Eunate - Olcoz - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Eunate - Olcoz

Sacri Luoghi di energia

Lungo l'antico cammino francese per Compostela, nella regione basca si trovano la cappella di Santa Maria di Eunate, e la chiesa San Michele di Olcoz, con i Portali principali speculari, quasi ad indicare il loro aspetto complementare, essi nascondono le chiavi iniziatorie dei Maestri Costruttori. La cappella di Santa Maria di Eunate non si trova sul sentiero per Santiago, ma è spostata di qualche chilometro, completamente isolata in una piatta campagna, perché non era destinata ai pellegrini.
LA VIA INIZIATICA DI COMPOSTELA
 
Intorno alla metà del IX secolo si sparse una voce che nel regno di Galizia non più mussulmano vi era la tomba di san Giacomo Maggiore, l’Apostolo. Col passare degli anni la leggenda lievitò si parlava di miracoli e sulla tomba accorsero in gran numero. Si veniva dalla Francia, dall’Italia, dalla Germania e dall’Inghilterra. Furono tracciate strade di pellegrinaggio che andavano di abbazia in basilica, di santa reliquia in santa reliquia. Le leggende cristiane medievali ebbero origine nei monasteri benedettini dopo la fusione dei monaci Benedettini con quelli irlandesi di San Colombano, gli ultimi detentori del sapere druido, sopravvissuto alla conquista romana.
 
I monaci irlandesi sono dei costruttori e la loro presenza sul “Cammino di Compostela” è ancora presente, ad esempio, a Lugo e a Pontevedra (Galizia) o a Leyera (Navarra), dove permangono significativi esempi di architettura d’impronta celtica.
 
Per i pellegrini poveri venivano aperti ospedali e rifugi; gli ordini militari diventarono ospedalieri e sorvegliarono le vie. Furono tracciate quattro vie principali in Francia, che partivano da Parigi, Vézelay, le Puy e Saint-Gilles. Si moriva lungo la strada oppure si tornava, fieri di esibire la conchiglia. San Giacomo si recò in Spagna ma non ebbe successo le sue prediche non attecchivano, era accompagnato da un cane. Tornò in Giudea dove morì. I suoi discepoli trafugarono il corpo e lo misero su un vascello che approdò in Galizia nel regno di Lupa. Il luogo della sepoltura venne dimenticato per secoli, fu ritrovato intorno all’813 o 830. Durante la battaglia di Clavijo nell’844 contro i mussulmani, apparve san Giacomo, improvvisamente diventato cavaliere d’armi su un cavallo bianco brandendo una spada fiammeggiante uccidendo gli infedeli e portando alla vittoria le truppe di re Ramiro. Il cavaliere celeste divenne il patrono di Spagna e per mezzo di un automa interposto consacrava i cavalieri di Spagna, l’automa è sempre nel convento di Las Huelgas, nei pressi di Burgos. San Giacomo fu trasformato in cavaliere e all’occasione giustiziere di mori, malgrado il conclamato pacifismo di Gesù e degli Apostoli.
 
La leggenda non è creata per gli storici, nasce e si sviluppa nei monasteri, e ogni volta si aggiunge qualcosa, ed è così che ha origine la conchiglia, a cui si aggiunge una stella. Non furono più i bagliori ad aver indicato il luogo della sepoltura del santo, ma una stella che si era tenuta sopra la tomba, e da allora il luogo fu chiamato campo della stella divenuto Compostela. Louis Charpentier nel Mistero di Compostela dice che ci sarebbe un’etimologia più tradizionale della parola compos che significherebbe Maestro, allora Compostela è il Maestro delle Stelle. Del resto, le varie etimologie proposte per il nome Compostela confermano questa interpretazione: compos stellae (il maestro della stella), campus stellae (il campo della stella).
 
Il pellegrinaggio diventava il cammino verso la stella e la strada da percorrere era quella della Via Lattea, al termine della quale si trova la costellazione del Cane maggiore con la stella Sirio. La Via lattea è detta anche “Via di San Giacomo”.
 
La leggenda narra che San Giacomo era accompagnato da un fedele cane, e stranamente la regina della leggenda si chiamava Lupa. La regina Lupa regna nella provincia di Lugo, feudo dell’antico dio celtico Lug che fui anche il dio dei Liguri. Lug si pronuncia Lu, e, come ancora adesso in Irlanda. Dietro Lug si cela qualcos’altro, presso i celti, Lug si presenta come il patrono degli ingegnosi, che possiedono attitudine ad utilizzare i materiali e le forze terrestri, cioè telluriche.
 
Il cammino per Santiago è verso San Giacomo, che è patrono degli alchimisti. E’ detto “Maggiore” e fu, con suo fratello Giovanni, Andrea e Simon Pietro, uno dei primi discepoli di Cristo (dopo essere stato compagno di Giovanni Battista). Come San Giovanni venne chiamato da Gesù con il nome misterioso di “Boanerges” Figlio del tuono. In terra spagnola, la via è delimitata da due linee parallele, disseminate di luoghi che portano nomi di stelle. Proprio perché è un “cammino verso la stella” il pellegrinaggio a Compostela rappresenta allegoricamente il procedere dell’Opera alchemica.
 
Secondo Fulcanelli i saggi, avrebbero velato con l’allegoria del pellegrinaggio a Compostela la preparazione della materia o mercurio comune. “L’operazione è terminata quando sulla superficie appare una stella brillante; formata di raggi emananti da un solo centro, prototipo dei grandi rosoni delle nostre cattedrali gotiche. L’umile conchiglia che portava sul cappello è diventata un astro splendente, un’aureola di luce.” Fulcanelli afferma che tutti gli alchimisti devono obbligatoriamente compiere il pellegrinaggio di Compostela.
 
A Compostela le due figure che ricevono i pellegrini che attraverseranno il grande portico noto come la Gloria della Cattedrale sono Salomone, la Saggezza e suo padre David con la sua lira, l’Armonia. Louis Charpentier scrive che il cammino di Compostela fu la grande università alla quale si istruì tutto il Medioevo. Senza il cammino di Compostela, il romanico non sarebbe stato affatto quello che fu, nutrito da una scienza simbolica ritrovata, e da una scienza tradizionale nuovamente applicata. Da Leyre attraverso Aldunate, che forse è la “porta scelta” per l’Alto de Loiti e la sierra di Alaizs il cammino delle stelle giunge alla strana cappella di Eunate, il cui nome basco significa cento porte.
 
                                                                                           
 
Figura 1. Il cammino per Santiago
 
Il sentiero è costellato di monumenti megalitici menhir, dolmen, colonne e pietre piantate nella terra. Il più grande dolmen della regione pirenaica è quello  di Elvilar, situato nella provincia basca di Álaya. Ricordiamo che un grande menhir è collegato al santuario della Madonna Nera di Puy en Velay e un altro alla cattedrale di Chartres dove si venera una Madonna Nera. Anche a Vézelay, l’altro luogo di partenza per il cammino delle stella, si venerava una Vergine Nera col Bambino.
 
La Navarra è l’ingresso del Cammino di Santiago di Compostela nella Penisola Iberica. Lungo i 240 chilometri di  percorso, questa regione mostra al visitatore gran parte dei suoi tesori artistici e la sua diversità culturale, in un itinerario divenuto ufficiale nell’XI secolo grazie al sostegno del re della Navarra, Sancio III il Maggiore, con la denominazione di Cammino francese. Il Cammino Francese è in assoluto uno dei primi cammini di Santiago. La sua fama si è fatta grande nel corso dei secoli, e così anche la storia dei luoghi che attraversa e che da questo sono stati plasmati e trasformati.
 
A Puente la Reina, il Cammino Aragonese si congiunge col Cammino Francese. Puente la Reina deve il suo nome al grande ponte di pietra che ospita, questo venne costruito nell’XI secolo per facilitare il passaggio dei pellegrini sul fiume Arga. Nella regione basca a Mururzábal (Valle di Valdizarbe), lungo il tratto di Tolosa del Cammino di Santiago, poco prima di congiungersi a Puente la Reina con quello proveniente da Roncisvalle, situata nei pressi della via più antica verso Compostela, quella che passa da Jaca sotto il Somport si erge, solitaria e imponente, la cappella di Santa Maria de Eunate dove si venerava una madonna Nera, che è stata rubata e sostituita con una copia bianca.
 
La cappella di Santa Maria di Eunate non si trova sul sentiero per Santiago, ma è spostata di qualche chilometro, completamente isolata in una piatta campagna, non era destinata ai pellegrini, tanto più che la via di Jaca era usata prevalentemente dai membri delle corporazioni dei costruttori.
 
A pochi chilometri di distanza, semisconosciuta si trova ad Olcoz la chiesa di San Michele che ha una grossa particolarità: il portale principale è speculare rispetto a quello di Eunate. Della chiesa originaria di San Michele di Olcoz costruita nel XII secolo, nello stesso periodo dell’eremo di Santa Maria di Eunate, nulla è sopravvissuto, tranne il portale. Non si comprende perché per un borgo con pochi abitanti (oggigiorno 47 abitanti), l’edificio originario fu praticamente cancellato, per essere poi modificato in tutta la sua estensione durante i secoli XVII-XVIII. Ci chiediamo chi ha messo le risorse finanziare per un tale atto, cosa si voleva distruggere all’interno dell’edificio sacro? Non è possibile che l’interno dell’edificio non avesse colonne e capitelli misterici come quelli di Eunate? Ora è quasi impossibile sapere quale forma avesse in realtà e quali altri riferimenti possibili potrebbero connettere l’edificio a Eunate. Sappiamo solo che San Michele Arcangelo e la Vergine nera formano una potente polarità.
 
Si dimostrerà che Santa Maria di Eunate, e San Michele di Olcoz, con i Portali principali speculari, quasi ad indicare il loro aspetto complementare, nascondono le chiavi iniziatorie dei Maestri Costruttori. Lungo la Via di Santiago svolgevano la loro attività i cosiddetti “cagots”, costruttori originari dei Paesi Baschi, tanto bravi da non avere concorrenti, ma venivano chiamati anche come architetti e intagliatori di pietre, costruttori di fortificazioni. La “zampa d’oca” fu il loro marchio distintivo.
 
L'emblema con il quale si distinguevano era la zampa palmata dell’oca (la pata del’Oca), simbolo del dominio dello spirito sulla materia. Gli antichi popoli navigatori, come gli abitanti di Tartesso, i Liguri ed i Fenici, erano anche conosciuti come i “Popoli dell'Oca”. Gli Etruschi-Villanoviani avevano le prue delle loro navi sagomate a forma di collo e testa d’oca, continuando un’antica tradizione dei popoli da cui discendevano, i Pelasgi erano chiamati le Cicogne. Vi è una radicata tradizione vuole gli Etruschi-Tirreni discendenti dagli Atlantidei. Quando gli antichi costruttori furono cristianizzati, i Jars (Oche), quelli della confraternita, si chiamarono i Figli di Maestro Jaques  ed il simbolo dell’Oca venne sostituito con quello della conchiglia, ornamento del mantello dei pellegrini. Così facendo, era rispettata la tradizione antica lungo la via di Compostela, che in epoca precristiana era chiamata, via delle Oche Selvagge (degli Jars liberi).
SENORA DE LAS CIEN PUERTAS

La costruzione della cappella di Santa Maria di Eunate, datata XII secolo, vede secondo la tradizione popolare, come benefattrice una certa Doña Sancha, che la volle per dare rifugio, ospitalità, e a volte sepoltura, ai pellegrini diretti a Santiago. Per questo motivo si nega che fosse appartenuta ai Templari. Per contro possiamo affermare che i Templari proteggevano i pellegrini sulle strade per Compostela, inoltre, a poca distanza a Puente la Reina, era situata un’importante commenda templare. Il suo nome, si dice che fu modificato nel XIX secolo, era in origine Senora di Onate, e significava “Senora de la buena puerta”. Eunate in lingua basca significa cento porte, allora la Madonna diventa la “Senora de las Cien Puertas” (la Signora delle Cento Porte). Buona Porta o Cento Porte?
Possiamo trarre da queste definizioni che fanno riferimento alla Porta un significato profondo: in questo luogo si deve attraversare una Porta come un simbolo di rinnovamento, si lascia morire il passato materiale e si rinasce come uomini nuovi spiritualmente desti.
La cappella di Eunate è un gioiello di bellezza architettonica e una scatola ermetica del Tempio. Fu probabilmente spettatrice di riti segreti. In questo edificio ottagonale veniva custodita una Madonna Nera. Oggi è possibile ammirare una statua lignea di Madonna in trono con bambino, ma non è più nera, non è l’originale perduto, ma presenta alcune caratteristiche delle Vergini scure. Sotto la chiesa correnti due di acqua sotterranea che danno luogo a tre correnti telluriche legate alla Madonna Nera.

FIGURA 2. MADONNA REGINA IN TRONO CON BAMBINO EUNATE

Senza dubbio la costruzione è un eremo speciale, misterioso, imponente, e come ogni cosa su questa strada medievale, ha qualcosa di esoterico, misterioso, artistico e culturale che va oltre il normale senso religioso. Eunate è carica di energia, simbolismo e luce. Il complesso è interamente ottagonale, ed è simile ad altre due costruzioni del Cammino di Santiago, ma non è un ottagono regolare, la simmetria non è rispettata, il suo piano ottagonale è deformato, è rotto dall’abside a cinque lati, la metà di un decagono. Si potrebbe ipotizzare che la chiesa sia stata costruita utilizzando le basi esistenti di un antico tempio a pianta ottagonale. Il cambio di culto, da pagano a cattolico, modifica la struttura della pianta, aggiungendo il corpo ausiliario dell'abside nella facciata. Il tetto ha una serie di 4 lucernai ottagonali sui settori più larghi ed 4 esagonali sui settori più stretti, otto occhi per guardare la volta celeste. La cornice esterna superiore dei lati ottagonali ha per ciascun lato 6 appoggi, ritroviamo così l’alternanza del numero 8 col numero 6.
La cappella è circondata da un deambulatorio costituito da una bella galleria con un porticato a 33 archi, come il numero degli anni mistici di Cristo, e come le 33 vertebre della colonna vertebrale dell’uomo. Una parte della galleria è realizzata con doppie colonne e capitelli decorati.
L’armonia della pianta ortogonale viene interrotta sia dall’abside pentagonale e sia da una torretta quadrata.

FIGURA 3. S.M. EUNATE PARTICOLARE ESTERNO ABSIDE

L’abside è a cinque lati separati da colonne. All’esterno sui lati sono realizzate cinque monofore, ma solo tre di loro sono finestre reali e le altre due semplici arcate decorative. Le aperture sono molto strette, e i raggi distruttivi del sole sono allontanati da sottili placche di alabastro che guarniscono le finestre. In alto per ogni lato sotto a ciascuna mensola tre protomi, teste più o meno grottesche, in totale 3x5=15. Il quindici è il quinto numero triangolare. È ribadita l’importanza del numero cinque, il simbolo dell’uomo. Vi sono due portali di accesso, contrariamente alla tradizione, il principale è posto a nord, realizzato con quattro colonne e nove archivolti è decorato con simboli misterici; mentre il secondario posto verso ponente è più semplice. Nella cattedrale di Chartres, il “Portale” Nord è detto degli Iniziati.

FIGURA 4. CAPPELLA OTTAGONALE DI SANTA MARIA DI EUNATE

Ritroviamo sui capitelli temi misterici, teste grottesche sia umane che animali, il tema del green Man dalla cui bocca esce un duplice flusso di rami, per significare la forza duale di Madre Terra. Un capitello mostra un uomo in mezzo tra arbusti che s’intrecciano e che portano i frutti della sapienza. Ai due lati teste grottesche che vomitano rami nelle due direzioni. Ammiriamo inoltre su un capitello esterno due leoni di schiena con le code intrecciate.

FIGURA 5. SANTA MARIA DI EUNATE COPPIE DI GREEN MAN

Di notevole interesse sono i capitelli sopra le quattro colonne del portale principale. I due capitelli sopra le colonne interne, mostrano una faccia umana barbuta tra due spirali che potrebbero essere il prolungamento della barba oppure motivi floreali orari e antiorari. Nuovamente il tema delle forze contrarie e colui che le deve equilibrare per trovare l’armonia sia fisica che psichica. Sopra il capitello, la cornice è decorata con figure che formano un fiore a 4+4 petali, i cui vertici appartengono ad un ottagono, perché sono inscritti in un cerchio. Per ogni lato, i fiori sono a coppia, è rimarcata la dualità. Il doppio quadrato è il segno di Melchisedech, come è rappresentato in due chiese a Ravenna, in Italia.

FIGURA 6. SANTA MARIA EUNATE CAPITELLO CON SPIRALI OPPOSTE E TESTA UMANA - CAPITELLO FLOREALE

La colonne esterna di sinistra ha il capitello con motivi floreali intrecciati. Il capitello della colonna di destra è corroso, si intravvedono due figure accovacciate, che si possono osservare nel portale gemello di San Michele di Olcoz.
Nel porticato, un capitello eroso dal tempo, mostra un uomo con le braccia aperte come crocifisso, ma senza croce, circondato da 14 uomini. Quattordici è 2x7 due volte sette, la dualità del sette il numero del mistero. È noto che i Cavalieri Templari consideravano la croce come mezzo di tortura e, quindi, come un oggetto non degno di adorazione. Il segno è di pace e vita. Questo è un altro dei motivi per asserire nell’autorità del Tempio sull’eremo.

FIGURA 7. SANTA MARIA EUNATE - CAPITELLO CON UOMO A BRACCIA APERTE

A pochi chilometri da Santa Maria di Eunate si trova la città di Puente la Reina. Le cronache dicono che c’era la casa madre dei Templari, che fu il loro primo insediamento di Spagna. Scrive Louis Charpentier nel Mistero di Compostela, che in assenza di qualsiasi documento, la cappella di Eunate, isolata, lontana da agglomerati urbani è attribuita ai Templari che l’hanno utilizzata in varie occasioni, ma che poi è stata loro sottratta, come capita spesso, gli archeologi hanno deciso che si trattava di una cappella funeraria. È vero che a Eunate non compare la Croce del Tempio, ed è possibile che la cappella non fosse un possedimento templare, ma pare arduo escludere l’Ordine del Tempio dalla sua edificazione o almeno dalla concezione. Farne un monumento funerario è assolutamente gratuito, e non si può essere certi che si trattasse di un edificio cristiano. Louis Charpentier scrive poiché Eunate ha un deambulatorio esterno, il che non significherebbe assolutamente nulla se non fosse per circolarvi e, fino al Rinascimento, non ci sono casi in cui l’uomo abbia perso tempo per cose inutili. Il deambulatorio è fatto per deambulare in tondo. Forse anche per danzare. Non che desti stupore: per lungo tempo il vescovo di Chartres ha guidato i girotondo nella sua cattedrale. Non è una distrazione, è un mezzo, un’ascesi corporale. La cerimonia iniziatica doveva avvenire in una “tavola rotonda”. L’uomo è integrato “nel cerchio”. Una semplice stretta di mano lo integra nella confraternita, poi tutto è segreto. In quella cappella, che non sembra affatto costruita per il culto pubblico, scorgo uno strumento di “mistero”. Può darsi che fosse destinata alle cerimonie segrete del tempio, può anche darsi – e mi pare più probabile – che fosse destinata a una confraternita di costruttori. Il che non impedisce affatto al Tempio di avere una parte più o meno attiva, o anche soltanto protettrice. Non possiamo dimenticare che il bastone del Gran Maestro, è l’abacus, bastone da Magister dei Costruttori. Infine sia che si trattasse del Tempio o dei Compagnons, i misteri delle riunioni erano segreti e il segreto era attentamente serbato e difeso. Eunate è in aperta campagna piatta, difficile avvicinarsi senza farsi vedere. Il deambulatorio che circonda l’edificio impedisce a orecchie indiscrete di appoggiarsi ai muri o alle porte. Durante il Medioevo, un pellegrinaggio da Puente la Reina a Eunate veniva celebrato all'equinozio di primavera. Forse contestualmente veniva effettuata una danza rituale, la conferma a quanto detto, la troviamo all’interno della cappella, su tre capitelli. Sul primo capitello sono scolpite delle figure femminili che ballano con le mani sui fianchi, e un musicista con archetto. Sul secondo capitello, due figure scambiate a prima vista per angeli, ma non lo sono, la prima figura tiene nella mano destra un martello, strumento degli scalpellini, e nella mano sinistra un flauto, la seconda figura danza. Sul terzo capitello due musicisti e un ballerino. La danza sacra è per i mistici Costruttori. Quelle che sono scambiate per ali di angeli, e poiché non lo sono, potrebbero significare archi a tutto sesto caratteristica del gotico. Si contano cinque archi uno dentro l’altro, e il numero cinque non è stato evidenziato a caso.

FIGURA 8. SANTA MARIA EUNATE CAPITELLO - MAESTRI SCALPELLINI DONNE DANZANTI

Poiché Puente la Reina era la casa madre del Tempio, è possibile che Eunate possa essere stata la casa di iniziazione dei Maestri Costruttori baschi, e solo dopo la fine dell’Ordine del Tempio sia diventata una normale cappella per i pellegrini? Non è un caso che all’interno della cappella si trovino parecchi marchi degli scalpellini, uno di questi a croce è una variazione dell’antica croce dell’abbazia cistercense francese di Morimond, manca la scritta MORS tra i bracci della croce. La filiazione fra i Cistercensi e i Cavalieri del tempio è nota.

FIGURA 9. SANTA MARIA EUNATE - MARCHI DEI SCALPELLINI

Ritroviamo inciso il marchio che nel medioevo simboleggiava un pezzo degli scacchi (la torre) e che ricorda il berretto dei giullari e quello del “matto” dei Tarocchi. Troviamo questo simbolo nella Cappella Templare di Tomar (Portogallo), nel Santo Sepolcro di Pisa, nelle chiese del Tempio di Laon e di Metz (Francia), nel S. Maria a Berbegal (Huesca, Spagna).
SANTA MARIA DI EUNATE - PORTALE PRINCIPALE

L’elegante portale principale è formato da quattro colonne con capitelli che sostengono una cornice in pietra su cui poggiano 9 archivolti e l’arco della porta. Il nove è il numero perfetto che indica il compimento, l’iniziazione. L’arco sopra la porta è formato con 11 pietre. Il numero undici è il quinto numero primo, indivisibile che emana direttamente dall’Uno. Il cinque è riferito all’uomo. L’undici è anche noto come numero della prova.

FIGURA 10. SANTA MARIA EUNATE PORTALE PRINCIPALE

Sia nei capitelli che negli archivolti possiamo vedere incisioni di piante e animali, teste, facce demoniache di aspetto terrificante e altri esseri di vario genere.
Nel secondo archivolto un tema floreale con foglie a sette petali. Nel terzo archivolto vediamo immagini di melagrani in rami che ruotano in senso orario e antiorario. I sacerdoti di Eleusi, durante i Grandi Misteri, si cingevano il capo di rami di melograno.

FIGURA 11. SANTA MARIA EUNATE TERZO ARCHIVOLTO PORTALE PRINCIPALE

Il capitello della colonna ebraica del Tempio di Salomone era composto di due parti, una inferiore alta 5 cubiti, decorata a festoni a rete in 7 catenelle e nella parte superiore 200 melagrane, e una di coronamento alta 4 cubiti, a forma di giglio. La melagrana con cui sono ornate sia le colonne Jakin e Boaz del Tempio di Re Salomone, e sia la veste del Sommo Sacerdote, richiama la simbologia associativa per tutti i frutti che hanno molti semi; quello del legame che unisce i grani di questo frutto, numerosi come la fratellanza degli “Enfants de Salomon”, i costruttori dei templi gotici. Nel quinto, una successione irregolare e apparentemente irregolare di sei stelle e semisfere. Il nono archivolto è il più misterioso con figure umane e ibride. Il commento approfondito di queste figure è posticipato al Portale speculare di San Michele di Olcoz.

FIGURA 12. SANTA MARIA EUNATE PARTICOLARE ULTIMO ARCHIVOLTO PORTALE PRINCIPALE

In alto a destra sul nono archivolto si vede incisa nella pietra un’oca. “zampa d’oca”. Per questo il simbolo schematico della zampa d’oca, fu il marchio distintivo di questi costruttori nelle pietre squadrate delle chiese medioevali. Una tradizione sostiene che il “gioco dell’Oca” sia ispirato al cammino di Santiago e sia stato inventato dai Templari nell’XI secolo.

FIGURA 13. SANTA MARIA EUNATE L’OCA ARCHIVOLTO PORTALE PRINCIPALE

Sul portale secondario vi sono due archivolti, il primo è ornato da stelle a otto punte. Si ribadisce l’importanza del numero otto. Il numero delle stelle è 22 cioè due volte undici. Il numero 22 secondo lo Sepher Yetzirah rappresenta il numero della creazione. Sopra l’archivolto stellato un altro è realizzato in modo duale, a destra una serie di fori o vuoti, a sinistra una serie di semicerchi pieni. Le pietre dell’architrave sono nove, il numero perfetto, l’iniziazione, che segue l’equilibrio dei due quadrati del numero otto, 8+1=9. Abbiamo ritrovato i numero nove e undici del portale principale. La particolarità della cappella è che il portale principale è a nord, mentre quello secondario è a ovest.

FIGURA 14. SANTA MARIA EUNATE ARCHIVOLTO PORTALE SECONDARIO

LA LEGGENDA TEMPLARE

La leggenda narra che l’Ordine del Tempio avesse iniziato la costruzione di Eunate, affidando il lavoro a un Magister scalpellino dell’Ordine dei Templari ritenuto da uno dei più esperti del suo tempo. Dopo aver fatto una grande parte del lavoro, senza aver ancora fatto la porta principale, si sentì svuotato e senza idee e decise di ritirarsi in solitudine per ritrovare l’ispirazione divina per poter realizzare un’opera d’arte. L’assenza prolungata indusse l’abate a ricorrere a un vecchio scalpellino locale, che si dice fosse un autentico jentilak, che completò il compito con perfezione e velocità in tre giorni. Il jentilak, nella mitologia basca erano dotati di poteri portentosi e forza sovrumana, erano i costruttori di dolmen. Scrive Louis Charpentier, nel “Mistero Basco” che era gli spostatori di pietre, le lanciavano per gioco, da una montagna all’altra, cioè sapevano spostare le pietre pesanti con apparente facilità. I jentilak sono soprattutto costruttori, prima di tutto di dolmen. Molte chiese sarebbero dovute a loro: Muxica, Ondarros, Marquinia, Elgueta, Antigua de Zumarriaga, ecc. La porta romana della chiesa della Madona di Eizaga (Zumarriaga) fu costruita secondo la leggenda, dai jentilak con pietre che gettarono dalla sierra Aitzkorri. Quando questi costruttori non furono più considerati pagani, comparvero altri costruttori che si incaricarono della maggior parte delle chiese basche, gli eremiti. Non pare che gli uomini del medioevo abbiano dato alla parola eremita il senso latino di uomo che vive solo nel deserto. Nelle storie riguardanti la fondazione e la costruzione di abbazie si trova spesso un eremita, anche san Benedetto era un eremita e costruisce Subiaco. Lo stato eremitico somiglia quello dei demiurghi greci, cioè uomini di mestiere diventato Maestri che vivevano ritirati e dai quali gli artigiano e i costruttori andavano a sollecitare consigli sulle per realizzare le loro opere. Maestri che avevano terminato il”passaggio”, che vivevano in disparte e, in tal modo fungevano da accademia per gli aspiranti iniziati. Questi eremiti costruiscono chiese, ponti, case. Qualche volta fortezze lungo tutto il cammino di Santiago. Sono gli eremiti che faranno il primo cammino di Campostela, quello delle stelle, segnato sulla terra da tempi di cui non rimane niente se non questi nomi di stelle. Divengono jakinak dei sapienti, che verosimilmente in Francia furono chiamati i Jaques. C’è un racconto della confraternita degli Enfants de Maitre Jaques, secondo cui Maestro Jaques è pirenaico, il suo villaggio d’origine si chiamava Carte. Nell’ipotesi che sia veramente vissuto sarebbe appartenuto alla stirpe dei costruttori di dolmen. Di etina Ligure e seguace di Lug e dell’Oca. È un Jars, un Maestro, un iniziato, un tagliapietre dall’età di 15 anni. Re Salomone chiese aiuto a Hiram il re fenicio di Tiro che mandò il capomastro Airam, il quale fece appello al Maestro Jaques e ai suoi compagni per partecipare alla costruzione del Tempio. Jaques e i suoi compagni avrebbero innalzato una delle colonne del tempio chiamata Jakin. In genere i biblisti rendono la parola Jakin con “Egli affermerà”, ma in basco significa “il sapiente”. Inoltre il primo Libro dei Re (7,22) precisa che i capitelli sopra le due colonne erano a forma di giglio, famoso nel medioevo come il fiore di Lys. Era forse il marchio del popolo dell’anatra, o meglio della zampa d’oca? La leggenda aggiunge che durante la costruzione del Tempio furono impiegati molti stranieri e Salomone fornì un sistema di segni applicabili alla costruzione, che permetteva agli operai di capirsi, senza parlare. Questo insieme di segni disposto su un cerchio porta il nome di “Pendolo di Salomone”, e in qualche maniera è legato al Chrisma dei costruttori dei Pirenei.

Nei Pirenei francesi c’è la Cappella templare di Montsaunès, scampata miracolosamente alla furia della “damnatio memoriae” scatenata dal papa del successore di Clemente V. I Templari in Spagna non subirono la stessa sorte dei fratelli francesi e italiani o inglesi, le loro croci non furono martellate. Tornando alla nostra leggenda, quando il primo scalpellino tornò e vide il suo lavoro finito da un altro, si lamentò col Maestro del Tempio per l’intrusione di un altro Maestro, ma il severo Maestro del Tempio senza dar peso alle sue spiegazioni, rispose che l’assenza era stata considerata colpa grave e mancanza di rispetto verso i fratelli e verso lui stesso. Come risposta alle lagnanze sfidò il Magister di scolpire un’opera uguale nello stesso tempo che aveva impiegato il gigante: né più né meno che tre giorni. Di fronte alla sfida impossibile, il Magister decise di consultare Lamiak, una giovane maga (fatta diventare strega), che in è realtà il generico nome di ninfa, che viveva nei pressi del fiume Neqeas. Nella mitologia basca, erano esseri alati femminili, con piedi d'anatra, o d’oca, generalmente associati a fiumi, sorgenti e corsi d’acqua, fino a quando la Chiesa cattolica per far sparire il mito, li identificò come esseri malvagi, e per mascherare la storia si aggiunse che fu invocato il diavolo. La ninfa per compassione, confidò il segreto magico che avrebbe permesso di vincere la sfida, dicendogli: “Devi aspettare fino alla notte di San Giovanni. Un grande serpente andrà a fare il bagno nel fiume, perché lo fa ritualmente in tale data. Prima di immergersi, depositerà con cura una pietra lunare che tenga sempre in bocca. Devi raccogliere questa pietra e metterla in una coppa d’oro piena di acqua di fiume. Presto raggiungerai il portale di Eunate di fronte al quale avrai posto e sistemato una nuova pietra senza intaglio. Quando la luna sorge, quando la invochi, la sua luce riflessa nell'acqua del calice produrrà il prodigio, aiutandoti a riprodurre i caratteri della pietra da imitare nel tuo nuovo lavoro. Ma non devi scuotere l’acqua e poi devi restituire la pietra che hai preso”. Il Maestro scalpellino rispettò fedelmente le raccomandazioni che aveva ricevuto, la notte di San Giovanni del 1178, prese la pietra di luna deposta dal serpente che usciva dall’acqua. Il serpente rappresenta l’energia tellurica: viveva nell’acqua, ed era un tutt’uno con essa. E come la maga aveva suggerito, alla luce della luna riflessa nell’acqua, mise la pietra lunare in un calice d’oro piena dell’acqua del fiume Neqeas, ripose il magico oggetto ai piedi delle pietre ancora grezze e attese che la luna avesse raggiunto il suo apice. Con il portico riflesso dalla luce della luna sulla pietra dentro un calice d’oro con l’acqua del rio dei monti Neqeas, incominciò a verificarsi il prodigio e le pietre del portico iniziarono a prender forma sotto lo scalpello dello scultore, quasi da sole riproducendo con estrema precisione gli archi, le figure e le colonne del portico di Santa Maria di Eunate, solo che era tutto invertito come riflesso in uno specchio. Solo piccole differenze sono apparse a causa del tremore dell’acqua nella tazza a causa dell’emozione del momento. Il giorno dopo i lavori erano finiti, quando il jentilak vide la replica, si sentì ingannato dalla copia, e adirato strappò la porta e la colpì con un calcio tale che la fece volare via fino a Olcoz (coz significa calcio), dove è rimasta fino a i nostri giorni. Si dice, che lo scalpellino Templare, sopraffatto dalla colpa, abbia deciso di confessare l’atto e la sua associazione con la strega. Ecco perché l'abate del Tempio decise di includere nel portale di Olcoz un Cristo scolpito al centro e sotto gli archi, come un talismano per neutralizzare gli effetti magici della stregoneria; un Chrisma, che può essere ammirato oggi nel portico di Olcoz.

La leggenda è stata abilmente mascherata facendo intervenire una strega, o il demonio che corrompe il Maestro costruttore, il successivo pentimento. Senza lasciarci ingannare dalle abili velature del racconto, partiamo dalla constatazione che vi sono Due Porte quasi identiche costruite da due diversi capomastri, una per Eunate, una per Olcoz. Sappiamo che la porta di Olcoz è stata costruita la notte di San Giovanni, vicina al solstizio d’estate. I San Giovanni sono due, uno dopo il solstizio d’inverso, l’altro dopo il solstizio d’estate. Non ci è stato detto quando fu costruita la prima porta, lo possiamo intuire, nei giorni che seguirono il solstizio invernale. I Giganti liguri divennero Jean, Giovanni e in basco Jaun, Signore, e Maxa-Jaun, e nella mitologia basca, è un signore padrone della natura, cioè uno che sa utilizzare le forze della terra. Gli allievi dei Druidi erano detti Jaunak. Una tradizione irlandese dice che i druidi giunsero dalla Spagna. Giano nell’antica Roma era collegato ai Solstizi, il suo tempio aveva Due Porte. Tertulliano ci dice che il nome di Giano deriva da Janua porta in latino. Giano il Signore delle porte era il patrono dei Costruttori romani. Il solstizio d'estate era chiamato, janua inferni, porta degli inferi o dell’incarnazione umana, mentre quello d’inverno era chiamato janua coeli, porta dei cieli, o dell’ascesa iniziatica. Questo dio bifronte era per i muratori romani la porta dell'iniziazione e dei suoi misteri. Si narra che Janus, o Giano, fece una barca e arrivò in Italia, avrebbe regnato sul Lazio, istituendo per primo i riti religiosi e dando inizio alla costruzione dei templi. Di conseguenza, era il patrono dei Collegia Opificum e Fabrorum, istituiti sotto il regno di Numa e in suo onore le corporazioni degli artigiani romani celebravano le due feste solstiziali, essendo protettore di ogni inizio e iniziatore della civiltà. Questa devozione per Giano fu trasmessa ai costruttori di cattedrali gotiche del Medioevo, che passarono attraverso il filtro cattolico diventando un culto dei due Giovanni.
    
Giano bifronte è mistericamente il Signore delle Due Vie, di destra e di sinistra, rappresentate dai Pitagorici dalla lettera “Y”. Le due chiavi di Giano, erano una d’oro e una d’argento, e si riferivano rispettivamente, ai Grandi Misteri e ai Piccoli Misteri. Giano era il dio dell’iniziazione e il titolo Janus apparteneva ai Collegia Fabrorum et Pontificiorum, legate all’esercizio di mestieri, sono la prima Società iniziatica muratoria di cui abbiamo notizia certa e storica. La costruzione materiale divenne cioè una semplice allegoria per un'opera creativa interna e segreta; il tempio esteriore fu simbolo per quello interiore. Lontano dallo scomparire con l’antica civiltà romana, avevano continuato senza interruzione nel Cristianesimo stesso, in Italia queste Corporazioni medievali erano note sotto il nome di Comacini, che uniti in fratellanza tramandarono l’arte antica di edificare. Dall’alta Lombardia si diffusero in Italia poi in Francia, Svizzera, Valle del Reno. Già prima dell’anno mille, a Lucca operava una Fratellanza di Maestri Comacini. Nell’antica Roma, le feste di Giano (Janua), Il Signore delle Due Vie”, erano celebrate dai Collegia Fabrorum ai due solstizi. È interessante far notare che sul lato Destro e sul lato Sinistro rispettivamente si dispongono gli eletti e i dannati nel Giudizio finale dell’Apocalisse. Janua Coeli, sole nascente, nel Capricorno, è la Porta stretta, difficile da passare quella della Liberazione. Janua Inferi, sole calante, nel Cancro, è la Porta larga per la discesa agli Inferi, come la caduta di Persefone conduce nell’Ade, nella bara dell’incarnazione. Nel Portale Ovest della cattedrale di Chartres Notevole è che Giano in questo portale è rappresentato mentre tagli la pietra(1). I tagliatori di pietra l’hanno talvolta raffigurato nell’atto di chiudere una porta alle spalle di un vecchio e di spalancarne un’altra a un giovane. Il Portale Ovest è detto appunto la Porta dei Tempi. Anche sul quinto archivolto del Portale Nord di Destra detto della Saggezza, troviamo una rappresentazione del mese di Gennaio con la figura di Giano con due teste, il viso di sinistra un uomo anziano e barbuto, il viso di destra femminile, un giovane. Giano (vale a dire, dei due San Giovanni) è rappresentato che sorregge nella mano destra un pane.

Un disegno che riporta la dicitura “L’uno dei due Janus di Chartres”, raffigura Giano con una coppa nella mano destra, il lato del viso anziano, e un pane con una croce templare nella mano sinistra, il lato del viso giovane. La scultura presenta la mano destra troncata per cui non è visibile la coppa di vino, questa rappresentazione di Giano con il pane e il vino. Melchisedech re di Salem sacerdote del Dio altissimo offri del pane e del vino ad Abramo.

FIGURA 15. CATTEDRALE DI CHARTRES - GIANO BIFRONTE TEMPLARE

La leggenda Templare cita una maga, un serpente che teneva nella sua bocca una pietra lunare, la luce lunare, un calice ripieno d’acqua. Il calice è il simbolo della Luna crescente. Nella notte di San Giovanni, che può riflettersi nelle acque? La costellazione della Vergine, con Spica, sotto di essa l’Idra, serpente acquatico che scivolerà tra le colline e sulle acque di due fiumi, Robo e Nequeas(2). La chiesa di Olcoz è dedicata a San Michele, il vincitore, l’immobilizzatore del serpente. Lamiak la ninfa delle acque dona una coppa d’oro che dovrà essere riempita di acqua pura. L’acqua sorgente dalla terra, l’acqua nei pozzi, era per gli antichi quell’acqua sacra che attraversa i mondi, che si muove dal ventre profondo della Madre per affiorare nel nostro mondo a dissetare Vita. Erede del Calderone, la coppa o il Graal è guarigione in quanto potenza trasformativa, rigenerazione, rinnovamento.

Come a Chartres, anche sotto la chiesa di Eunate scorrono tre venne telluriche prodotte da corsi di acqua sotterranei. Poi un serpente che tiene in bocca la pietra della Luna. Anticamente ma anche a tutt’oggi, in India la pietra di luna è considerata una pietra sacra. La pietra della Luna è la pietra della Madre. Associata con la Luna, la pietra era indossata della dea Diana Nel medio evo, gli alchimisti, ritenevano che se tenuta in bocca, la pietra di luna poteva contribuire nel prendere decisioni appropriate. La pietra di luna è gemma di intuizione. Il calice è il “vaso” o vasca alchemica, simbolo del corpo, se il calice è d’oro, simbolo del Sole, il corpo è spiritualizzato. La pietra della Luna nel calice e la pietra dell’intuizione nel corpo, cioè è l’agente che porta Luce. Quando la luna sorge, quando la invochi, la sua luce riflessa nell'acqua del calice produrrà il prodigio. In altri termini invita la Luna (la Madre) a donare il suo potere purificante e rigenerante perché tu possa beneficiarne. La leggenda templare della costruzione del Portale è dunque un’allegoria della realizzazione mistica interiore. Il Portale di Olcoz è quello di San Giovanni Battista e corrisponde all’iniziazione del battesimo con l’Acqua. Il portale della Madonna Nera di Eunate corrisponde a san Giovanni Evangelista, al Natale alla nascita solare al Figlio della Madonna Nera e corrisponde al battesimo con Fuoco. La prima porta fu costruita in tre giorni, contandoli dalla notte del 24 dicembre quando nasce il Figlio della Vergine, si arriva alla notte del 27 di San Giovanni Evangelista. Infine l’ultimo velo, si decise di scolpire sulla chiave di volta del portale di Olcoz un simbolo del Cristo, come un talismano per neutralizzare gli effetti magici della stregoneria. Il Chrisma è la firma dei costruttori dei Pirenei. Scrive Louis Charpentier nel Mistero di Compostela: “Il Chrisma è il marchio del cammino di Santiago. È un marchio dei costruttori pirenaici. Compare raramente a nord, e a quanto pare, solo in seguito, mentre lo recano quasi tutte le chiese meridionali, anche le più antiche. Probabilmente di quelli che dopo essere stati Jacques, nella cristianità divennero Figli di Maestro Jaques, e si firmarono con quel Chrisma lungo tutta la strada iniziatica”. Perché si chiede Charpentier quell’alpha maiuscola e l’omega minuscola, e perché una rho greche e una S latina anziché una sigma? Infine sotto la pancia della rho alcuni crismi recano una barretta che la rende una Tau, così con le lettere R-O-T-A-S, ritroviamo una parola connessa al quadrato magico sator, arepo, tenet, opera, rotas. Rotas, ma anche Taros, l’enigmatico gioco iniziatico.

FIGURA 16. SAN MICHELE OLCOZ – CHRISMA PORTALE

Nel 1142 i Templari si insediarono a Puente la Reina. I Cavalieri del Tempio aveva qui un ospedale e la loro casa madre, diventata la chiesa del crocifisso, dove Cristo è successivamente rappresentato con le braccia aperte a Y. Il Cristo è noto con il nome di zampa d’oca, un marchio dei costruttori medioevali.
In Irlanda la Via lattea era chiamata l’arcobaleno di Lugh, o la fronda di Lugh. Sul cammino di Lug o di Compostela, oltre a menhir e dolmen, troviamo l’oca nelle due forme linguistiche, la più antica oie, ouche, che in spagnolo divenne oca; quella di origine indoeuropea derivata dal sanscrito hamsa ha dato dansa, ganso e ansa. Sulla via di Compostella si trovano i Pasos de Oca e il colle della pedraja (pietraia) piana del jars. In Francia i luoghi che portano il nome dell’oca femmina”oie” o maschio “jars” sono assai numerosi, la radice delle parole è ligure preindoeuropea risale al neolitico. La mitologia narra che Ercole con i buoi rossi di Eritia giunse fino alle Alpi Liguri combatté contro due figli di Poseidone e gli abitanti del luogo sconfiggendoli con il lancio di pietre che Zeus aveva fatto piovere dal cielo, e a tale ricordo rimase la larga pianura sassosa che da Marsiglia si estende sino alle bocche del fiume Rodano. Ercole è nuovamente descritto come una forza tellurica capace di modificare il territorio e contemporaneamente seppellire sotto le pietre gli antichi Liguri. L’oca è generalmente simbolizzata con la sua zampa, stilizzata si riduce a tre tratti divergenti e uniti in cima. Questo fu uno dei simboli d’insegnamento dei druidi. È molto probabile che l’originario fiore del giglio o di Lys, fosse questo segno. Stilizzata vero l’alto rappresenta un tridente duplicata forma una stella a sei punte, che diventerà il simbolo dei primo costruttori cristiani e che i chierici ne hanno fatto un anagramma del Cristo, col nome di Chrisma o Chrismon.

FIGURA 17. CHRISMA - ZAMPA D’OCA - FIORE DI LYS

Non è dunque un caso che un’oca si trovi scolpita in alto sul portale di S.M. di Eunate. Il simbolo schematico della zampa d’oca è profusamente rappresentato dai costruttori, sia come marchio di riconoscimento che come firma, nelle pietre squadrate delle chiese medioevali, nonché nei Chrisma o monogrammi di Cristo. Anche in una terra antica come la Sardegna è stata riscontrata la “zampa d’oca”, in S. Francesco di Stampace (Cagliari), in S. Eulalia (Cagliari), Castello S. Michele, S. Barbara di Solanas (Sinnai), nel Castello di Laconi (NU), a S. Maria di Uta, S. Lorenzo di Silanus (NU), S. Lorenzo di Rebeccu (Bonorva-SS). Il cammino dell’Oca rappresentato nel familiare “Gioco dell’Oca” è una spirale come il guscio di una conchiglia; quella spirale che compare nei marchi compagnons della cattedrale romanica di Coimbra (Portogallo), la stessa spirale del labirinto medioevale di S. Pietro di Siresa nella Valle di Ansò (Huesca); la stessa di quella conchiglia che sbuca dalla balaustra del coro di Notre-Dame de l’Epine (Francia) o dall’arco di accesso al chiostro di San Juan de la Peña (Huesca); la stessa spirale a chiocciola che serve da cavalcatura a quello gnomo della Cattedrale di Lèon (Spagna). La conchiglia è il simbolo distintivo della confraternita dei costruttori del Cammino di Santiago, in quanto marchio di mestiere come la Zampa d’Oca e l’Oca stessa.
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1. Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame de Chartres Templare II - www.sapienzamisterica.it
2 http://www.lecoindelenigme.com/bizarreries-suite-2.htm
SAN MICHELE DI OLCOZ

A pochi chilometrica da Santa Maria di Eunate, dedicata alla Vergine col Bambino, che in origine era nera, in Olcoz, si trova quello che resta della primitiva chiesa di San Michele, il Portale principale. È stato detto che è quasi identico a quello di Eunate ma speculare, quasi ad indicare il loro aspetto complementare tranne due sculture nel nono archivolto. Nella pietra di volta dell’arco di pietre sopra il portone è inciso il Chrisma dei costruttori baschi che ricordiamo operavano sotto la protezione dei Templari. Ai piedi del tempio si erge una torre, originaria del XIII (3).

FIGURA 18. PORTALI DI NOSTRA SIGNORA DI EUNATE E DI SAN MICHELE OLCOZ

Juan Ramón Corpas Mauleón, ci porta a conoscenza dell’esistenza di un terzo portale con figure quasi identiche, nella Chiesa di Sainte Foy a Bains, nel villaggio di Bains (Puy-en-Velay, Francia). Non è un caso perché nelle vicinanze la cattedrale di Puy en Velay con la sua Madonna Nera, era uno dei punti di partenza per il Cammino di Compostela. La chiesa di Bains merita attenzione, perché costruita nel XII secolo su una breccia vulcanica (come la chiesa di San Cristoforo a Dolaison), perciò su un terreno tellurico.

FIGURA 19. PORTALE DI SAINTE FOY A BAINS


FIGURA 20. PARTICOLARI PORTALE DI SAINTE FOY A BAINS

Nel portale di Olcoz, come per quello di Eunate, ci sono 9 archivolti, due con motivi floreali al secondo e terzo archivolto. Mancano le sfere e le stelle posizionate in modo irregolare di Eunate. Il nono archivolto con le figure misteriche. I fregi sul nono archivolto della chiesa di Olcoz sono meglio conservati rispetto a Santa Maria di Eunate.

FIGURA 21. SAN MICHELE OLCOZ – PARTE SUPERIORE DEGLI ARCHIVOLTI

Si possono vedere figure umane e degli ibridi, dal corpo di uccello e coda serpentina terminante con testa di Drago con una testa umana maschile e femminile, identificati come salamandre, creature del fuoco. Le creature cosiddette fantastiche che troviamo nella scultura romanica, non appaiono tanto per rappresentare o descrivere, quanto per fornire un senso, per far percepire un’idea, ma questo significato è molteplice a secondo del grado di consapevolezza raggiunto. Nel medioevo la salamandra fu simbolicamente legata all’immagine stessa del Cristo, per la capacità di risorgere dopo morta, come la Fenice dalle sue ceneri. Poiché la Fenice simboleggia la risurrezione mediante il fuoco purificatore del battesimo, la Salamandra rappresenta anche questo battesimo innato, molto diverso da quello degli Inferi.

FIGURA 22. IBRIDO DRAGO UCCELLO E TESTA UMANA PORTALE DI SAN MICHELE OLCOZ

I visi di questi ibridi o salamandre, due a sinistra, e a destra, esprimono serena concentrazione. Sopra la testa della salamandra di destra (maschile), vi è il sacro fiore a quattro petali, che troviamo in basso sulla cornice, ripetuto due volte per formare l’ottagono. Il fiore a 4 petali indica che il personaggio rappresentato deve liberarsi dalla natura materiale e animalesca e sviluppare la natura spirituale, che si raggiunge col doppio quadrato, l’ottagono.

Il segreto di queste figure è da ricercarsi alla leggenda templare legata ai due siti sacri. In basso a sinistra dell’archivolto una figura attrae l’attenzione del ricercatore: una donna vestita che tiene tra le mani una coppa, con un serpente si attorciglia intorno alla gamba sinistra e sale sulla spalla destra per poi scendere ad abbeverarsi nella coppa. Il simbolo del serpente intorno alla coppa e che gli alita sopra senza scomodare l’antico Egitto, è un simbolo di guarigione, legato alla medicina e alla farmacia. La coppa, il serpente, la donna, richiamano la leggenda templare di Olcoz, possiamo affermare che la pudica figura femminile è la ninfa delle acque, infatti nel portale di Eunate in basso a destra la stessa donna appoggia il piede su un’onda. È la rappresentazione del potere femminile della Madre Terra.

FIGURA 23. PORTALE DI SAN MICHELE OLCOZ – DONNA CON SERPENTE E UOMO CON MANTELLO

Di fronte alla donna, a destra, come figura complementare, è rappresentato un uomo che indossa tunica lunga e mantello chiuso da una spilla circolare, tipico dei Templari; sotto i suoi piedi, una faccia grottesca che sporge fuori la lingua. Il mantello che tiene chiuso con le sue mani, assomiglia a due ali ripiegate, simbolo della natura angelica o celeste dell’uomo che è un iniziato Templare, che aver riscoperto la propria immortalità, rimane nel mondo con le ali ben sviluppate, ma piegate, per aiutare il prossimo. Questa figura individuata in un Templare, rappresenta il Maestro Costruttore del portale.

FIGURA 24. SAN MICHELE OLCOZ PARTICOLARI MISTERICI

A destra, ad eccezione delle due teste umane grottesche, si vedono delle figure umane con visi che esprimono spiritualità e concentrazione. In basso a destra un uomo nudo con una corda appoggiata sulla spalla sinistra. Sembra volerci dire che si è liberato dei legacci che lo immobilizzavano, a differenza delle due donne con i piedi legati rappresentate in basso sul capitello. Sopra il Maestro Costruttore, una salamandra maschile e poi un’altra figura maschile, questa volta senza mantello, sempre con abito lungo, con la testa rasata, forse un monaco, che tiene tra le sue mani non più una corda, ma una striscia, forse un rotolo su cui è scritto qualcosa, è un’evoluzione della figura in basso.
Le due colonne interne del portale, hanno gli stessi capitelli di quelle di Santa Maria di Eunate, mentre il capitello della colonna esterna di destra è diverso. Si vedono nei due lati, due donne accovacciate con caviglie annodate da una duplice corda, che cercano di liberarsi sforzandosi a separare due corde. In alto, tra le due donne una grande testa grottesca, con una bocca da cui forse dovevano uscire due rami, si vedono le due sezioni troncate, potrebbe rappresentare un green man.

FIGURA 25. SAN MICHELE OLCOZ CAPITELLO CON DONNE ACCOVACCIATE

Al centro della colonna interna di destra quella che ha il capitello con una testa con i due motivi a spirale, si vede la sagoma di un cucciolo di un cane. Le due chiese di Eunate e di san Michele si trovano sul Cammino per Santiago. Nell’iconografia sacra San Giacomo, è preceduto da un cane mentre raggiunge il monticello sacro della Stella.

FIGURA 26. SAN MICHELE OLCOZ - COLONNA CON CANE

Le popolazioni celtiche, che abitavano la Galizia e, insieme ai Baschi, tutta l’area dell'attuale Spagna settentrionale, credevano che la Via Lattea fosse l’Arcobaleno del Dio Lug, un dio oscuro, nero, come il pelo di un lupo nella notte e come le piume di un corvo, uccello messaggero. Quando Lug è sulla terra, e percorre il Camino di Compostela, è un lupo o un cane; quando vola per il Camino del Cielo Lug, è un corvo. Il Camino di Santiago che era chiamato “Il Cammino della Stella” sembra riflettere in terra un tracciato nel cielo. La Via Lattea descrive un percorso stellare che conduce nella costellazione del Cane Maggiore e quindi alla stella Sirio. In alto sul nono archivolto, due cani si presume a destra maschile e a sinistra femminile che convergono al centro, verso una testa animalesca. Qual è il significato di questa brutta testa al vertice del portale?

FIGURA 27. SAN MICHELE OLCOZ – TESTA ANIMALESCA IN ALTO SUL PORTALE

Il simbolo accoglie l’uomo sui portali, lo osserva dai capitelli e infine si nasconde nelle absidi, muovendosi attraverso il mistero verso la contemplazione.
Una possibile interpretazione ci porta a dire che questi sono i due cani di Orione. Nel XII secolo, al tempo della costruzione della chiesa, la costellazione di Orione (con Sirio, la stella del Cane), la più luminosa del cielo, appariva tra le due montagne, dietro Olcoz e davanti a Eunate. All’inizio della notte la figura si trova in posizione eretta, poi a poco a poco diventa orizzontale, sdraiata(4). Orione in genere è rappresentato che incede sul mare di stelle con la clava e una pelle come scudo. In realtà è il cacciatore divino armato di una spada d’oro, o fiammeggiante, accompagnato dai cani fedeli. A destra della costellazione di Orione troviamo i due cani del cacciatore, il Cane Maggiore e il Cane Minore. Nel Cane Maggiore troviamo Sirio, la Stella del Cane, chiamata in molti antichi testi “la guida dell’intera schiera celeste”, poiché è dieci o dodici volte più luminosa di qualsiasi altra stella di prima grandezza. Il Cane Maggiore è l’immortale Cane del Cielo che eternamente insegue il Cane minore, il cane inferiore, l’uomo incarnato.
La faccia in alto tra i due cani, mostra i denti, non è amichevole, ci dice che la Porta è sbarrata dal Guardiano di Soglia agli indegni. Questa porta come è stato spiegato e quella del Solstizio estivo o di san Giovanni Battista. La Porta è detta degli Inferi, il guardiano dell’Ade secondo la mitologia era Cerbero, il cane a tre teste. Il sentiero è custodito dal mostro Cerbero, un cane con tre grandi teste. L’iniziato deve discendere negli Inferi, varcando la Porta Inferi, e domare Cerbero, la sua natura animalesca, per poi tornare per lavorare tra gli uomini, interessandosi di tutti, in modo impersonale, perché non è più uomo di parte.
Nel perimetro intorno alla zona del giardino nord del tempio, sono state collocate come motivi decorativi alcune lapidi della necropoli del tempio originale. Una stele funeraria mostra un cerchio con cinque cerchi disposi a croce a bracci uguali, contornati da un motivo celtico, ci dice che quel luogo era frequentato da iniziati.

FIGURA 28. OLCOZ – STELE BASCA FUNERARIA

EUNATE - OLCOZ download pdf
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3 Per maggiori informazioni e fotografie sui due siti consultare il sito http://www.arquivoltas.com
4 http://www.lecoindelenigme.com/bizarreries-suite-2.htm
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