Dottrina Pitagorica degli opposti - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Dottrina Pitagorica degli opposti

Sapienza Pitagorica

ASCOLTATE, O FIGLI DELLA TERRA, I VOSTRI ISTRUTTORI — I FIGLI DEL FUOCO. IMPARATE CHE NON VI È NÈ PRIMO NÈ ULTIMO; POICHÈ TUTTO È UN NUMERO, EMERSO DAL NON-NUMERO. (Dzyan, Stanza IV, I)

Vi sono due tipi di numeri: le Cifre, che sono spesso semplici veli, e i Numeri Sacri, il cui valore è conosciuto per mezzo dell’Iniziazione. Le cifre sono dei glifi convenzionali, appartenenti al piano fisico, i Numeri Sacri sono puramente metafisici. Non risponde al vero che lo Zero non era conosciuto nell’antichità, rivestiva un aspetto sacro ed era indicato con il simbolo del Cerchio. Lo Zero è il contenitore e il contenuto di tutte le coppie di numeri, infatti, in matematica è il risultato della somma di tutti i numeri positivi e negativi, siano essi reali o immaginari, cioè il Tutto. Lo Zero è il Non Numero, l’Indeterminato che contiene tutti i numeri latenti in sé. Lo Zero il Nulla per i nostri sensi fisici, diverrà cifra solo quando sarà preceduto da un altro numero.

Secondo Pitagora, solo l’Uno era buono e armonioso, perché nessuna disarmonia può procedere da Uno solo. Di qui la parola latina “Solus” riferita al Solo ed Unico Dio lo Sconosciuto di Paolo. Dall’Uno viene la determinatezza. Se l’Unità fosse rimasta pura e non mescolata, la Materia non avrebbe assolutamente subito alcuna divisione: ma una volta combinata con la forza di separazione della Diade, provocò nella natura divisioni e scissioni. La Diade è l’elemento costitutivo di qualsiasi sconvolgimento e disordine.

I Pitagorici detestavano il Binario, che per loro era l’origine della differenziazione, quindi di contrasti, della discordia, della materia. Nella Teogonia di Valentino, Bythos e Sige (l’Abisso, il Caos, la Materia nata nel Silenzio) costituisce il Binario primordiale. Però, per i primi Pitagorici la Diade era lo stato imperfetto nel quale cadde il Primo Essere manifestato quando si distaccò dalla Monade. Era il punto dal quale le due strade — il Bene e il Male— si biforcavano. Tutto ciò che aveva due facce, e che perciò era falso, da loro era chiamato “binario”.
La Dottrina Pitagorica delle Dieci coppie (secondo gli scritti di Aristotele):

  1. LIMITE                     ILLIMITE
  2. DISPARI                   PARI
  3. UNO                        MOLTEPLICE
  4. DESTRO                   SINISTRO
  5. MASCHIO                 FEMMINA
  6. IMMOBILE                IN MOVIMENTO
  7. DRITTO                   CURVO
  8. LUCE                       OSCURITA'
  9. BUONO                    CATTIVO
  10. QUADRATO              RETTANGOLO
Dalla parte del limite troviamo anche la luce che “dà colore alle cose”, determinandone i limiti; viceversa l’oscurità nega i limiti delle cose e perciò è in corrispondenza con l’indeterminato. Questa Dottrina degli Opposti è fondamentale per i Pitagorici. I Numeri Interi indicano delle entità incorrotte. I Numeri Interi si dividono secondo due qualità Chiari o Dispari e Oscuri o Pari.

Si hanno due serie di qualità cosmologiche indicate come Chiare o Oscure: “Luminose, diurne, maschili, calde, solari, tendenti alla forma (limite) e alla quiete (centripete)”. Oscure, notturne, femminili, fredde, lunari, tendenti all‘aformale (illimite) e al moto espansivo (centrifughe).
Si hanno due serie di qualità cosmologiche indicate come Chiare o Oscure: “Luminose, diurne, maschili, calde, solari, tendenti alla forma (limite) e alla quiete (centripete)”. Oscure, notturne, femminili, fredde, lunari, tendenti all‘aformale (illimite) e al moto espansivo (centrifughe).

L’Armonia, precisa Filolao, non può che nascere necessariamente da un certo equilibrio tra i contrari, non dall’impossibile espulsione di uno dei due:
«… perché Armonia è unificazione di plurimescolati elementi e consenso di dissenzienti» (Framm. 10).
Quindi tutte le energie, benché considerate benefiche o malefiche secondo i diversi punti di vista, concorrono all’equilibrio del Tutto e a tal fine sono parimenti necessarie.
Platone nel finale del Protagora pone il problema di quale sia la «Scienza salvifica», e in definitiva la risposta e questa: “La salvezza dipende dalla «scienza del pari e del dispari», che è anche «arte del Numero», cioè «arte della Misura», poiché essa ci guida verso la realizzazione della Misura armonizzatrice nella nostra interiorità”.

I numeri dispari sono maschili, i numeri pari sono femminili. Quando si dice maschile e femminile, non si parla di un genere specifico s’intendono i “tratti di energia maschile e femminile” che ogni essere umano porta dentro di sé. La superficialità nell’interpretare la Dottrina Pitagorica e l’interpretazione di Aristotele che non essendo Iniziato mal comprese la Dottrina Pitagorica, ha portato ad affermare che i Pitagorici non consideravano le donne, esse non avevano voce in capitolo, anzi erano viste come il Male, dimenticando che Pitagora accettava come allievi sia maschi sia femmine e dei suoi ventotto allievi tre erano femmine. Clemente Alessandrino nelle sue Stromata attesta l’eccellenza delle donne pitagoriche. Tra queste donne c’era Teano, che da discepola divenne insegnante ed in seguito anche moglie di Pitagora. Secondo Aristotele, tali forze vengono indicate anche come «bene» e «male»: ciò è accettabile solo a patto di non dare a tale espressione un significato moralistico del tutto fuorviante.

L’Anima, perché Numero che muove se stesso, è forza autonoma e assume, in una scala di valori metafisici, ordinati sul grado di armonicità, una posizione intermedia e mediatrice fra il numero inferiore della realtà corporea e il numero superiore dell’Armonia Superiore della Monade divina. È quindi con la combinazione della dottrina degli opposti con quelle dell’Armonia e del Numero che si compone l’unità della filosofia pitagorica, perché l’Armonia in cui i contrasti si annullano, elimina l’urto dei pluralismi rappresentato dagli stessi opposti.

Pitagora, Timeo di Locri, Platone, dicevano che l’anima umana procedeva dall’Anima Universale. Timeo di Locri ci informa che l’Anima del Mondo nasce dall’interazione di due opposti. L’Anima, è in rapporto con lo Spirito e con la Materia, è quindi mediana, condizione divina posta nel corpo terreno.

L’Anima umana, Phren (secondo Pitagora), è in rapporto con la coppia di opposti, chiamati:

  • Nous, (Intelligenza Divina), Anima noetica o razionale.
  • Agnoia (follia), Anima irrazionale, priva di ragione.

Tre tipi di Anime:

  • Al livello terreno più basso, corruttibile, c’è l’Anima Irrazionale dei comportamenti viscerali e degli istinti .
  • A livello intermedio c’è l’Anima delle Emozioni: ha sede nel torace e oscilla continuamente tra razionalità e irrazionalità.
  • Infine, al livello superiore, c’è l’Anima Razionale: la mente pura, che risiede nel cervello, da dove controlla le altre due anime sottoposte.

Alogon indicava un rapporto incommensurabile, un numero irrazionale come la diagonale di un quadrato. Alogon era utilizzato da Pitagora e Platone per indicare l’anima irrazionale nell’uomo.

La Diade secondo Pitagora dà origine ai numeri irrazionali che indicano entità disintegrate il Caos, il disordine. Il Numero Irrazionale non può essere scritto come una frazione “a/b” con “a” e “b” interi.

  • L’irrazionalità è data da Due elementi, che simboleggiano la molteplicità.
  • La ragione è ordinata e Unica, mentre l’irrazionalità è molteplice.
  • I Numeri Irrazionali sono numeri la cui espansione non termina mai e non forma una sequenza periodica.
  • I Numeri Irrazionali sono esattamente esprimibili a livello geometrico, come ad esempio la diagonale di un quadrato.

I motivi di un riserbo sui numeri irrazionali

  • Alogon indicava un rapporto incommensurabile, irrazionale;
  • Alogon era utilizzato da Pitagora e Platone per indicare l’anima irrazionale nell’uomo.

Pitagora identifica:
  • La perfezione con il Finito.
  • L’Infinito è concetto negativo, perché rappresenta ciò che, in quanto non misurabile, non è perfettamente conoscibile: è identificato con l’imperfezione .
  • L’incommensuralità, comporta l’allontanamento dall’Uno Principiale verso la dispersione.

Platone, nel dialogo Filebo, paragona il piacere a un numero “irrazionale”. Il piacere, in effetti, si sviluppa secondo il più e il meno, l’eccesso e il difetto. Pratichiamo il metodo matematico secondo le dottrine Pitagoriche, trascuriamo sempre ciò che è indeterminato e particolare, e ci soffermiamo di risalire a ciò che è generale e determinato ...
Il Cosmo, che per i Pitagorici è Ordine e Bellezza, non risulta dall’emarginazione della forza “negativa“ da parte di quella “positiva“, come si potrebbe ingenuamente supporre, bensì proprio dalla loro integrazione.

E i sapienti, invece, dicono … che a tenere insieme cielo e terra, Dèi e uomini, sono la comunanza, l’amicizia, l’ordine, la temperanza, la giustizia, e, proprio per questo, amico mio, essi danno a questo insieme il nome di cosmo (ordine), e non quello di acosmia (disordine), né quello di dissolutezza. (Platone Gorgia)
Per Filolao: «La natura cosmica risulta dall'accordo di Limite e Illimite».

Il sentiero tracciato da Pitagora, implica un percorso a ritroso, il superamento ed il riassorbimento della molteplicità e delle contrarietà che caratterizzano il mondo manifesto, cioè il ritorno all’Uno.
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