il numero delle Dieci dita: Cinque di fronte a Cinque, e l'Alleanza unica nell’asse centrale, fondata con la parola della lingua e con l'incisione nella pelle. Sepher Yetzirah 1-3.
Il Sepher descrive i 10 Sephiroth, Cinque di fronte a Cinque e con l’Alleanza nell’asse centrale.
Il Tempio coperto è formato da due parti, il Cubo dove dimora nel buio il Santo dove non si poteva entrare e la navata dove entravano i sacerdoti. Nella navata erano poste 10 Candelabri a Sette braccia Cinque di fronte a Cinque posti su 10 tavoli. Questi Candelabri rappresentano le 10 Luci, le emanazioni della Luce Celeste i Sephiroth. I Candelabri in numero di Dieci sono rappresentati con Sette Luci, per alludere che i Dieci sono divisi in Sette Luci visibili nel mondo della forma, e Tre Luci non visibili, perché spirituali, nel mondo dell’Essere. Nel Tabernacolo mobile di Mosè nel deserto vi era un solo candelabro d’oro.
LE DUE COLONNE ALL’INGRESSO DEL TEMPIO
Tra i particolari del Tempio ispirati dai templi fenici di Tiro vi erano le due colonne Jachin o Yakin (Vittoria) a destra emblema della vita, bianca o maschile, e a sinistra Boaz (Forza) di color rosso o nero. Erodoto (Storie II,44) narra che il tempio di Tiro ne conteneva due, una di smeraldo e una d’oro.
Le due colonne di destra e di sinistra simboleggiano rispettivamente la Saggezza, Chokmah, cioè la seconda Sephirah[1], e Boaz l’Intelligenza, cioè la terza Sephirah Binah, mentre il Tempio compreso fra i due era considerato come Kether, la prima Sephirah, la corona, Padre-Madre. Le due colonne di bronzo Jachin e Boaz, emblema della Polarità, avevano spessore 4 dita, ed erano alte 18 cubiti e di 12 cubiti di circonferenza, sormontati da capitelli alti 5 cubiti.
FIGURA 1. INGRESSO EST DEL TEMPIO CON COLONNE JACHIN EBOAZ (B. Stade[2])
FIGURA 2. CAPITELLO COLONNE INGRESSO TEMPIO
Sette catenelle per ogni capitello di colonna per un totale di 2x7=14. Le tre parti del Tempio sono lunghe 70 cubiti, cioè 10x7. Inoltre dispose le melagrane su due file 2x100 = 200, per un totale di 2x200 = 400 melagrane.
La melagrana è uno dei Sette (7) frutti elencati nel Deuteronomio (8:8) come speciali prodotti della "Terra Promessa". Nel “Cantico dei Cantici” di Salomone, l’amata Shulamith è paragonata ad un giardino pieno di alberi di melograno e l'amore potrà essere consumato proprio quando gli alberi saranno fioriti. Si dice che Salomone abbia disegnato la sua corona basandosi sulla "corona" (calice) del melograno.
Il libro dell’Esodo (28:33 – 34) descrive il me'il (vestito dell'efod) indossato dal Sommo sacerdote con 72 melograni ricamati sull'orlo, alternati a campanelli d'oro, che si potevano udire quando il sommo sacerdote entrava e usciva dal Santo dei Santi. Il numero 72 è il valore numerico triangolare del Tetragramma ebraico YHVH.
Il numero delle melagrane per capitello era 200, il doppio, di 100, cioè la polarità. Il numero 100 oltre ad essere la somma dei cubi dei primi quattro numeri interi, cioè la Tetractis dei cubi, è 13+23+33+43=100. Il Cubo è il luogo dove dimora il Santo dei Santi.
Inoltre 100 è anche la somma di 72+28, cioè del numero 72 dei campanelli e melagrane dell’abito del Sommo Sacerdote, e del numero 28 il settimo numero triangolare.
Il primo verso della Bibbia è composto di 7 versi e 28 lettere ebraiche: “Bereshit bara Elohim et ashamaim vet harets”, normalmente tradotte “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Il numero totale delle lettere ebraiche che formano le 7 frasi è 28, numero che si riferisce alla durata del mese lunare e la Luna che è la Madre della generazione. Il frutto della melagrana è anch’esso simbolo di generazione. Osiride visse 28 cioè 2x14 anni prima di essere ucciso e smembrato in 14 pezzi da Seth e dai 72 congiurati, che lo rinchiusero in una Bara, o Arca, precipitandolo nel mare.
I capitelli, che erano in cima alle colonne nel portico, erano fatti a forma di giglio, ed erano alti quattro cubiti. Il giglio è citato 16 volte nella Bibbia, ma non sempre col termine giglio si intende il fiore che conosciamo noi. Nel Cantico dei Cantici di Salomone il giglio è un simbolo di bellezza, fertilità e prosperità. Quando si citano i gigli come decorazione del Tempio di Salomone è probabile che si tratti in realtà di ninfee o fiori di loto. Il giglio d’acqua dunque il loto egizio. Il Loto è un fiore che pur affondando le sue radici nel fango si mantiene puro e immacolato. Il fiore di Loto si apre all’alba e chiusura al tramonto. In cima alle colonne il loto o giglio era rappresentato aperto. Il Loto, è un simbolo scelto ed antichissimo del Cosmo stesso, perché il seme del Loto contiene in sé una perfetta miniatura della pianta futura, e questo simboleggia la realtà che i prototipi spirituali di tutte le cose esistono nel mondo immateriale prima che esse siano materializzate sulla terra.
Questi fiori di loto o gigli d’acqua erano alti ciascuno 4 cubiti.
- Il rapporto altezza solo colonna e sua circonferenza 18/12 = 3/2 corrisponde alla nota musicale SOL, la quinta giusta.
- Il rapporto altezza totale (colonna capitelli e fiore) e circonferenza è (18+5+4)/12 = 27/12 = 9/4 = (3/2)2.
Senza il fiore l’altezza delle colonne è 23 cubiti. La cosa interessante del DNA è che per creare un set completo di cromosomi da ciascun genitore devi avere 23 cromosomi. C'è solo 1 cromosoma sessuale da ciascun genitore dato a ciascun gruppo di 22 cromosomi per formare il nostro DNA di 46 cromosomi.
Le Cronache (2 3:15) descrivono le due colonne alte 35 cubiti, probabilmente questo valore è comprensivo della base su cui poggia la colonna. Se l’autore intendeva come altezza quella comprensiva dei fiori di sommità allora le basi delle colonne erano alte 35-27 = 8 cubiti.
Nell’altezza totale di 35 cubiti è 7x5, ritroviamo il sette numero del mistero e cinque numero dell’uomo. La costruzione del Tempio di Salomone rappresenta anche la rappresentazione simbolica della graduale conquista della sapienza segreta o magica; l’edificazione e lo sviluppo dello spirituale dal terreno; la manifestazione del potere e dello splendore dello spirito nel mondo fisico attraverso la sapienza e il genio del costruttore. E questo il “Tempio” che può essere eretto senza che si oda rumore di martello o di altro strumento di ferro mentre è “in costruzione”. In Oriente questa scienza é chiamata, in certe regioni, “il Tempio dai sette piani”, in altre “dai nove piani”; ogni piano corrisponde allegoricamente a un grado di conoscenza acquisito.
[1] Sephiroth al plurale e Sephirah al singolare.
[2] B. Stade Geschichte des Volkes Israel. Berlino 1887. Citato da Richard Andrews in “Il monte sacro del Tempio”.
LA STRUTTURA ESTERNA DEL TEMPIO
Contro il muro del tempio costruì all'intorno un edificio a piani, cioè intorno alle pareti del tempio, sia dell'aula sia del sacrario, e vi fece delle stanze. Il piano inferiore era largo 5 cubiti, il piano di mezzo era largo 6 cubiti e il terzo era largo 7 cubiti… alto 5 cubiti per piano.
Salendo di piano si parte dal valore 5 di cubiti il valore dell’uomo per poi passare al 6, il macrocosmo, e giungere al numero 7, il mistero rivelato. La larghezza del tempio è incrementata di 2x7=14 cubiti. Le stanze appaiono piccole quelle del piano terra erano un cubo di lato 5 cubiti, e dovevano servire per lo studio la meditazione e la preghiera individuale dei sacerdoti.
L’altezza dei tre piani è 3x5 = 15 cubiti, il quinto numero triangolare.
FIGURA 1. MODELLO DEL TEMPIO DI SALOMONE[1]
Le camere che circondavano il Sancta Sanctorum del Tempio di Salomone sono descritte in Cronache I (28:12) come magazzini per il tesoro sacro. Queste hanno equivalenti nei templi Babilonesi ed Egiziani con camere simili, che circondavano il naos, o sala ipostila, e venivano usate per lo stesso scopo. Il "lavacro" trova un parallelo nei templi babilonesi in una grande vasca detta apsu profondo. Come lo ziggurat rappresentava un monte, così lapsurappresentava il mare: il Tempio diventava un mondo in miniatura. Lapsu era usato fino dai tempi di Gudea e continuò ad esserlo fino alla fine della storia babilonese; era fatto in pietra ed finemente decorato. Nel Tempio di Salomone non vi era un equivalente della sala ipostila egizia; questa caratteristica fu introdotta nel palazzo di Salomone. La "casa delle foreste del Libano" e il "portico delle colonne" ricordano da vicino le sale ipostile interna ed esterna di un tempio egizio.
L’interno del tempio rappresenta il mondo divino con le sue 10 Sephiroth. L’esterno del Tempio rappresenta il mondo della creazione materiale.
Lo Sepher Yetzirah o Libro della Formazione pone al centro della creazione la potenza generante della Parola di Dio, perché essa possa esistere, è ovviamente necessario disporre di un linguaggio e di un alfabeto. Nel secondo capitolo del Libro della Formazione si parla delle 22 consonanti.
Di fronte all'ingresso del tempio era presente un cortile dei sacerdoti, di ampiezza imprecisata, recintato da un muro di pietra e legno. Conteneva l'altare di bronzo degli olocausti, il lavabo detto il Mare di bronzo sostenuto da 12 buoi, e 10 lavabi di bronzo destinati ai sacrifici animali.
Fece un ampio lavabo di bronzo il "Mare di bronzo" con diametro 10 cubiti perfettamente rotondo e altezza 5 cubiti e una corda di 30 cubiti lo poteva cingere intorno. Sostenuto da 12 buoi di bronzo. Tre guardavano verso settentrione, Tre verso occidente, Tre verso meridione e Tre verso oriente. 1 libro dei Re 7, 23.
Dal testo si deduce che il Mare di metallo fuso fatto costruire da Re Salomone aveva una circonferenza di 30 cubiti e un raggio di 5 cubiti (diametro di 10 cubiti), e uno spessore di 5 dita (un palmo), il suo orlo, fatto come l'orlo di una coppa, aveva la forma di un fior di giglio (come per le due colonne). Il mare era destinato alle abluzioni dei sacerdoti.
FIGURA 2. IL “MARE” (Disegno tratto da B. Stade)
- Il rapporto circonferenza altezza del lavabo Mare di bronzo 30/5 è uguale a 6.
- Il rapporto circonferenza diametro del lavabo Mare di bronzo 30/10 è uguale a 3.
I numeri Tre e Sei li ritroviamo dei buoi che reggono il lavabo.
Il "Mare" poggiava su 12 (2x6) buoi rivolti e diretti in gruppi di 3 nelle 4 direzioni, come a voler rappresentare che tale "Mare" intendeva estendersi al mondo intero, alle acque dello spazio, e i buoi i 12 segni zodiacali divisi in quattro gruppi di tre e polarizzati tra loro.