Lez.22 - Il Triplice Filo - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
Vai ai contenuti

Lez.22 - Il Triplice Filo

La dottrina del Filo d'Oro III Antahkarana
SUTRATMA - ANTAHKARANA - ATTIVITÀ CREATIVA

La colonna vertebrale dell’uomo ospita un triplice cordone o canale energetico, composto: dal filo della Vita dal filo della Coscienza, dal filo dell’Attività creativa.
 
  • Il filo della Vita giunge dalla Monade e si ancora nel centro del cuore. Il primo filo, detto Sutratma, collega e vivifica tutte le forme in un solo complesso funzionante ed incorpora in sé la volontà e il proposito dell’entità che si esprime, sia essa Dio, un uomo, o un atomo. Il Sutratma è la vita che s’immerge nella forma.
  • Il filo della Coscienza, giunge dall’Anima, è costruito per superare la lacuna tra il mentale inferiore e superiore. Si ancora nel centro della sommità della testa. Il filo della Coscienza detto Antahkarana, è il ritorno della vita infusa di coscienza. Il Sutratma è la base dell’immortalità, l’Antahkarana è la base della continuità di coscienza.
  • Il filo dell’Attività creativa iniziato e costruito dalla personalità umana, quando è sufficiente e resistente, si ancora nel centro della gola. Il filo dell’Attività creativa è la via dello Spirito puro, costruito lentamente dall’uomo nel corso della vita.

H.P. Blavatsky spiega che il Cuore è il re del corpo, il suo organo più importante. La coscienza puramente animale è composta dalla coscienza di tutte le cellule del corpo, eccetto quelle del Cuore. Anche se la testa viene separata dall’addome, il Cuore continua a battere per mezz’ora. Se viene avvolto in ovatta e messo in un luogo caldo, la pulsazione continua per alcune ore. Nel cuore si trova un punto che è l’ultimo a morire, un punto segnato da una minuscola luce violetta, che è la sede della Vita, il centro di tutto. Nel Cuore vi è solo il Dio manifesto, gli altri due sono invisibili; questo Dio manifesto rappresenta la Triade Spirituale, Atma-Buddhi-Manas. Durante la vita irradia colori prismatici, vibranti e opalescenti. Il Cuore è il centro della Coscienza Spirituale, e poiché il cervello è il centro della Coscienza Intellettuale, da qui le fitte di rimorso per gli errori commessi, frecciate della coscienza.
 
L’Aura della Ghiandola Pineale vibra durante l’attività della Coscienza nel cervello e mostra il gioco dei sette colori. Questo tumulto e gioco di luce intorno alla Ghiandola Pineale sono riflessi nel Cuore, o meglio nell’Aura del Cuore, che è negativa per il cervello nell’uomo ordinario. La sua Aura poi vibra ed illumina i sette cervelli nel Cuore, così come quella della Ghiandola Pineale illumina i sette centri del cervello. Se il Cuore, a sua volta, diventa positivo e lascia impronte nel cervello, la Coscienza Spirituale raggiunge la coscienza inferiore[1].
 
Il cuore dell’uomo che è considerato la dimora dello Spirito ed è segnato da una croce. Non sappiamo a cosa si riveriva H.P.B. citando i sette cervelli del cuore, ma sappiamo che il cuore ha quattro cavità inferiori e tre divisioni superiori, per un totale di sette. Per Pitagora il numero Sette è il “veicolo di vita”, perché contenitore della Vita stessa essendo un Quaternario, la base, il contenitore, più una Triade, lo Spirito, la Vita che anima la Materia.
 
Figura 1. Il cuore e le sette divisioni

 
Il Sutratma opera dalla Monade al cuore cioè dall’alto in basso ed è la precipitazione della Vita nella manifestazione nel mondo della forma. È quindi il sentiero della Vita che dalla Monade scende alla personalità, passando per l’Anima. Convoglia l’energia di vita e va ad ancorarsi nel centro del cuore umano e in un qualche punto centrale d’ogni forma della divina espressione.
 
L’Antahkarana invece è tessuto, evoluto e creato per effetto di quella creazione primaria e opera dal basso all’alto, dall’esterno all’interno, dal mondo dei fenomeni fisici a quello delle realtà soggettive e del significato. Per mezzo dell’Antahkarana, la Via del Ritorno, l’uomo diviene consapevole della sua vita emotiva nelle sue varie forme e del mondo del pensiero; impara a pensare e comincia a funzionare coscientemente sul piano mentale, dove i pensatori dell’umanità — in numero sempre crescente — vivono, muovono e sono.
 
Mediante il filo della Vita, l’Anima crea e riproduce una personalità per cui mezzo agire. Con l’Antahkarana l’Anima sviluppa la capacità di discriminare il reale dall’illusorio sul piano fisico e in seguito, tramite il filo dell’Attività creativa impiegando la meditazione e il servizio, colma il varco fra i tre aspetti: concreto, astratto, intuitivo. Completa in tal modo la creazione del sentiero di ritorno al Centro, che deve correre parallelo a quello di emissione. I tre fili o canali energetici presenti nel corpo umano corrispondono ai tre aspetti del divino, alla Triade spirituale.
 
  • Il Filo della Vita[2] giunge dalla Monade ed è ancorato nel cuore. L’energia di vita, proveniente dalla Monade, che attraversa l’anima usata come canale e mezzo di contatto.
  • Il Filo della Coscienza giunge direttamente dall’Anima, ed è ancorato nel cervello nella ghiandola pineale. Questo filo getta il ponte o colma il vuoto tra l’unità mentale e l’atomo permanente manasico (mentale). Governa il meccanismo di risposta che chiamiamo cervello, e per suo mezzo dirige l’attività e induce consapevolezza in tutto il corpo mediante il sistema nervoso.  
  • Il Filo dell’Attività creativa è costruito dall’uomo, è un prolungamento del filo della Vita, è ancorato nella gola, ed è la sintesi degli altri due fili fondamentali; a sua volta è triplice, collega tre centri: il plesso solare, il cuore, e il centro Ajna tra i due occhi passando per la Gola.
Figura 2. Il Triplice Filo
 
 
I due fili Vita e Coscienza sono proiettati dal Sé Superiore, il filo triplice dell’Attività è proiettato dalla personalità, creando così un quintuplice filo. La stella a cinque punte è il simbolo dell’uomo risvegliato e dell’iniziato. Quando i due ed i tre sono legati al centro della gola, l’uomo diventa un creatore cosciente.
 
Il Maestro D.K. precisa:
 
  • I tipi inferiori dell’umanità usano il Sutratma che passa attraverso al corpo eterico.
  • Gli uomini medi utilizzano quasi completamente la parte di Sutratma che passa attraverso al piano astrale. Le loro reazioni sono fondate in gran parte sul desiderio e sono emotive.
  • Gli uomini intellettuali utilizzano il Sutratma che passa attraverso ai livelli inferiori del piano mentale, al piano astrale e giunge al fisico nelle sue due sezioni. Le loro attività sono energizzate dalla mente, e non dal desiderio come nel caso precedente.
  • Gli aspiranti sul piano fisico usano il Sutratma che passa nei due sottopiani inferiori dei livelli astratti del piano mentale, e cominciano a costruire per gradi l’antahkarana o ponte fra la Triade e la Personalità. Il potere dell’Ego comincia a farsi sentire.
  • I candidati all’iniziazione[3] e gli iniziati fino alla terza iniziazione utilizzano tanto il Sutratma che l’antahkarana, impiegandoli come un’unità. Il potere della Triade comincia a fluirvi, energizzando così tutte le attività umane sul piano fisico e vitalizzando in misura sempre crescente le forme pensiero dell’uomo.
 
I Tre centri energetici con i corrispondenti organi fisici del corpo, essenziali per la vita, sono:
 
  1. Il centro del Cuore e il cuore fisico. Qui ha sede il principio vita (l’aspetto Spirito). Vita e Spirito sono una cosa sola.
  2. Il centro della Testa e il cervello in cui alberga l’aspetto coscienza (l’aspetto Anima).
  3. Il centro pranico e la milza, dove risiede la vita della materia stessa (l’aspetto Materia). La milza è lo strumento più importante della forza vitale, ma è inerente alla materia stessa, indipendentemente dalla forma. È pertanto intimamente connessa al corpo fisico del pianeta.
 
Il Maestro D. K. insegna che triplice filo dell’Attività creativa si estende:
 
1. Dal corpo fisico all’eterico (vitale): inizia dal cuore e raggiunge la milza[4] e da qui al corpo eterico, unendo il corpo fisico al corpo vitale passando per l’atomo permanente fisico (eterico). Si unisce al campo di forza proveniente dai petali della volontà del loto egoico.
 
Attraverso la milza, il principio vitale (situato nel cuore) si collega al sistema della coscienza, connettendo gli organi materiali e la sostanza atomica del corpo fisico. Ciò significa che nella regione in cui si trovano la milza e il corrispondente centro soggettivo di forza, s’incrociano due grandi correnti di energia: la vitalità o vita fisica e la coscienza degli atomi che compongono la forma. La milza è un centro e organo sussidiario connesso al chakra del cuore.
 
Il secondo filo dell’Attività della personalità si estende:
 
2. Dal corpo fisico-eterico, considerati come un’unità, al corpo astrale o emozionale. Questo filo emana o è ancorato nel plesso solare, va al cuore, ed è portato verso l’alto al corpo astrale per mezzo dell’aspirazione, fino ad ancorarsi nel campo di forza dei petali dell’amore del Loto egoico.
 
Il secondo cavo energetico del triplice filo va dal plesso solare al cuore, all’atomo permanente astrale e poi al campo di forza dei petali dell’amore del loto egoico. Sul suo cammino raccoglie le energie del primo cavo. Con questo processo eterico e astrale sono collegati. Il passaggio al corpo astrale avviene dal collegamento del centro della milza astrale all’atomo permanente emozionale  o astrale.
 
Il terzo cavo o filo si estende:
 
3. Dal corpo fisico-vitale-emozionale considerato come unità al corpo mentale, passando dal centro frontale (Ajna) al centro della testa (Sahasrara). Un’estremità è ancorata nella testa e l’altra nei petali di conoscenza del Loto egoico, ed è provocata da un atto di volontà[5].
 
Figura 3. Prolungamenti triplice antahkarana verso i petali del loto egoico
 
 
Il terzo cavo parte dal centro Ajna, va al centro della Testa e raggiunge il campo di forza dei petali della conoscenza. Sulla strada s’intreccia con i primi due. Il passaggio dal corpo astrale al corpo mentale avviene dal collegamento del centro della milza mentale all’unità mentale.
 
Il trasferimento di energia dai chakra o vortici avviene dai centri inferiori verso quelli superiori su tutti i tre mondi o piani di coscienza dell’uomo. Lo schema è quello riportato nel trattato del Fuoco Cosmico.
 
Partendo dal settimo stato di materia o piano, quattro centri vorticosi si trovano sul quarto sottopiano di materia detto quarto etere. I quattro vortici sono il centro basale dove è assopita l’energia di Kundalini, il centro sacrale della generazione fisica, il vortice corrispondente alla milza e il centro solare sotto il diaframma. Gli altri tre vortici sono situati nei tre eteri superiori, il vortice della gola (attività) sul terzo sottopiano, quello del cuore (amore) sul secondo e quello della testa (volontà) sul primo.
 
Non compare il centro frontale o Ajna il cui compito è quello dell’occhio che vede e coordina. Il centro Ajna registra o focalizza l’intento di creare. Non è l’organo della creazione nello stesso senso del centro della Gola, ma incorpora l’idea che sta alla base dell’attività creativa e che precede l’atto di dare la forma ideale all’idea. Sul piano mentale astratto i tre chakra superiori non ci sono più al loro posto ci sono i corrispondenti petali del loto egoico.
 
Figura 4. La costruzione del triplice filo dell’Attività verso i petali del Loto Egoico
 
 
 
L’ascesa dell’energia dal corpo eterico, formato da materia-coscienza del piano fisico al corpo emozionale formato da materia-coscienza del piano emozionale, implica il passaggio attraverso la linea zero di confine o Punto Zero detto in oriente Laya: “Un Centro Neutro di Forza Latente, un punto in cui un corpo sparisce da un determinato piano o stato di materia per riapparire su un piano diverso”.  L’attraversamento del settimo punto Laya tra la materia del piano fisico e quelle dell’emozionale avviene quando un ANU di materia si unisce con uno di antimateria. Ricordiamo che quando i vortici energetici vanno da sinistra a destra, formano un atomo negativo. Le particelle negative o antiparticelle, sono l’antimateria. Una particella di antimateria ha la stessa massa e la grandezza di una particella di materia equivalente regolare ma una carica opposta.
 
L’ascesa della materia verso i mondi spirituali è possibile solo frantumando le particelle pesanti, e questo atto è possibile solo quando due particelle opposte si uniscono sotto l’azione della forza della Monade attraverso l’Anima, proveniente dall’alto e quella della personalità proveniente dal basso.
 
Quando ogni atomo positivo eterico (formato da 496 bolle) viene in contatto con uno negativo si scompone in 49 atomi emozionali (formati da 495 bolle), allo stesso modo quando ogni atomo positivo emozionale detto anche astrale, quando viene in contatto con uno negativo si scompone in 49 atomi mentali (formati da 494 bolle). Una coppia di Anu realizza il punto zero, La linea di confine fra la materia fisica del settimo e del sesto piano.
 
Figura 5. Passaggio settimo punto zero - disintegrazione ANU
 
 

Come l’Anima non è un loto dai dodici petali che galleggia nella sostanza mentale, ma è in realtà un vortice di forza o dodici energie legate insieme dalla volontà dell’entità spirituale (la Monade sul suo piano), così l’antahkarana non è una serie di fili di energia, tessuti lentamente dalla personalità fusa con l’anima e riuniti dai raggi corrispondenti proiettati dalla Triade Spirituale, ma è in realtà uno stato di consapevolezza.  
Esiste nel corpo umano un bellissimo simbolo della demarcazione fra i livelli eterici superiori e i livelli fisici inferiori, costituito dal diaframma. Esso separa la parte del corpo nella quale hanno sede il cuore, la gola, la testa ed i polmoni, da tutti gli altri organi del corpo. Cuore, gola, testa e polmoni hanno tutti la massima importanza dal punto di vista della VITA e ciò che è determinato nella testa, ha impulso dal cuore, è sostentato dal respiro e manifestato mediante l’apparato della gola, determina ciò che l’uomo È.
 
L’opera da farsi è quella di portare l’energia dai tre centri inferiori situati sotto il diaframma alla base della spina sacrale, sacrale e solare, ai corrispondenti centri superiori della gola, del cuore e del centro della testa. Questi tre di centri sono detti centri maggiori perché incarnano i tre aspetti della triplice Monade: Volontà, Amore e Intelligenza.
 
  1. Il centro della Testa . .  La Monade - Volontà o Potere.
  2. Il centro del Cuore . . .  L’Ego - Amore e Saggezza.
  3. Il centro della gola . . . La Personalità - Attività o Intelligenza.
 
I due centri della gola e del cuore interessano principalmente il corpo eterico e il piano astrale e i primi due fili dell’Attività. Il centro della gola sintetizza l’intera vita della personalità e ha un rapporto definito con il piano mentale, collega i tre piani inferiori con i due piani superiori, i tre centri inferiori con gli altri due superiori: il centro del Cuore e il centro della testa.
 
Oggi il vero insegnamento della meditazione e la costruzione cosciente dell’Antahkarana, del ponte di luce tra la Triade e la personalità sono gli insegnamenti più avanzati esistenti.
 
È soltanto per mezzo di questo ponte o filo che l’uomo risvegliato può salire a quello stadio della scala evolutiva che lo porterà fuori dai tre mondi: mentale, emozionale e fisico. Quando l’Antahkarana è costruito e utilizzato, ne consegue un libero corso d’energia in linea diretta fra la Triade spirituale e la personalità, vale a dire tra la Monade e il suo “ancoraggio terreno”.
 
LEZ 22 IL TRIPLICE FILO - SUTRATMA - ANTAHKARANA - ATTIVITÀ CREATIVA download in pdf
 

 [1] H.P.B. Istruzioni Segrete per Probandi di una Scuola Esoterica Arcana V.
[2] Il Filo della Vita è la corda d’argento o  Sutratma che significa il filo di Atma.
[3] Il termine iniziazione deriva dal latino initiatio, identifica un inizio. Indica l´ingresso nell´ultimo stadio della nostra quintuplice evoluzione che attraversa vari livelli: minerale, vegetale, animale, umano e sovrumano.
[4] Nell’uomo, l’organo di ricezione del prana è la milza, attraverso la sua controparte eterica. Dopo la distribuzione in tutto il corpo attraverso la rete eterica si manifesta nella radiazione della superficie come aura della salute.
[5] Trattato dei Sette Raggi vol. V, pag. 450.
Torna ai contenuti