Geometria Sacra Architettura Templare - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Geometria Sacra Architettura Templare

I Cavalieri del Tempio
<>I MAESTRI COSTRUTTORI <> LA FIRMA DELLA CONFRATERNITA NEI PILATRI A CORDULI DELLE CATTEDRALI GOTICHE <> TORRE DEL TEMPIO DI PARIGI <> GEOMETRIA SACRA TORRE DEL TEMPIO DI PARIGI <> LE TORRI DI CHARTRES <> CAPPELLE TEMPLARI <> CAPPELLA TEMPLARE DI LAON <> CAPPELLA DI SAN CRISTOFORO DEI TEMPLARI A MONTSAUNÈS <> CAPPELLA TEMPLARE COMMANDERIA DI PAUHLAC <> TEMPLI A PIANTA CIRCOLARE <> LA ROTONDA DI PARIGI <> LA ROTONDA DI TOMAR <> IL TEMPIO DI LONDRA LA ROUND CHURCH <>

In seguito a recenti scavi, in un cimitero della fortezza templare Athlit a Damietta sono stati rinvenuti due loculi templari in cui oltre al simbolo della spada recano l’una un filo di piombo e una squadra, l’altra una squadra e un martello entrambi simboli dei Maestri Costruttori. La fortezza templare Athlit fu fatta costruire nel 1218 dal Gran Maestro Guillaume de Chartres, era inespugnabile. Situata poco a sud del monte Carmelo, sorvegliava il transito lungo la costa mediterranea. Oggi è tutt’altro che un colosso ed è rimasto ben poco di quello che è stato uno dei più grandi castelli della Palestina medioevale, una sorta di cittadella chiamata “Castrum Peregrinorum” che includeva una chiesa e alcuni palazzi, ben difesa dai templari che da lì proteggevano il porto nel quale giungevano i pellegrini e controllavano le vie di comunicazione con Gerusalemme.

Oltre alle fortezze e a Torri come querlla del Tempio a Parigi, i Templari fecero costruire Cappelle a pianta rettangolare e Templi a pianta circolare. Le dimensioni anguste delle cappelle, con piccolo santuario, ci raccontano che i Cavalieri del Tempio non accettavano il pubblico durante le loro cerimonie religiose. Le cappelle sono state utilizzate anche come luogo d’incontri per le deliberazioni, che di solito si tenevano di notte. Il quadrato, l'ottagono, il cerchio, queste erano le figure geometriche adottate dai Templari.
I MAESTRI COSTRUTTORI

La geometria sacra dei Templari è puro pitagorismo, ma sappiamo che Pitagora trascorse quasi 22 anni in Egitto, incontrò quasi tutti i Maestri d’Egitto a Heliopoli, Menfi e Tebe, dove ricevette l’insegnamento. Fu iniziato ai segreti della matematica, della geometria e della scienza delle stelle, cioè del sistema solare e delle galassie. L’antico Egitto è la patria delle conoscenze della geometria e della matematica. A Talete è attribuito il merito di aver trasportato in Grecia il patrimonio di conoscenze dei Babilonesi e degli Egiziani con particolare riguardo a nozioni geometriche e astronomiche. Si legge, infatti, nel “Commento” di Proclo che Talete andò dapprima in Egitto e da qui introdusse lo studio della geometria in Grecia. Democrito in Egitto apprese dai sacerdoti la geometria.

Per gli antichi Egiziani Thoth, la Divinità stessa, che parla e rivela al suo sacerdote eletto la volontà di Dio e gli arcani delle cose divine. Si afferma esplicitamente che parti della conoscenza divina “sono state scritte dalla mano stessa di Thoth”. Nel Deuteronomio (IX, 10) si afferma: “E il Signore mi diede due tavole di pietra scritte dalla mano di Dio”; né di trovare in Esodo XXXI: “Ed egli (il Signore) diede a Mosè ... due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte dalla mano di Dio”. In un periodo più tardo in una tomba della 26a dinastia, Oro annuncia al defunto che Thoth stesso gli ha portato i libri della sua divina parola, ossia gli scritti misterici.

Tra gli Ebrei la funzione di Thoth è fatta dal settimo patriarca Enoch. Alcuni scrittori interessati al soggetto — specialmente i Massoni — hanno cercato di identificare Enoch con il Thoth di Menfi, greco, e anche col latino Mercurio. Nella Bibbia troviamo tre Enoch: uno è figlio di Caino, il secondo è figlio di Set, il terzo è figlio di Jared. Si tratta della stessa persona che è presentata ripetutamente per fuorviare il lettore. Del primo si dice poco o nulla, degli altri due s’indicano solo gli anni. Enoc significa Iniziatore, Istruttore, mentre Enos indica il Figlio dell’Uomo. Come individui, tutti costoro sebbene distinti uno dall’altro appartengano tutti alla stessa categoria di scrittori sacri, di Iniziatori e di Archivisti dell’antica Saggezza occulta. Quelli che nel Corano sono chiamati generalmente gli Edris, cioè i “Sapienti” (gli Iniziati), portavano, in Egitto, il nome di “Thoth”.

Dove i futuri Maestri Templari appresero le conoscenze costruttive dell’antico Egitto? Non in Egitto, ma in Terrasanta. Nel 1118 quando il re Baldovino II concede al primo nucleo di futuri Cavalieri del Tempio Ugo di Champagne, André de Montbard, lo zio di San Bernardo, che è con Hugues de Payns di risiedere nella zona dove sorgeva il Tempio di Re Salomone a Gerusalemme. Ottennero gli alloggi sulla spianata del Tempio di Gerusalemme, tra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa. I primi nove cavalieri, sapevano già cosa cercare nei sotterranei della moschea: scavarono nella zona delle “Stalle di Salomone” tra la rete di cunicoli sotto il Tempio originario, antico di millenni. Lì raccolsero delle pergamene e altri documenti risalenti alla conoscenza che Mosè aveva portato con sé dall’Egitto, e qualcos’altro. Il contenuto delle altre pergamene doveva riguardare elementi di geometria sacra, e altri segreti che non sarebbero mai dovuti essere rivelati al di fuori di una stretta cerchia dell’Ordine.

Louis Charpentier nei Misteri della cattedrale di Chartres è convinto che i Templari trovassero i rotoli e le pergamene riguardanti la geometria sacra, cioè le Leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure, basati sullo sviluppo della sezione aurea. Questa conoscenza proveniva dall’Egitto, tramite Mosè al tempo dell’Esodo. Si è ipotizzato che i Templari negli scavi sotto il Tempio di Gerusalemme abbiano trovato qualcosa: si presume l’Arca dell’Alleanza con le Tavole di Pietra scritte dal Signore Iddio. Quelle tavole di pietra custodivano la Sapienza divina, quella che secondo quei grandi costruttori che furono gli Egizi, dal Dio Thoth. Nel 1128, Hugues de Payns ritorna in Francia. Da questa data, e per circa centocinquant’anni, si viene manifestando quello che si è potuto chiamare il miracolo della fioritura gotica. Il primo capolavoro gotico fu la Basilica di St. Denis. La cappella originaria fu poi sostituita da chiese costruite in epoca merovingia e carolingia, l’ultima della quale fu consacrata nel 775 dallo stesso Carlo Magno. Iniziata nel 1136 fu inaugurata nel 1143.

 
Il fatto è abbastanza straordinario e merita quindi di essere messo in evidenza: infatti ciò fa presupporre che siano stati formati dei maestri di bottega e che dunque ci sia stata una scuola dalla quale, poi, si siano sparse le maestranze nell'occidente cristiano; e questo presuppone parimenti che ci fu una precisa volontà di diffondere questo sistema di costruzione. E questa volontà di diffusione implica che i promotori, religiosi, s'aspettavano da questa volta a crociera una valida azione religiosa. È dunque tutto il mistero del gotico a forgiarne la sua stessa storia.
 
Mosè era cresciuto e istruito in ogni conoscenza in Egitto, era stato istruito in Sapienza dagli Ierofanti Egizi i grandi costruttori di Templi. Mosè ebbe libero accesso alle biblioteche dei Templi Egizi, quando lasciò l’Egitto, probabilmente portò con sé i Libri di Thoth-Ermete, il Dio della Saggezza, l’inventore delle Arti, delle Scienze, della scrittura o lettere, della Musica e dell’Astronomia.
 
Ho fatto tutto con Numero, con Misura e con Peso”, dice il Signore, nella Genesi. La Legge divina è quella del Numero, della Misura e del Peso. Conoscere le Tavole della Legge significa dunque avere facoltà di accesso alla conoscenza della grande Legge d’unità che regge i mondi, la possibilità di risalire dagli effetti alle cause e, conseguentemente, di agire sui fenomeni che generano le cause. Ci doveva essere nei cunicoli del Tempio, qualcosa di più delle due tavole di pietra. Troviamo scritto nel libro dei Re (I, 4-29):
 
Dio diede a Salomone la saggezza, una grandissima intelligenza, un’estensione di mente vasta come la sabbia che è sulla riva del mare. La saggezza di Salomone superava quella di tutti gli orientali e tutta la saggezza degli Egiziani. Era più saggio di ogni altro uomo.
 
San Paolo nella I Epistola ai Corinzi (3,10), si definisce Saggio Maestro Costruttore. “Io, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, quale Saggio Maestro Costruttore, ho posto il fondamento”. L’espressione Maestro Costruttore è utilizzata solo una volta negli scritti canonici e precisamente da Paolo. Maestro Costruttore nel linguaggio mistico corrisponde a Perfetto, Iniziato ai sacri Misteri Maggiori: è riferibile all’ultimo grado d’iniziazione quello dell’epopteia, la Rivelazione finale. La parola “epopteia” è composta di “epi” che vuol dire sopra e da “opteia” che significa vedo o sorveglio. Colui che vede e sorveglia dall’alto è l’Architetto, il Maestro Costruttore.
 
 
Figura 1. Quinto Arcano Maggiore - Lo ierofante
 
Lo Ierofante nei Tarocchi è la Quinto Arcano Maggiore. Il Papa è il Pontefice, dovrebbe essere il Costruttore di Ponti tra il materiale e lo spirituale.
 
I Templari stessi, per tramite dei Cistercensi, fecero pervenire alle Corporazioni dei Costruttori di Cattedrali, questa conoscenza dei numeri, dei pesi e delle proporzioni dando origine ai più imponenti progetti di cattedrali gotiche d’Europa (Notre-Dame, Chartres, Reims, Bourges). Tali progetti utilizzarono tecniche di costruzione innovative apprese dal nulla e senza continuità rispetto al consolidato stile Romanico dell’epoca.
 
Le cattedrali gotiche in tutta la Francia sorsero in brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250). Erano costruzioni di uno stile che fino allora era sconosciuto, e per le quali non si trovano tracce di un precedente periodo di preparazione. Una dopo l’altra, sorsero le cattedrali, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Con le sue guglie, la cattedrale s’immerge nelle correnti del Cielo, nelle grandi correnti cosmiche. Essa raccoglie la luce, la assorbe e la trasforma agendo come un vero e proprio Athanor per realizzare una meravigliosa alchimia nell’uomo e la sua trasmutazione verso uno stadio superiore dell’Umanità.
 
I Maestri d’Opera seguendo l’antico Insegnamento conferirono alle sacre costruzioni i valori numerici misterici non solo quelli espressi nelle misure dell’epoca, cioè in piedi e pollici, ma per gli edifici particolarmente sacri come “Notre-Dame de Chartres”[1], anche quelli espressi in cubiti reali egizi CR (1CR=π/6=0,5236 m), e in funzione della sezione aurea F. La sezione verticale della Grande Piramide, individua un doppio triangolo rettangolo di base 1, altezza √Φ e ipotenusa Φ. La Grande Piramide se visualizzata anziché in posizione verticale, in posizione orizzontale si sovrappone alla pianta della cattedrale di Chartres. La Larghezza della cattedrale misurata all’asse dei pilastri dei Portali Nord e Sud è esattamente la metà della lunghezza cioè 140 CR cubiti reali egizi che corrispondono a 73,3 m. Un rettangolo di rapporto 2:1 di dimensioni è. Le dimensioni esterne della cattedrale disegnano un rettangolo di rapporto lati 2:1, individuabile 280x140 CR o di 146,6x73,3 m, lo stesso rapporto di lati 2:1, si ritrova nel pavimento della Camera del Re nella Piramide di Cheope. La lunghezza della cattedrale coincide con l’altezza della Piramide di Cheope (considerando il vertice mancante), cioè 280=5x56 CR cubiti reali. Si ritrovano il cubito reale egizio CR e il numero 56 dei Templari. Vedi Cappella Templare di San Giovanni a Paulhac.  La Torre Nord è alta 115,19 metri, cioè 220 CR, la metà (1/2) della base della Grande Piramide. Moltiplicando questo valore per la radice quadrata del numero aureo si ottiene 220√Φ=280 CR, l’altezza della Piramide.                           
 
 
Figura 2. Planimetria cattedrale di Chartres in cubiti reali egizi
 
Poiché i Templari non andarono in Egitto, dove trovarono queste indicazioni numeriche? Il ragionamento ci conduce a Mosè che portò con sé i rotoli attribuiti a Thoth della conoscenza egizia. In seguito questi rotoli gelosamente custoditi dalla casta sacerdotale furono poi occultati nei cunicoli del Tempio di Salomone.
 
I Templari rappresentano, con la loro stessa esistenza, simboli primordiali come quelli che legano la Materia allo Spirito, e che opportunamente combinati producono la risultante della Conoscenza, il bagaglio dei profeti e degli Illuminati. Solo con queste premesse si può comprendere Chartres è stata progettata utilizzando il cubito reale egizio, il numero aureo e con numeri attinenti alle misure della Grande Piramide.
 
Salomone, costruttore del Tempio di Gerusalemme più saggio di Mosè e istruito di tutta la saggezza dagli Egiziani. Salomone, l’Adepto, fece costruire il Tempio e vi sotterrò l’Arca. San Bernardo, pensò di dover spiegare, con centoventi sermoni, ai suoi monaci il libro d’Adepto di Salomone: Il Cantico dei Cantici. Salomone il progettista del Tempio, appare come un nuovo Mosè, che compone un nuovo commentario alle Tavole della Legge; evidentemente scritto in termini criptici che era, allo stesso tempo, il suo testamento di Adepto. Il Cantico dei Cantici, uno scritto di altissimo valore iniziatico; un canto d’Amore, apparentemente profano, il cui primo verso afferma e denuncia il suo contenuto ermetico: Sono nera ma bella, ragazze di Gerusalemme! I Templari erano devoti alla madonna Nera, S. Bernardo di Chiaravalle rivela di aver ricevuto l’illuminazione un giorno in cui si trovava a pregare nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, in contemplazione di una statua di una Madonna Nera. Il Cantico dei Cantici recita: Sono nera ma bella, ragazze di Gerusalemme! È nota la venerazione verso la Vergine Nera simbolo della Madre Terra, chiamata a Chartres, Notre-Dame-de-Dessous-Terre.
 
In ogni cattedrale costruita in gotico primitivo, vi è una statua di Salomone e spesso anche l’etiope Regina di Saba, per indicare velatamente la filiazione Salomone e Costruttori del Tempio alias Templari? La regina di Saba citata sia nella Bibbia che nel Corano. La Bibbia ci dice che fosse una sovrana di un regno meridionale, scura di pelle, e che fosse venuta a Gerusalemme per constatare la grande saggezza del re d’Israele Salomone.
 
Figura 3. Re Salomone e la Regina di Saba
 
Nel 1205 fu scritta una versione del Graal, dal titolo Perlesvaus, ufficialmente da un monaco dell’abazia di Glastonbury, secondo altri da un Templare. Perlesvaus viene ricevuto da due Maestri: “erano abbigliati di bianco, e ognuno di loro aveva una croce rossa sul petto ...”. Poi c’è una giovane che tiene in una mano la testa di un re, con la base d’argento e nell’altra quella di una regina con la base di piombo. Il piombo, scuro, è il metallo della Nigredo, mentre l’argento è il metallo dell’Albedo. Uno dei custodi del Graal dice all’eroe: “Ci sono le teste con le basi in argento e quelle con le basi di piombo e i corpi cui le teste appartengono: ti dico tu devi riunire le teste del re e della regina”. La Rubedo è la fase successiva all’Albedo. Questo è il motivo per cui sono spesso rappresentati in collegamento l’uno con l’altro, come la Regina Bianca e il Re Rosso. Il piombo, il più impuro dei metalli, deve essere trasformato nel metallo puro, l’Oro, simbolo dello Spirito.
 
Durante il processo del 1310 a Lucera in Puglia, contro il templare catalano Galcerand de Teut, dopo essere stato torturato egli, rivelò l’esistenza degli statuti segreti di Damietta redatti nella fortezza di Athlit.  Damietta, una città e porto dell’Egitto sul delta del Nilo, fu importante nel XII e XIII secolo durante il periodo delle Crociate. Questa fortezza fu fatta costruire nel 1218 dal Gran Maestro Guillaume de Chartres e nel 1291 fu poi abbandonata. Circondata da tre lati dal mare, munita di porticciolo e di un cantiere, proprio era inespugnabile. In seguito a recenti scavi, in un cimitero della fortezza sono stati rinvenuti due loculi templari in cui oltre al simbolo della spada recano l’una un filo di piombo e una squadra, l’altra una squadra e un martello entrambi simboli dei Maestri Costruttori.
 
Nella versione latina delle Regole Templari troviamo il titolo della persona che si trovava a capo dell’Ordine, Gran Maestro. Tale titolo dopo San Paolo che si definiva Maestro Costruttore, tramite i Templari appariva nel mondo cristiano per la prima volta, mentre esisteva da secoli presso la Confraternita dei Costruttori, in Medio Oriente. Quest’ordine fondato in Iraq nel nono secolo dal sufi Maaruf Kharki (morto nell’815), discepolo di David il Tailandese, in altri termini “Figlio di David”. Re Salomone, figlio di David è stato considerato come suo equivalente. Fondò la fraternità Sufi chiamata I Costruttori. I costruttori originali furono gli architetti di Abd al-Malik, che costruirono la Cupola della Roccia a Gerusalemme alla fine del secolo settimo. Egli seguiva una tradizione orale ed era strutturata in quattro gradi: apprendista, compagno, maestro e iniziato. Così come per i Templari, anche per i Costruttori il Tempio salomonico rappresentava la perfezione da raggiungere.
 
Louis Charpentier scrive che i costruttori di chiese erano raggruppati in confraternite, che sarebbe più esatto, quindi, chiamare «fraternità», una specie di associazioni, di «compagnie». Esistevano tre «fraternità»: les Enlants du Père Soubise, les Enfants de Maître Jacques e les Enfants de Salomon. E, queste, non sono ancora totalmente scomparse. Les Enfants hanno lasciato degli eredi conosciuti, ora, sotto il nome di Compagnons des Devoirs du Tour de France, nome a loro conferito nel XIX secolo.
 
I privi nove Cavalieri erano mandati da San Bernardo il cistercense in Terrasanta a scavare e a cercare qualcosa nell’area del Tempio di Salomone. Sappiamo che il gotico è nato a Citeaux. Tutta la «formula» gotica viene dai cistercensi; e i «Compagnons des Devoirs», eredi dei costruttori di cattedrali gotiche, non fanno mistero di possedere la loro «linea», la loro geometria descrittiva, indispensabile per l’erezione del monumento gotico, dell’Ordine di Citeaux.
 
I Templari furono i conoscitori degli antichi segreti egizi dell’architettura sacra, e furono i promotori della costruzione di grandi cattedrali gotiche tra cui quella di Chartres, dove si venera la Madonna Nera. San Bernardo, un importante monaco cistercense, il loro protettore definiva Dio in un modo poco cristiano, ma molto pitagorico: “Dio è lunghezza, ampiezza, altezza e profondità”. Queste parole appartengono ai Maestri costruttori. Vi è qualcosa di meglio e di più, nel gotico, che delle nuove soluzioni tecniche. Vi è insita la costruzione di Templi che sono dei vestiboli al Regno di Dio; e questo richiede una scienza più alta di quella dei calcoli di forze e di resistenze. È necessaria una conoscenza delle leggi dei Numeri, una delle leggi della materia, una delle leggi dello spirito e, per agire sugli uomini, una conoscenza delle leggi fisiologiche e psichiche. Qualcuno ha rivelato questa scienza. Louis Charpentier è convinto che oltre l’Arca, con le Tavole della Legge, i Templari a Gerusalemme abbiano scoperto la scienza arcana[2], la matematica divina che ha permesso loro l’edificazione delle cattedrali.
 
Perseguitati, durante il processo ai Templari, dalle guardie di Filippo il Bello, interdetti dalle corporazioni, essi assunsero il nome di Compagnons des Devoirs e si rifugiarono nella clandestinità per uscirne solo durante la Rivoluzione francese che distrusse definitivamente tutte le corporazioni. Si riconoscevano tra di loro mediante parole d'ordine, segni e un dialetto di mestiere e di clandestinità. Il termine «doveri» (devoirs) ha conservato, per essi, l'integrità della sua portata semantica: dovere di operare, che fu loro dato, altre volte, con i mezzi dell'adempimento, dovere professionale e umano che non fu mai rinnegato.
 
Quali furono le condizioni di coesistenza di queste corporazioni con l’Ordine del Tempio? Appartennero direttamente all'Ordine, o vi furono solamente affiliate o semplicemente associate? La squadra appare sempre accanto ai Maestri Costruttori delle cattedrali gotiche. Le loro tradizioni son rimaste ben vive e radicate e si esprimono, sul piano del «mestiere », mediante una gerarchia a tre livelli: Apprendista, (Apprenti), Compagno (Compagnon), Compagno-finito o Maestro (Maître). Sul piano umano, promotori di un’opera vitale, si sono sempre rifiutati, finché l’obbligo non fu formale, di portare armi e, Cavalieri, cioè liberatori, si sono sempre rifiutati di lavorare nella costruzione di fortezze e di prigioni.
 
È alla terza confraternita, Les Enfants de Salomon, che Charpentier attribuisce volentieri la costruzione non solo di Chartres ma ancora di una buona parte delle Notre-Dame gotiche poiché esse gli sembrano «segnate» e, sicuramente, quelle di Reims e di Amiens. Il nome stesso di Salomone potrebbe costituire un’indicazione supplementare. Salomone, l’Adepto, fece costruire il Tempio e vi sotterrò l’Arca; San Bernardo cistercense, pensò di dover spiegare, con centoventi sermoni, ai suoi monaci il libro d’Adepto di Salomone: Il Cantico dei Cantici; San Bernardo fondò l'Ordine del Tempio il cui nome originario fu: Templum Salomonis, il Tempio di Salomone. I cistercensi istruirono Les Enfants de Salomon. Si può dunque ammettere logicamente che presso l’Ordine dei Cavalieri del Tempio di Salomone, esistesse un ordine minore e, in qualche modo, filiale dell’Ordine maggiore: les Enfants de Salomon.  
 
Figura 4. Cattedrale di Reims - Salomone e Hiram Maestro Costruttore con squadra e compasso
 
 
All’esterno della cattedrale gotica Notre-Dame di Reims Re Salomone e Hiram rappresentato come Maestro Costruttore, con compasso serpentino e squadra con lati interni non paralleli.
 
Nello stesso tempo in cui si celebrava il processo al Tempio, Filippo il Bello sopprimeva le immunità accordate ai «muratori» (maçons). Les Enfants du Pére Soubise si adattarono alla situazione, ma così non fecero les Enfants de Salomon i quali, dopo aver suscitato qualche tumulto, si rifugiarono nella clandestinità o, per un po’ di tempo, espatriarono. Considerandosi completamente sciolti da ogni obbligo nei confronti del re di Francia e del Papato, essi diventarono les Compagnons étrangers du Devoir de Salomon.
  
Louis Charpentier nel Mistero della cattedrale di Chartres spiega che Les Enfants de Salomon erano un ordine minore all’interno dell’Ordine del Tempio.
 
Non si dovrebbe fare caso, forse, a certe coincidenze fra la «firma» della Confraternita che costruì le varie Notre-Dame e alcune costruzioni templari? La Confraternita, specialmente a Chartres, Amiens e Reims, sembra aver apposto la propria «firma» su questi monumenti mediante l’uso sistematico di un particolare pilastro a corduli. Senza dubbio non si tratta di un’invenzione originale e fondamentale poiché se ne ritrovano simili in numerose costruzioni romaniche, ma l’aspetto particolare delle proporzioni che caratterizzano questi pilastri li personalizza, in certo modo. Oltre che ad Amiens, Reims e Chartres, si ritrova questa particolare «firma», che potrebbe essere tipica di una «scuola», in due pilastri di Notre-Dame di Parigi, vicino alla porta Occidentale, e due a Beauvais: una per transetto.

[1] Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame de Chartres Templare I – La geometria sacra. www.sapienzamisterica.it
[2] Questa scienza disparve con la distruzione del Tempio di Salomone.
LA FIRMA DELLA CONFRATERNITA NEI PILATRI A CORDULI DELLE CATTEDRALI GOTICHE
 
Charpentier fa notare che il pilastro delle cattedrali gotiche è rotondo o ottagonale come a Chartres, ma le colonnine a costoloni, cioè disposte in croce, presentano la particolarità d'avere, in rapporto col pilastro centrale, la stessa proporzione esistente fra i «piccoli» cerchi che delimitano il cerchio centrale della croce celtica e questo cerchio stesso. I quadrati ottenuti congiungendo il centro dei cerchi sono anch’essi in rapporto aureo φ.  
 
Figura 1. L'inversione della croce celtica, base del pilastro a cordali
 
Dopo aver varcato il Portale Ovest, della cattedrale di Chartres, non si può fare a meno di notare i 12 possenti pilastri posti ai due lati della navata. La cadenza è ritmata dall’alternanza dei 6 pilastri arrotondati circondati da colonne ottagonali e da 6 pilastri ottagonali attorniati da colonne rotonde. Il pilastro collega idealmente la Terra il cui simbolo è il Quadrato con il Cielo il cui simbolo è il Cerchio, è paragonabile a una corda tesa che vibra quando nell’armonia tonale c’è accordo. La cadenza dei pilastri della navata è dunque ritmata dall’alternanza di pilastri arrotondati circondati da colonne ottagonali e da pilastri a otto facce attorniati da colonne rotonde. Questo disegno si ritrova nel quaderno di appunti del Maestro d’Opera Villard de Honnecourt, la cui attività copre gli anni 1225-1250.
 
La geometria costruttiva si basa sull’alternanza del doppio quadrato, e di quadrati gli uni dentro gli altri ognuno con superficie esattamente la metà del precedente, rapporto di ottava. Tale costruzione si basa sulla diagonale del quadrato cioè sulla radice quadrata di due. Cioè ogni lato di un quadrato è √2 volte del quadrato più piccolo e la sua superficie è il doppio. I cerchi sono individuati e delimitati dalla posizione dei quadrati come si può vedere in figura. L’Ottagono con il Cerchio sono le figure geometriche preferite dai Templari, è noto che sovente le chiese templari si presentano pianta centrale, sia rotonda sia ottagonale. Nell’Ottagono vediamo il messaggio simbolico templare: l’elevazione, il tentativo del Cavaliere Templare che, partendo dal quadrato, si evolveva spiritualmente passando all’ottagono. Gli otto lati sono paragonabili a otto porte che permettono il passaggio, la transizione da uno stato all’altro; dal rinnovamento, alla resurrezione, fino a raggiungere la perfezione rappresentate dalla circonferenza[1].
Figura 2. Chartres - Alternanza dei pilastri della navata

[1] Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame de Chartres Templare I – La geometria sacra.
TORRE DEL TEMPIO DI PARIGI
 
Nel 1147 venne istituita a Parigi la più grande commenda di Francia con un gruppo di 130 Templari. Il luogo dove fu costruita la casa madre (maison cheftaine) fu nominato il Quartiere del Tempio (Enclos des Templiers) realizzato come cittadella fortificata. L’intera area occupata dal comandante estendeva su sei ettari. Nella Parigi odierna, il quartiere del Tempio era situato tra Place de la Republique, Place de la Bastille (Bastiglia) e l’Hotel de Ville.
 
All’interno, del Quartiere del Tempio vi erano depositate immense ricchezze, da quelle dell’Ordine a quelle della Chiesa stessa, dei Sovrani e Nobili di tutta Europa, grazie alla sicurezza che l’intero sistema fortificato garantiva in caso di pericolo. Centro dell’amministrazione finanziaria francese, un vero e proprio ministero in cui: si amministravano le finanze, si riscuotevano le imposte, si trasferivano capitali, si controllavano i debiti e si pagavano i vitalizi; di conseguenza i nobili e i mercanti erano incoraggiati dalla fiducia mostrata dai monarchi nei confronti del Tempio. Il servizio prestato in egual misura a tutta la clientela era un servizio bancario completo come nessun’altra istituzione. L’accesso all’interno della fortificazione avveniva attraverso una porta fortificata protetta da un ponte levatoio.
 

 
Figura 1. Parigi Enclos des Templiers

In principio l’area si presentava come una palude, ma nel 1137 tutta la zona fu concessa dal re Luigi VII ai Templari. Questi seppero ben bonificare, tanto che già nel 1143 era funzionale una grande Commanderia con una cinta fortificata, e una torre merlata di tre piani, a pianta quadrata, nota come Torre di Cesare, di dieci metri di lato e alta cinquanta metri - e una cappella circolare, su cui poi (nel 1194) s’impiantò una chiesa in stile gotico, dedicata a Santa Maria. Seguirono altre costruzioni: la casa del Maestro Provinciale, una seconda cappella, un chiostro, un ospedale, dormitori, cucine, un refettorio, un ossario, l’edificio Capitolare e le prigioni, inoltre la cinta fortificata fu innalzata sino a raggiungere l’altezza di circa otto - dieci metri, fiancheggiata da quindici torrette.
  
In seguito i Cavalieri dopo aver costruito la Torre di Cesare, costruirono un’altra torre su pianta quadrata. Una torre merlata a quattro piani alta cinquantacinque metri, meglio conosciuta come la “Torre (dungeon) del Tempio”. Nel 1306, un anno prima dell’abolizione dell’Ordine, il dungeon fu completato; era stato avviato sotto il comando del comandante Jean le Turc. Ogni angolo era fiancheggiato da spesse torrette di cinque metri che salivano dal fondo, che conteneva scale e cancelli, che s’innalzavano fino al livello superiore del terrazzo. Sopra il quarto piano, vi era un posto di vedetta, coperto da un tetto di tegole piramidale, che appariva come un quinto piano. L’accesso alla torre avveniva attraverso una delle torrette laterali, dove una scala a chiocciola serviva i quattro piani e la terrazza superiore. Le altre tre torrette ospitavano piccole stanze adiacenti alle sale centrali. Ogni piano consisteva in una grande stanza con un pilastro centrale su cui si ancoravano quattro volte a crociera. Il quinto piano o terrazza era adibito a vigilanza armata. Il quinto livello e le torri erano ricoperti da un tetto piramidale protetto da tegole. La sala al primo piano di circa 60 m2 (7,75 m di lato) era utilizzata per le riunioni del capitolo e come Sala della Giustizia. Le altre sale dovevano ospitare i tesori del Tempio. Il lato nord fu affiancato da un altro edificio la Piccola Torre dotato di due torrette, per totale di sette pinnacoli [1].
 
Figura 2. Torre del Tempio – planimetria e struttura verticale (architetto Buorla)

L'estensione, la bellezza, la ricchezza e la forza del Tempio di Parigi provocarono la loro caduta. Infatti, l’anno prima, nel 1306, il re Filippo il Bello si era rifugiato al Tempio durante le rivolte contro i contraffattori, e da quella fortezza poteva aspettare senza paura per l'appagamento della furia popolare. Perciò pensò di appropriarsi di una residenza più sicura, più spaziosa e splendida di quella del Palais e del Louvre. La magnifica ospitalità data ai principi dai Templari, possessori di considerevoli ricchezze, sapientemente governate, non poteva non eccitare la cupidigia di un sovrano avido come Filippo il Bello, livido di rabbia per l’onta subita, meditò la fine dell’Ordine che aveva più autorità e potere del re. Un anno dopo essere stato salvato il re ordinò l’annientamento dei suoi salvatori. Soppresso l’Ordine, la torre divenne in seguito una prigione. La sua celebrità è dovuta al fatto che durante la rivoluzione francese in essa furono incarcerati, fra gli altri, anche i discendenti di Filippo il Bello, cioè i membri della famiglia reale francese fra il 1792 e il 1793. Una leggendo probabilmente non vera narra che al momento della morte sul rogo, Jacques de Molay si dice che avrebbe maledetto sia chi aveva mandato al rogo i Templari e sia la casa di Francia “fino alla tredicesima generazione”. Sarà una casualità, ma i reali di Francia furono imprigionati nella Torre dei Templari prima di essere ghigliottinati, ponendo così fine alla monarchia assoluta in Francia.

La bolla “Ad Providam” (2 maggio 1312), emanata da Clemente V, ordinò che i beni e le proprietà dei Cavalieri venissero consegnati agli Ospitalieri. Nei due secoli seguenti gli Ospitalieri modificarono la “Villeneuve du Temple”. Ampliarono la chiesa di Santa Maria, riempirono il fossato intorno alla fortezza e sostituirono il ponte levatoio con un normale ponte di pietra. Nel corso del XV secolo gli Ospitalieri sostituirono le grandi sale da pranzo, dove erano ospitati re Enrico III d’Inghilterra e Luigi IX di Francia, con un albergo per le loro riunioni capitolari. Le modifiche ospedaliere continuarono e nel corso del 17° secolo molti dei vecchi edifici templari furono distrutti .
 
Nel 1650 la Chiesa di Santa Maria, un’altra cappella, le torri, il magazzino, la grande porta d'ingresso e l'ospedale furono gli unici edifici templari rimasti. Inoltre, nel 1667 la casa del Maestro Provinciale Templare fu trasformata in un palazzo per il Gran Priore in Francia. Poco prima della rivoluzione francese, restavano solo le due segrete, la chiesa, la cappella e il palazzo del Gran Priore degli Ospitalieri. Non rimaneva praticamente nulla del muro di cinta o di altri edifici, che erano integrati come parte dello sviluppo urbano di Parigi. Poiché la Torre del Tempio rappresentava agli occhi dei monarchici il luogo del supplizio della monarchia ed era divenuta mèta di pellegrinaggio, la torre con un decreto del 16 marzo 1808 fu fatta abbattere da Napoleone Bonaparte dal 1808 al 1810. La distruzione della torre significò la scomparsa di tutti gli antichi resti templari, ad eccezione del Palazzo del Gran Priore. Tra il 1805 e il 1810, la maggior parte degli edifici rimanenti (la chiesa e le torri) scomparve.
 
L’Ordine del Tempio, per utilizzava molto il piano quadrato contornato da quattro piccole torri nelle sue commende o fortezze.  Le quattro torri a quadrato del XIV secolo del castello di Sarzay nell’Indre, o simile alla torre di Vincennes, copia della Torre del Tempio di Parigi, ci dicono come doveva apparire la Torre del tempio di Parigi. Charpentier scrive che ci sono, ugualmente, dei legami di parentela con la Torre di Cesare, a Provins, opera probabilmente dei costruttori di fortezze del Tempio. Il rapporto con i pilastri ottagonali a corduli delle colonne tonde «è evidente».

Figura 3. Fortezze con quattro Torri a Sarzay – Provins - Vincennes
 
 
 
La Torre quadrata (Dungeon) del bellissimo castello di Vicennes, situato nei pressi di Parigi, ha un piano di base è un quadrato esterno di 50 piedi (16,20 m) per ogni piano, le pareti sono spesse 10 piedi con un quadrato interno di 30 piedi. Ciascuno dei suoi angoli, è fiancheggiata da una torretta circolare di 6,60 m di diametro, l’interno della torretta è ottagonale. Il pavimento interno, un quadrato di 30 piedi per lato (o 9,72 m), ha  come per la Torre di Parigi,  una volta  ad archi con un pilastro centrale. L’altezza sotto è di sette metri al piano terra e di otto metri sul primo, secondo e terzo piano, e sette per il quarto piano, 3,5 per il quinto piano e solo due metri per il sesto piano.

 
Figura 4. Torre Vincennes sezioni orizzontale e verticale
 
 
Il motivo delle torri lo ritroviamo nella cappella templare polacca di Chwarszczany (in tedesco Quartschen), edificata nel 1290 su una precedente costruzione. Il suo precettore Bernhard von Eberstein, sul finire del XIII secolo, ricopriva anche la carica di Maestro della provincia di Polonia, della Nuova Marca, di Boemia e di Moravia. Il suo aspetto attuale, risultato delle trasformazioni successive, è quello di un edificio a pianta rettangolare, con l’antico basamento in granito e le pareti in mattoni, sostenute da tre contrafforti per lato, più altri quattro che circondano l’abside poligonale. La facciata è inquadrata da due torri circolari sormontate da cupole.
 
                                                   
 
Figura 2. Cappella dei Templari a  Chwarszczany, Polonia
 
 
 
Figura 5. Cappella dei Templari a  Chwarszczany, Polonia
 

 
GEOMETRIA SACRA TORRE DEL TEMPIO DI PARIGI
 
Ogni piano della Torre del Tempio consisteva in una grande stanza Quadrata con un pilastro centrale su cui si ancoravano Quattro volte a crociera che disegnano una croce. Le volte a crociera descrivono in alto una stella a otto raggi, e sappiamo che questo numero caratterizza i Cavalieri del tempio. I costruttori del tempio utilizzarono il modulo romanico “ad quadratum”. La Torre del Tempio per escluso le quattro torrette era realizzata sul modello del Templum romano, che era diviso in quattro parti o regioni: sinistra, destra, antica (sud), postica (nord). La planimetria di molte città e lo stesso accampamento romano, quadripartito secondo il cardo (asse nord-sud) e il decumanus (asse est-ovest), rispettava l’antica ubicazione direzionale che si richiamava ad una funzione sacra.
     

 
Figura 5. Torre del tempio e Templum romano
 
Il Decumano è legato al simbolismo del numero 10 che rappresenta la completezza della creazione. In ambito latino il numero 10 s’indica con una X, la figura di una Croce. La X è il Decumano, una Croce sulla Terra (il piano orizzontale) che taglia, organizza e orienta il tempo, lo spazio e la materia, ossia ordina il Caos in Cosmos, secondo il mistero del numero 4, il sigillo della creazione. Detta struttura geometrica indica pertanto le 6 direzioni celesti: Est-Ovest: l’asse equinoziale; Nord-Sud: l’asse solstiziale; Zenit-Nadir: l’asse polare, la linea attorno alla quale tutto ruota; più il centro, il punto fisso, l’Uno immutabile, da cui dipartono queste sei direttrici dello spazio e del tempo, quindi origine e causa dell’Universo, il tutto creato.
Figura 6. Modulo “ad quadratum” del Tempio
      
Le pietre di base sono cubiche. Le Quattro pietre cubiche poste ai quattro angoli del Tempio ne delimitavano i confini inviolabili, si chiama generalmente pietra di fondazione o “prima pietra” quella che è situata sull’angolo Nord-Est. Nel mondo classico erano adoperate le erme, pietre quadrangolari, per delimitare i confini (pubblici e privati). I Quattro Quadrati disegnano una Croce a Bracci uguali. Questa figura evoca anche il disegno primordiale dell’ideogramma cinese “hing” del numero di elementi o stati del mondo materiale nella tradizione cinese (i Cinque Elementi). Il numero cinque è la somma del numero della Terra (2 il principio dei numeri pari) con il numero del Cielo (3 il principio dei numeri dispari) cioè: 5 = 3 + 2. Il numero 5 rende pari i numeri dispari e dispari i numeri pari, cioè cambia Yang in Yin e viceversa. Il numero del mutamento, cinque, che è simbolizzato dai cinesi con una croce a bracci eguali. Il Quinto Elemento corrisponde alla proiezione dell’ultima pietra della costruzione, la chiave di volta posta alla sommità dell’edificio. Nel simbolismo cristiano, la chiave di volta rappresenta Cristo e le pietre angolari dei Quattro Evangelisti. Le figure nel loro insieme descrivono Cristo in mezzo ai quattro animali della visione di Ezechiele e dell’Apocalisse. Nella Torre del Tempio il numero Cinque è visualizzato dal palo centrale che idealmente la via salutis, la via di salvezza che esplode in Cielo; la chiave di volta è “la Porta del Cielo” (Janua Coeli) come il vertice della Scala di Giacobbe. Cosmologicamente è l’Asse del Mondo, e teologicamente è la Via cioè lo stesso Cristo che ha detto: “Io sono la Via”.

Questo modello è riproposto anche in verticale:
 
  • Quattro piani;
  • Quinto piano copertura piramidale.
  • Il quinto piano rappresenta la pietra di vertice, o “vertice dell’angolo”.
 
La pietra angolare o di apice ha una forma speciale e unica, tale che non può trovare posto nel corso della costruzione, al punto che “i costruttori la rigettano”; ne comprendono la destinazione solo i Costruttori che sono passati “dalla squadra al compasso”, cioè dal quadrato al cerchio, dalla Terra al Cielo.
 
 
Figura 7. Simbolismo verticale della Torre del Tempio
 
La pianta della Torre del Tempio ci fornisce ulteriori informazioni:
 
  • Le torri sono formate con quattro cerchi;
  • Il diametro delle torri è 2/3 del alto del quadrato interno della torre. Il rapporto delle due misure è la lunghezza di corda della nota SOL;
  • Lo spazio quadrato centrale della torre è diviso in quattro quadrati minori;
  • Il diametro del cerchio di una delle torri è uguale alla diagonale di uno dei quattro quadrati minori;
  • Il diametro del cerchio di una delle torri è uguale al lato dell’ottagono contenuto nelle quattro torri,
  • Il lato del quadrato della torre (unione dei quattro centri delle quattro torri) è 1,618 volte quello interno, cioè φ volte il numero aureo. In altri termini se il lato del quadrato interno è unitario cioè Uno, il lato del quadrato esterno è 1,618=φ questi due lati formano il rettangolo aureo.
  • Poiché il diametro di un cerchio è la semidiagonale del quadrato (√2/2) è anch’esso collegato al numero aureo: lato quadrato maggiore/diametro cerchio: φ/(√2/2).
 

 
Figura 8. Geometria sacra nella Torre del Tempio

Un altro simbolismo della planimetria della Torre è con le firme dei costruttori delle cattedrali, i pilastri a corduli. Confrontando la sezione di un pilastro ottagonale, con corduli a sezione circolare, con la sezione della Torre del Tempio, di Parigi osserviamo che è stata seguita la medesima procedura geometria e simbolica. In questa firma compare anche il numero aureo Φ.
 
 
Figura 9. La Torre del Tempio e il Pilastro a corduli    
                                                                                             
A Chartres, come in altre cattedrali, scrive Charpentier, il pilastro è rotondo od ottagonali, ma le colonnine a costoloni, cioè disposte in croce, presentano la particolarità d’avere, in rapporto col pilastro centrale, la stessa proporzione esistente fra i «piccoli» cerchi che delimitano il cerchio centrale della croce celtica e questo cerchio stesso.

[1] http://osmth-gisors.fr/tout-public/villeneuve-du-temple.pdf.
 
LE TORRI DI CHARTRES
 
La presenza delle due torri presso la cattedrale di Chartres è per lo meno inconsueta e sembrano aver fatto parte di un sistema difensivo come la “Torre del Tempio”, di Parigi. Non vi sono documenti scritti sulla carta, deteriorabili e facilmente occultabili, per contro vi sono documenti scritti nella pietra. La nuova cattedrale fatta costruire con ogni probabilità dai Templari, in stile gotico primitivo è leggermente più lunga della precedente.
 
Guardando la pianta della cattedrale è subito evidente la presenza di uno strano pennacchio che appare come sull’abside, la cappella di Saint Piat. Il modello architettonico è inconsueto, unico, e non ha nulla a che vedere con la concezione architettonica delle cattedrali, è un’aggiunta, proprio come un cappello. L’estremità di quest’aggiunta o cappello, è formata da due torri. La cappella di Saint Piat, non appartiene al progetto gotico originario, perché è stata eretta nel 1335, dopo la fine dell’Ordine dei Templari, ma non le due piccole torri che erano preesistenti.
 
Figura 1. Chartres Torri cappella St. Piat
 
Scrive Louis Charpentier: “Vale la pena di proporre questa questione perché mi sembra che ci sia stata una difesa presso la cattedrale che è per lo meno inconsueta. Il capocroce della cappella di Saint Piat, costruita all’estremità dell’abside nel XIV secolo, è addossato a due torri che, evidentemente, sono ad esso anteriori. Queste due torri non corrispondono in niente allo stile della cappella di Saint Piat, né ad alcun stile religioso. Esse possono - e sembrano proprio - aver fatto parte di una piccola torretta difensiva. Una di queste torri, d’altra parte, quella a Nord, si situa esattamente nell’asse della cattedrale e ha potuto servire di «riferimento» per il tracciato al suolo.” (I misteri della cattedrale di Chartres).
 
Se accettiamo l’ipotesi di Charpentier, visualizziamo la cattedrale senza il pennacchio o cappello, sovrapponiamo alle due torri terminali una Torre uguale a quella del Tempio di Parigi, rimane lo spazio da colmare con la successiva cappella di St. Piat. Resta da chiederci perché se le Torri non considerate templari hanno nulla che si colleghi architettonicamente alla cattedrale furono fatte? E se furono torri templari perché furono conservate? Forse è perché non si volevano distruggere per timore arcano o per mascherare la loro funzione e far cadere sopra di esse il velo dell’oblio. Che cosa dovevano difendere le torri?[1]
 
Figura 2. Chartres trasformazione da Torre Templare a cappella St. Piat       
 
La presenza delle due torri presso la cattedrale è per lo meno inconsueta e sembrano aver fatto parte di un sistema difensivo come la “Torre del Tempio”. Il modello delle torri è unico, cambiano le misure della planimetria: sono state eseguite in funzione del numero aureo  legato ai cubiti reali egizi. Cambia anche l’altezza che per Chartres è in sostanza la metà della Torre di Parigi.
 
 
 
Figura 3. Chartres misure Torri Templari cappella St. Piat       
 
Charpentier crede che se si fanno degli scavi esterni al muro della cappella centrale, si trova traccia della restante parte dell’antico sistema difensivo. Resta da chiederci il motivo per il quale due torri non furono abbattute per essere poi collegate alla cattedrale[2].
 
Le due torri sono alte 22 m, che corrispondono a 42 CR (cubiti reali egizi), cioè al numero di Giudici o Assessori che formano il tribunale di Osiride che deve giudicare il Defunto, nome misterico dell’Iniziando. La Torah è suddivisa in colonne, ciascuna delle quali consta sempre di 42 righe. Le Odi di Salomone sono 42. Nel Talmud è scritto che il nome divino di 42 lettere è il più grande dei misteri. Queste 42 lettere contengono i nomi dei dieci Sephiroth.
 
 
Figura 4. Chartres Torre Templare destra  cappella St. Piat

[1] Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame de Chartres Templare V – L’Arca e la Wouivre.
[2] Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame de Chartres Templare I - La geometria sacra.
CAPPELLE TEMPLARI
 
Le dimensioni anguste delle cappelle, con piccolo santuario, indicano che i Cavalieri del Tempio non accettavano il pubblico durante le loro cerimonie religiose. Le cappelle sono state utilizzate anche come luogo d’incontri per le deliberazioni, che di solito si tenevano di notte. Oltre l’estrema sobrietà di ornamenti, questi piccoli monumenti del XII secolo risentono l'influenza dell’abate di Citeaux, che scrisse gli statuti dell’ordine. Questa semplicità può essere trovata sulle lastre dei tumuli che sono ancora presenti in questi edifici, privi d’iscrizioni, che mostrano la Croce dell’Ordine, una spada, un triangolo o qualche attributo, molto raramente con riferimenti a persone. La pianta delle cappelle era ottagonale come a Laon e a Metz, o rettangolare come a Montsaunès e a San Bevignate.
 
L’Ottagono rappresenta l'equilibrio costruttivo delle forme, dei temperamenti e delle energie cosmiche, essendo l'unione di un Doppio Quaternario, di natura l'uno passivo e l'altro attivo. L’Ottagono è ottenuto graficamente rappresentando due quadrati sovrapposti e ruotati uno rispetto all’altro di 45°.
Figura 1. Il Doppio Quadrato sovrapposto - l’Ottagono

In quest’unione, l’elemento attivo, dinamico e maschile, è quello romboidale, che traccia un asse verticale, mentre quello passivo, statico e femminile è il quadrato appoggiato su un lato, che traccia un asse orizzontale.
 
Nel simbolismo dei Tarocchi, L’arcano numero 8 è quella della Giustizia, infatti, il numero otto per i Pitagorici rappresenta l’equità, essendo divisibile in due numeri pari ed uguali (4 + 4), a loro volta ulteriormente divisibili in entità equivalenti (2 + 2 + 2 + 2). La Dottrina Pitagorica delle “coppie di opposti”, si fonda sul fatto che ogni Elemento Cosmico, come il Fuoco, l’Aria, l’Acqua e la Terra, partecipando delle qualità e dei difetti dei loro Primari, è Duale, nella sua natura, Bene e Male, Spirito (Forza) e Materia, ecc.; e ciascuno quindi è allo stesso tempo Vita e Morte, Salute e Malattia, Azione e Reazione.
 
II mondo di Pitagora ci dice Plutarco, consisteva di un doppio quaternario, cioè un doppio quadrato. Il percorso dal quadrato al cerchio parte dalla valenza simbolica per cui il quadrato simboleggia la Terra, mentre l’ottagono è l’Uomo ed il cerchio, il Cielo: quindi si tratta di una via ascensionale verso il cielo nella quale l’ottagono, ma anche il numero otto, sono la tappa a metà strada tra quadrato e cerchio, tra terra e cielo e a rappresentare, quindi, un mondo intermedio. Nel percorso esistente, indipendentemente se in ascesa o in discesa, tra la manifestazione divina del cerchio e, quella materiale, terrena o umana del quadrato, l’ottagono è la fase intermedia più perfetta, ecco il motivo della rappresentazione di figure geometriche costituite dall’ottagono e dalla stella a otto punte, presenti nelle chiese islamiche e cristiane.
 
La torre che affianca la simbolica Abbazia di Collemaggio, fatta realizzare da Celestino V all’Aquila, è di forma ottagonale, e tutti i battisteri cristiani presentano la stessa forma. Anche i Cavalieri Templari, nel loro complesso simbolismo, avevano particolare predilezione per il numero otto: la Croce delle Beatitudini, che soprattutto nei primi tempi fu il loro emblema ufficiale. La Qubbat al-Sakhra a Gerusalemme, più nota come moschea di Omar o Cupola della Roccia, è di forma ottagonale.
 
Due sono gli edifici in cui l’ottagono raggiunge la sua massima espressione simbolica: la Cupola della Roccia presso Gerusalemme, costruita dal Califfo 'Abd al-Malik, sulla rupe dove un tempo si trovava il tempio di Salomone (in seguito divenuta quartier generale dei Cavalieri del Tempio) e Castel del Monte in Puglia, l’una testimonianza dell’affermazione religiosa dell’Islam (da lì Maometto lasciò la terra per essere assunto in cielo), l’altro simbolo architettonico dell’impero idealizzato da Federico II. L’Imperatore stesso, durante la crociata del 1228, visitò la Cupola della Roccia ed è presumibile che in quell'occasione maturasse in lui l’intenzione di rappresentare in forma architettonico-simbolica la sua idea di Impero.

CAPPELLA TEMPLARE DI LAON

La Cappella della Commenda di Laon, costruita intorno al 1140 è un ottagono i cui lati internamente misurano nove piedi. I muri sono spessi tre piedi e contrafforti tre piedi di lunghezza. La rappresentazione successiva è dell’architetto del XIX secolo Viollet le Duc. Nella cappella di Laon, tre di queste tombe presenti all’ingresso del santuario sono adornate con la croce patente incisa.
 

Figura 2. Cappella ottagonale della Commenda di Laon
 
Delle teste o protomi come quelle presenti per la Rotonda Templare di Londra, sono poste sono poste all’ingresso laterale del nartece. Le teste sono sette, il numero del mistero. Una testa nota come il Baphomet, e che sembra quella di un cucciolo di animale si trova all’interno della Cappella Templare di Montsaunès è simile a quelle della Cappelle di Laon. Il Baphomet per i Templari era la Testa della Conoscenza, riferita alla trasmutazione mentale che avviene durante l’iniziazione.
 
Il pavimento interno del coro presenta motivi geometrici templari: un quadrato circondato da otto punte all’interno di una cornice quadrata, cioè un secondo quadrato, a suo volta contornato da rombi il tutto racchiuso in un’altra cornice quadrata, cioè un terzo quadrato.

 
 
Figura 3. Motivi geometrici pavimento Cappella ottagonale della Commenda di Laon
 
La cappella della Commenda di Laon servirà come modello per la ‎‎Cappella dei Templari di Metz‎‎. Ogni cappella templare conserva nella sua planimetria una conoscenza dell’arte della Confraternita degli antichi Maestri d’Opera, i Magister, noti in Italia sotto il nome di Maestri Lombardi o Comacini, discendenti degli antichi collegia fabrorum, dell’antica Roma di cui Vitruvio era un esponente di spicco.
 
 
CAPPELLA DI SAN CRISTOFORO DEI TEMPLARI A MONTSAUNÈS
 
La Cappella Templare di Montsaunès è un rettangolo esternamente lungo circa 36 m e largo 13 m, all’interno la navata e divisa in 4 arcate, mentre il coro è composto di un piccolo rettangolo più di forma semicircolare. All’interno il pavimento della navata ha proporzioni auree 1:2Φ, le Porte Nord e Sud disposte a metà della navata la dividono idealmente in due rettangoli di proporzione 1:Φ.
 
Le arcate o sezioni in cui è divisa la navata, non sono disposte in modo equidistante. Se assumiamo come valore di riferimento la profondità della prima arcata cui diamo un valore 10, la seconda arcata è profonda 11, la terza 12, la quarta 11, in totale per la navata 44. Le dimensioni del rettangolo di riferimento della prima arcata sono 10/16,18 cioè 1/φ. Il coro ha una profondità 6 unità per la parte rettangolare e 8 per il raggio dell’abside, in totale 14 unità. Quattordici è due volte sette, il numero del Mistero come si addice al coro.
 
Utilizzando come misura esterna del portale Ovest 13 m (riportato su una piantina), e prendendo come unità di misura il classico piede romano (utilizzato a Chartres) di 0,29574 metri allora la profondità della prima arcata è di 20 piedi, la seconda 22 piedi, la terza 24 piedi, la quarta 22 piedi, in totale 88 piedi, cioè 8x11. Otto è il numero della dualità del quadrato 2x4 ed è il numero di riferimento per i Templari. L’ingombro esterno (13,01 m) è di 44 piedi.
 
Le misure del pavimento della Cappella Templare di San Cristoforo velano il quinto numero primo 11, e il numero aureo. I numeri primi sono gli “atomi dell’aritmetica”, gli elementi di base con cui si costruiscono tutti gli altri numeri naturali: non derivano da altri, ma li producono tutti. L’undici è il primo numero palindromo, che ha particolarità di poter essere letto in modo inverso cioè sia da destra sia da sinistra. Il numero 11 è la dualità armonizzata, simbolicamente rappresenta una coppia di colonne, che sono poste all’ingresso del Tempio. Quando le colonne sono unite da un arco, formano una nicchia. L’importanza di questo numero è rimarcata dalla presenza di parecchi affreschi geometrici realizzati con triangoli e quadrati multipli di undici. La navata è 44 unità, quattro volte undici 4x11. Quarantaquattro è il quarto numero palindromo.  

Figura 4. Planimetria Cappella di Montsaunès
 
Il coro è composto di un’abside più una piccola parte rettangolare. L’abside ha una struttura semicircolare delimitata da 8 lati, evidenziata da 8 alte arcate interne al perimetro cui si aggiungono 2 arcate per la parte rettangolare, in totale per l’abside 10 arcate e 3 finestre una centrale e due laterali, di cui una semimurata sul lato nord. Le quattro arcate che compongono la navata si possono osservare anche all’esterno. Il Portale Sud è nella terza arcata. Il Portale Nord è sulla terza parete priva di arcata.
 
Complessivamente all’esterno della navata abbiamo 4 arcate sul lato sud e 3 sul lato nord, in totale 7 arcate. Il lato Est del coro ha 8 arcate per l’abside e 2 arcate per la parte rettangolare, in totale per il coro 10 arcate. Il lato occidentale non presenta arcate che in totale sono 10+7=17. Diciassette è il settimo numero primo o incorruttibile. Diciassette è anche la somma dei primi Quattro numeri primi: 17 = 2 + 3 + 5 + 7, una forma di Tetractis, quella dei numeri primi. Per i Pitagorici il diciassette rappresentava un arresto, una Porta da superare. Da un punto di vista cosmogonico il 17 assume una grande importanza: è la somma della Trinità astratta “3” e di due volte sette “2x7”, i sette spirituali della Luce e i sette della forma o dell’ombra.
 
La navata lato nord ha una finestra, e quella del lato sud quattro finestre. Il coro ha tre grandi finestre di cui due completamente aperte e una più piccola (in parte murata) verso il lato Nord. In totale 5+3=8 finestre.
 
 
CAPPELLA TEMPLARE COMMANDERIA DI PAUHLAC
 
In un villaggio nel comune di Saint-Étienne-de-Fursac nel dipartimento della Creuse, dove si trovava l’antica commanderia dei Templari Paulhac di cui resta la Chiesa della Decollazione di San Giovanni Battista e del suo annesso, noto come la Cappella di San Fiacre.  

Figura 5. Cappella Templare di San Giovanni – Relazione tra Cubiti Reali Metri e Φ
 
La Cappella Templare di San Giovanni a Paulhac è formata da Cinque campate per un’altezza di circa 9 metri. Il rilievo al suolo dell’interno della cappella mostra una geometria particolare. Le misure al suolo e considerazioni sono state fatte da Pierre Dupuis[1]. Al suolo si hanno cinque moduli quadrati di lato 5,6 m più un rettangolo che nasce dalla diagonale del doppio quadrato. La larghezza è di 5,6 m, la lunghezza di 29,32 m, cioè 56 cubiti reali. La mediana di questa lunghezza 56/2CR=28CR=29,32/2m=14,66m=5,6Φ2m. L’altezza alla chiave di volta di 9 m della cappella è in rapporto aureo con la larghezza: 5,6xΦ=5,6x1,618=9,06 m. Il modulo è uguale a 5,6 m = 4Φ2 CR = 8,4√Φ CR. La lunghezza 2x5,6Φ2 m = 56 CR. Il numero 56 compare sia nei cubiti reali, e sia nei metri.
 
Plutarco ci informa che il numero 56 rappresenta i lati del poligono associato a Tifone. Il numero 56=2x28 corrisponde a due mesi lunari, cioè un ciclo lunare completo composto di 2x4 settimane. Osiride era chiamato il Doppio Coccodrillo, cioè il doppio principio, Spirito e Materia, Bene e Male, e come tale era il Sole del giorno e quello della Notte, il divino e il mortale. Nel mese lunare di 28 giorni, ogni settimana ha un suo carattere occulto. Il Defunto, l’Iniziato che diventava un Coccodrillo (Drago, Serpente) acquisiva ventotto facoltà o poteri sulla Materia.
 
Il numero 56 compare anche nella cattedrale di Chartres, nella misura di 5,6 m del diametro delle due torri templari (Notre-Dame de Chartres Templare I – La geometria sacra di Vincenzo Pisciuneri). Vi è dunque un collegamento segreto tra la cattedrale di Chartres e la Cappella Templare Paulhac eretta a San Giovanni Battista.

 
Figura 6. Paulhac - Interno Cappella Templare di San Giovanni    
 
Anche nella chiesa di San Giovanni Decollato, vi sono dei protomi alla base di triplici e semplici pilastrini, una per ogni pilastrino, ad eccezione di una figura: addossate sulla parete Sud a sinistra, vi sono dei triplici pilastrini alla cui base vi sono tre teste che appaiono come sapienti. Visto la concordanza di numeri, Pierre Dupuis, afferma che una di queste teste guarda in direzione dell’abside, ai cui lati due croci templari, rappresenta il Maestro d’Opera di Chartres e i suoi assistenti, ma è probabile che le teste siano anche un riferimento ai Templari, gli istruttori dei Maestri d’Opera che progettarono le primitive cattedrali gotiche.
 
        
 
Figura 7. Paulhac - Cappella Templare di San Giovanni – Protomi o Teste
 
All’interno vi al lato sud della finestra del coro vi è la rappresentazione pittorica dell’albero di Jesse, al lato nord troviamo il lavoro dei dodici mesi. Questi due temi li ritroviamo sempre nelle cattedrali gotiche e nelle chiese con influenza templare. Si pone l’accento sui Re e sacerdoti discendenti di Jesse, perché? La risposta è in un Salmo: “Il Signore ha giurato e non si pente, Tu (David) sarai Sacerdote in eterno secondo l’Ordine di Melchisedech (110,4)”. Si deduce che David fosse “Sacerdote secondo l’Ordine di Melchisedech” e non secondo quello di Aronne. Chi amministrava segretamente il Sacerdozio di Melchisedech a quei tempi? Chi rappresentava questo segreto Ordine di Melchisedech che aveva come ruolo anche quello di preparare i Re-Sacerdoti del ramo di Jesse?
 
Dopo David, Salomone anch’egli sacerdote dell’Ordine di Melchisedech e custode dell’Arca dell’Alleanza e del suo contenuto, l’ultimo sacerdote dell’Ordine di Melchisedech fu Gesù che era sia Esseno e sia Nazareno. San Paolo afferma nella lettera gli Ebrei (5,9): “Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse, Tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedech”.
 
[1] http://www.cirac.org/club/Le_Secret_des_Templiers.pdf. di Pierre Dupuis.  
 
TEMPLI A PIANTA CIRCOLARE
 
La struttura religiosa principale era il Tempio, costruito inizialmente circolare. La Rotonda, perfettamente comparabile a quella costruita a Londra, fu ingrandita fino a formare una chiesa gotica dedicata alla Vergine Madre.
 
 
LA ROTONDA DI PARIGI
 
Il capoluogo dell'ordine, in occidente fu Parigi. Il Tempio di Parigi consisteva di vasti terreni, la cui superficie ammontava a un terzo della capitale; era stato fondato intorno al 1148, o, secondo Felibien, il ritorno della crociata di Luigi VII. Al processo dei Templari, vale a dire nel 1307, gli edifici del Tempio a Parigi consisteva di cappella circolare primitiva del XII secolo, che era stato racchiuso in una navata del XIII secolo, di un campanile che tiene a questa navata, di edifici spaziosi per alloggiare e ricevere i fratelli ospitali. Secondo la ricostruzione (contestata[1]) fatta da Viollet le Duc, il Tempio di Parigi era orientato secondo l’asse Est-Ovest, con l’ingresso a Ovest, ed era composto di tre parti:
 
1. La prima parte, la Navata gotica, situata all’ingresso del tempio.
2. La seconda parte, la Rotonda, costruita su due piani, è contornata al piano terra da una galleria circolare.
3. La terza parte la volta della Rotonda, con la stessa altezza della navata e si basa su Sei pilastri disposti in un cerchio. La Rotonda è generata da due triangoli equilateri disposti in senso opposto, che formano una stella a sei punte che a sua volta genera una stella dodecagona. Il coro della chiesa equipaggiato con alte finestre su ogni lato, è composto di Cinque arcate semplici.

 
Figura 1. Viollet le Duc - La Rotonda sezione orizzontale
 
Scriveva nel 1868 l’architetto Viollet le Duc nel suo Dizionario ragionato di architettura: “Non dobbiamo dimenticare che i fondatori dell’Ordine del Tempio erano nove in numero (quadrato 3), era loro permesso di ordinare nuovi fratelli, dopo nove anni, e i numeri 3 e 9 sono frequentemente presenti nelle cappelle di commanderie. La Rotonda di Parigi ha sei pilastri all’interno e all’esterno dodici alloggiamenti. La sua disposizione non poteva essere ottenuta in modo che da due triangoli equilateri penetranti, come mostrato nella Figura “3” (del suo libro) ”.
 
Scrive ancora Viollet le Duc: “In “A” (vedi figura) è rappresentato il portico con le sue chiare volte laterali, o le ampie vetrature. Questo è simile a ciò che rimane ad Aix-la-Chapelle … “.

 
   
 
Figura 2. Viollet le Duc - vista laterale Tempio di Parigi
 
Analizzando la supposta pianta della Tempio di Parigi, e confrontandola con la sorella di Londra (capitolo successivo) si possono trarre le seguenti considerazioni:
 
  1. La rotonda è realizzata con Quattro Triangoli equilateri.
  2. Due Triangoli equilateri individuano i vertici di un Esagono che coincide con le Sei colonne della Rotonda.
  3. Il lato dell’Esagono è preso come unità di riferimento come nella sorella di Londra, la Round Church.
  4. Si individua un rettangolo aureo fra le colonne della navata distanziate L6Φ, cioè lato esagono per 1,618.
  5. Il portico è formato da due quadrati di lato L6.                                                                                                                                                                                                                                                     
  
Figura 3. Parigi - planimetria completa del Tempio
 
Dopo lo scioglimento della dell’Ordine, l’area “du Temple” quella che Filippo il Bello non aveva requisito, passò nelle mani degli Ospitalieri, poi di Rodi e di Malta. Come altrove, sono costoro ad alterare significativamente (per cancellare l’architettura misterica templare) gli edifici che ricevono. Nel corso dei secoli, l’azione degli Ospitalieri, e lo sviluppo della città di Parigi, modificò il tracciato del quartiere del Tempio. S’impegnano nella trasformazione del Tempio, in una casa, in un palazzo per il Gran Priore di Francia, e in seguito completano l’opera demolendo molti altri edifici templari. La grande torre continuerà a servire come prigione di stato fino alla sua distruzione. Poco prima della rivoluzione, c’erano solo due edifici, la chiesa, la cappella e il palazzo del Gran Priore dell’Ordine degli Ospitalieri. Ora non c’è praticamente nulla né del muro di cinta, né di altri edifici che sono stati integrati nello sviluppo urbano della città.
 
 
LA ROTONDA DI TOMAR
 
In Portogallo a Tomar vi è il grande complesso templare con castello e chiesa. Della fortezza dei Templari, costruita sotto la guida del Gran Maestro Gualdim Pais, si sono conservate parte delle mura e un torrione squadrato che si affacciano su una vasta terrazza con scalinata che dà accesso alla chiesa eretta nel 1162. La chiesa, detta la Rotunda o Charola, fu costruita nella seconda metà del dodicesimo secolo dai Templari orientata secondo l’asse est-Ovest.
 
Figura 4. Tomar – esterno della Rotunda
 
La fortezza aveva tre cinte di mura concentriche con accesso selezionato , nell’ultima ci entravano solo i cavalieri più fidati e gli inviati del Re, li avevano la Biblioteca e i loro tesori soprattutto di conoscenze Geografiche. Fu eretta una struttura fortificata a sedici lati con contrafforti, finestre a crociera, archi, merloni ornati di croci e campanile, a testimonianza della sua duplice funzione sia di luogo spirituale come di bastione difensivo. Il tempio coniuga la struttura circolare con quella ottagonale, infatti, ha una struttura poligonale a sedici lati all’esterno, con contrafforti, finestre rotonde e un campanile. All’interno ha una struttura ottagonale (otto colonne disposte ai vertici di un ottagono) connessa tramite archi, alla galleria cioè al deambulatorio.
 
 
Figura 5. Tomar – La Rotunda pianta originaria e trasformazioni successive
 
La caratteristica di questa chiesa è che i Templari entravano a cavallo per assistere alla funzione religiosa. Louis Charpentier trattando la cattedrale di Chartres afferma la stessa cosa: “Il diritto dei cavalieri di entrare nella cattedrale a cavallo”. I cavalieri, Caballeros, simbolicamente sono coloro che “montano” la Cabala, quelli che sono istruiti dalla “Cabala”, la Scienza Misterica, nella scienza delle leggi e delle armonie del creato. E il Cavaliere, come un Templare degli ordini maggiori, deve essere dunque un “Iniziato” e in ciò gli è fedele alleato il cavallo, animale chiaroveggente e psicopompo per eccellenza.
 
Scrive Louis Charpentier nel libro “I Misteri della cattedrale di Chartres”: “Si può, penso, tener per certo che i Maestri d'Opera dei Bambini di Salomone, portavano parimenti spada di cavaliere cavalcatori com'erano della Cavalla della Cabala. La spada, d'altra parte era uno strumento di «test» della pietra. Ancora attualmente i Compagnons des Devoirs possiedono ciascuno una carta personale sulla quale si trova indicata in segni geroglifici, quello che si potrebbe chiamare la loro qualificazione, tanto dal punto di vista del loro mestiere quanto della loro scienza esoterica. Questa carta, che serve loro di passaporto presso le cayennes, è da loro chiamata, il loro «Cavallo». Realmente è il loro stemma di cavalleria, di «Cabaleria». Quando un compagno muore il «cavallo» è bruciato durante una cerimonia segreta. Le ceneri sono mescolate a del vino che è bevuto dai compagni. Spostarsi in certe circostanze, significava essere sulla Cavalla, cioè sotto la protezione della cabala o per la Cabala…”.
 
Solo in Portogallo, il Gran Maestro Templare prestava giuramento nelle mani dei Cistercensi. Formula conservata in un manoscritto della provincia di Alcozaba: «Io X … Cavaliere dell'Ordine del Tempio, e recentemente eletto signore dei Cavalieri che sono in Portogallo, prometto di essere sottomesso al Signore generale dell’Ordine secondo gli statuti che ci sono stati prescritti da Nostro Padre San Bernardo … e che non rifiuterò ai monaci, specialmente ai monaci di Citeaux e ai loro abati, come se fossero i nostri fratelli e compagni, nessun soccorso …».
 
Il testo è chiaro, anche se il giuramento era fatto in Portogallo, si affermava la filiazione diretta con i Cistercensi: «ai monaci di Citeaux e ai loro abati come se fossero nostri fratelli e nostri compagni».
 
Al tempo del processo farsa contro i Templari, Dionigi Dinis, allora re del Portogallo, istituì una commissione d’inchiesta presieduta dal vescovo di Lisbona interrogando e imprigionando 28 Templari. La commissione però non rilevò niente di condannabile contro l’Ordine e i suoi membri che tanto avevano contribuito al consolidamento del regno portoghese e il re aderì al suo scioglimento, decretato dal Papa, solo in maniera formale. Con abile mossa politica, infatti, non appena venuto a conoscenza dell’intenzione del Papa di concedere i beni dei Templari all’Ordine degli Ospitalieri che già avevano numerosi possedimenti nel suo reame, istituì nel 1318 un altro ordine religioso-militaresco, l’Ordem de Cristo, che rimase attivo fino al 1834, anno in cui furono estinti tutti gli ordini religiosi e militari. È proprio questo Ordine ad avere un ruolo fondamentale per le grandi scoperte navali: le navi portoghesi che nel Quattrocento solcavano i mari alla volta dell’Estremo Oriente e del Nuovo Mondo sfoggiavano orgogliosamente dipinto sulle vele l’emblema dell’Ordine di Cristo, cioè dalla Croce dell’Ordine del Tempio. Uno dei più importanti Gran Maestri dell’Ordine fu Enrico il Navigatore, che lo guidò dal 1417 fino alla morte, avvenuta nel 1460.
  
Nel periodo dell’Infante D. Henrique vi fu una prima modifica della cappella dei Templari con l’apertura in due delle sezioni occidentali di un coro o tribuna che sfruttavano lo spessore delle pareti. La totale trasformazione della chiesa templare iniziò nel 1515, quando D. Manuel I commissionò l’architetto Diego de Arruda, la sua conversione da pianta circolare in una a pianta longitudinale, per la quale era necessario rompere il muro a ovest. L’antica Rotunda è stata trasformata in una cappella aprendo un grande trionfo arco ogivale e l’aggiunta di un nuovo corpo rettangolare di tre sezioni di cui una più piccola e due altezze che sfruttano il terreno irregolare.
 
 
Figura 6. Tomar – La Rotunda trasformata nel XVI secolo in cappella

[1] La ricostruzione fatta da Viollet le Duc è basata sulle descrizioni di Henry Sauval: “Storie e ricerche nell’antichità di Parigi” anno 1724.
 
IL TEMPIO DI LONDRA LA ROUND CHURCH

Il Gran Maestro e fondatore del nucleo primitivo Templare Hughes di Payens visitò la Gran Bretagna nel 1118 per il reclutamento di cavalieri e la raccolta di fondi destinati alla missione in Terrasanta. Con questa visita Hughes di Payens formò tra i Bretoni il primo gruppo di Cavalieri del Tempio che crebbe rapidamente nel tempo. In un inventario redatto da Geoffrey Fitz Stephen, Maestro del Tempio dal 1180 al 1185, si segnalava che l’Ordine possedeva alla data del 1185 massicci possedimenti a Londra e nelle contee di Hertfordshire, Essex, Kent, Warwickshire, Worcestershire, Salop, Oxfordshire, Cornovaglia, Lincolnshire e Yorkshire. Re Giovanni (1199–1216) stabilì diverse relazioni con i Cavalieri Templari; ad esempio,  quando si recò presso Runnymede per sigillare la famosa “Magna Charta”, venne ospitato presso i locali del Tempio. L’ordine dei Templari era molto potente in Inghilterra, con il Maestro del Tempio seduto in parlamento come primus baro, cioè come primo barone del regno. Quando cominciò la persecuzione vera e propria contro l’Ordine, su iniziativa del re di Francia Filippo IV detto il Bello, molti cavalieri inglesi furono detenuti in diversi castelli delle contee in attesa dei processi che si tennero a Londra, Lincoln e York. Molti furono costretti a ritrattare il loro credo e furono così assolti, e furono assorbiti in altri ordini, come l’Ospitaliero e l’ordine Cistercense. Altri come William de la More, ultimo Maestro del Tempio di Londra, che rifiutò di cedere al ricatto e non ritrattò mai le sue idee, venne per questo rinchiuso nella Torre di Londra fino alla sua morte[1]. Gli Iniziati non ritrattarono, i non iniziati abiurarono.
 
 
Figura 1. Londra - Esterno Round Church
 
Al centro del quartiere della City, il luogo più importante di Londra, si staglia, un edificio grandioso, la Chiesa del Tempio. Eretta nel XII sec., dedicata a Maria Vergine nel 1183.  Si dice che la parte principale del Tempio, la più antica, a pianta circolare detta Round Church, cioè la Rotonda, ricalca il modello della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il luogo dove fu seppellito Gesù. Il Tempio era ed è costituito da due parti: la Round Church (la rotonda), e una seconda struttura, detta The Chancel (il presbiterio) o The Oblong, a pianta rettangolare, che fu aggiunta nel 1240. La prima parte venne consacrata nel 1185 dal patriarca di Gerusalemme Heraclius (Eraclio).
 
Una delle poche parti della Chiesa del Tempio che sembrano far parte della struttura originaria della Chiesa è la magnifica porta occidentale. La differenza di colore Mostra la differenza tra lo stile originale e quello vittoriano dopo il restauro – i pilastri colorati più leggeri all’esterno tre su ogni lato sono vittoriani, le colonne interne sono originali.
 
 
Figura 2. Round Church Portale occidentale

Entrando nella chiesa dall’ingresso laterale, posto sulla fiancata meridionale, ci si trova la Rotonda sul lato sinistro. La zona centrale è circondata da un deambulatorio, da essa separato attraverso archi a tutto sesto poggianti su sei gruppi di Quattro pilastri, e coperto con volta a crociera. I Sei gruppi di Quattro pilastri sono disposti regolarmente su un cerchio per formare un Esagono regolare attorno al punto centrale della rotonda. L’Esagono formato dall’unione di sei triangoli equilateri, ha il lato uguale al raggio del cerchio. Il deambulatorio è realizzato su una circonferenza il cui raggio è doppio di quello del cerchio, rapporto di Ottava, Armonia. Le aperture esterne sono disposte sui vertici di un doppio Esagono o Dodecagono[2], che secondo i Pitagorici era dedicato a Zeus.
 
Pianta e armonie geometriche Round Church
 
Figura 3. Pianta e armonie geometriche Round Church
 
Sopra le arcate poggianti su queste colonne, vi è un piccolo cornicione, che si estende circolarmente all’interno della torre, su cu poggia un più elegante porticato formatto ad archi intrecciati che generano archi a sesto acuto. Gli archi poggiano su piccole colonne di marmo scuro, arricchite con basi e capitelli ornati. Il cornicione è diviso dalle colonne portanti in 6 parti, sopra ciascuna di queste parti vi sono 7 piccole colonne di marmo scuro, per un totale di 6x7=42 colonne. Sopra questo elegante porticato è un altro cornicione sormontato da Sei finestre con parte superiore circolare a intervalli uguali attraverso le spesse mura della torre. La parte oblunga (The Oblong), a pianta rettangolare è costituita da una navata centrale e due navate laterali di uguale altezza, ed è formata da Otto colonne di marmo, che sostengono un soffitto a volte a crociera. La navata è distanziata dall’esagono centrale da un quadrato di lato uguale a quello dell’esagono, poi un altro esagono, un quadrato un terzo esagono e in terzo quadrato, in definitiva tre esagoni e tre quadrati di lato uguale a quello dell’esagono. Per ottenere la lunghezza totale si deve aggiungere un altro quadrato, in totale quattro quadrati e tre esagoni. Abbiamo così ritrovato i numeri 3, 4, 6, 7, e 8. Il tempio lungo il corridoio della parete esterna circolare piccole colonne sormontate da capitelli a fogliame, che si collegano con una serie di archi a sesto acuto sopra i quali si notano otto blocchetti in rilievo e otto incassati, divisi in due schiere di 4+4, in definitiva la dualità. Sopra le colonne sono rappresentate 63 teste grottesche di personaggi simbolici rifatti ex novo in epoca recente. Quando si esamina questi volti umani, sembrano per la maggior parte distorti e agonizzanti dal dolore, inoltre si vedono bestie che rosicchiano loro le orecchie e strappando con i loro artigli le teste calve di alcuni di loro, i cui denti saldamente compressi e labbra tremanti indicano chiaramente un dolore intenso.
 
Il numero 63 compare in un gioco molto famoso, quello dell’Oca. Secondo Eliphas Lévy (La chiave dei grandi Misteri) nel gioco dell’Oca si può leggere una trasposizione dei Tarocchi. Fulcanelli scrive[3], che il Gioco dell’Oca è un labirinto popolare dell’Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera[4]. Una zampa d’oca, il Pédaque, era la firma degli Enfants de maître Jacques[5], una confraternita, quella dei Compagnos du Devoir, costruttori medievali al tempo dell’edificazione delle grandi cattedrali gotiche, meglio conosciuti come Jars, il maschio dell’oca. Secondo Louis Charpentier, sul suolo di Francia si troverebbe un enorme gioco dell’oca naturale le cui caselle sarebbero contrassegnate dalla presenza di monumenti megalitici dedicati al dio celtico Lug, eroe solare, signore della luce. Il segno dell’oca, la pata de oca (zampa d’oca), è raffigurato graficamente da una Y con una terza asta nel mezzo e simbolizza la superiorità dello spirito sulla materia.
 
La sua struttura a spirale, ripartita in 63 tappe in cui ricorrono alcuni simboli fissi, conduce verso il raggiungimento del centro, del “giardino dell’oca”, meta di un cammino sapienziale iniziatico. La spirale del gioco si svolge sempre in senso sinistrorso, come ad indicare che il raggiungimento del centro va inteso nel senso di una “via del ritorno“, di una risalita verso l’origine, verso l’Uno[6]. Le 63 caselle del Gioco rappresentano anche le diverse fasi della vita umana. L’oca rappresenta l’anima umana destinata a diventare nell’ultima casella il cigno, simbolo induista della liberazione karmica. Il gioco comprende 13 Oche,che diventano 14 se contiamo anche il centro, il 13 il numero totale delle oche presenti sul tabellone, è numero lunare per eccellenza, giacché sono 13 le lunazioni annuali. Le oche sono collocate ogni 9 caselle partendo dalle caselle 5 e 9. Tutto il gioco è diviso in 7 sezioni, e il 7 nella numerologia antica è il numero del “periodo vitale”. Le caselle favorevoli sono quelle delle Oche (Jars) e dei Dadi (Grandi Pietre, cioè le costruzioni megalitiche) che facilitano, le prime, il proseguimento del percorso e lo indicano e lo difendono i secondi. Gli ostacoli in numero di 8 sono: il Ponte, l’Albero, il Pozzo, il Labirinto, il Carcere e la Morte, che  si può sconfiggere con riti di rinascita.
 
Il numero delle caselle, del gioco è particolarmente indicativo: come prodotto di 9x7=63 permette di intendere il percorso come successione di 7 cicli di 9. Gli europei chiamavano ogni 63° anno “il grande anno climaterico”, e supponevano, forse giustamente, che il numero di questi anni si ottenesse moltiplicando il 7 per i numeri dispari 3, 5, 7 e 9. L’anno climaterico di 63 anni, è una dottrina che risale a Pitagora e alla sua scuola. Si basa sulla rivoluzione completa cui è soggetto il nostro temperamento ogni sette anni. Il 63 era considerato fatale essendo il prodotto di 7 per 9. I cicli settenari e novenari segnano gli anni fondamentali della vita umana che, in questo caso, terminerebbe col 63° anno, chiamato “il grande climaterio”. In questo senso il gioco può essere inteso come una rappresentazione simbolica del percorso stesso della vita. Ma c’è di più: la casella 63 è quella che permette di accedere al centro della spirale, al “castello o giardino dell’oca” che non è numerato. Considerando anche il centro, avremmo in tutto 64 caselle e questo numero, oltre ad essere simbolo dell’Unità, verso la quale il cammino ci deve ricondurre (6+4=10; 1+0=1), è il prodotto di 8x8 e suggerisce immediatamente una possibile analogia del nostro gioco con quello degli scacchi, che, a sua volta, ha la sua matrice simbolica nei 64 esagrammi dell’I Ching o “Libro dei Mutamenti”, i cui simboli descrivono appunto tutti gli stadi possibili dell’esistenza umana[7].
 
 
Figura 4. Interno Round Church   
 
Sul pavimento della zona centrale, si trovano dieci lastre lapidee con sopra in altorilievo di nove Cavalieri Templari (il numero di coloro che andarono a Gerusalemme) e una lastra tombale, raffigurati giacenti con gli occhi aperti, che trovarono sepoltura nella chiesa. Otto cavalieri nel cerchio interno (numero associato al Tempio), due nel cerchio esterno. Una delle dieci sculture raffigura Guglielmo il Maresciallo, anch’egli sepolto nel tempio in quanto Templare. Otto sculture effigiano dei Cavalieri Templari giacenti sui rispettivi sepolcri, e sono state poste nel restauro del XIX secolo all’interno del cerchio di colonne, in due gruppi separati, quattro per lato, lungo il lato settentrionale e quello meridionale della chiesa. Alcuni cavalieri sono rappresentati con le gambe incrociate secondo l’interpretazione ortodossa, rappresentano chi partì per le crociate. Secondo un’altra ipotesi, i cavalieri con le gambe incrociate rappresentino in realtà non chi aveva combattuto in Terrasanta, ma chi era degli Iniziati.
 
 
Figura 5. Round Church Lastre Sepolcri templari
 
Analoga rappresentazione con le gambe incrociate è fatta a Chartres per il musico con le gambe incrociate e per Mosè, nel Portale Reale di Sinistra. Il musico con le gambe incrociate del Portale Ovest di Chartres è il Maestro d’Opera custode delle armonie musicali pitagoriche, che disegnò armonicamente le arcate e i pilastri, la Cattedrale, accordandone le parti tra loro, e le singole parti con il tutto, alla stregua di uno strumento musicale. Nel timpano destro del Portale Sud della cattedrale di Chartres, San Martino dorme con le gambe incrociate in modo da formare un “X”. Questo segno a forma di “X” è anche detto il sigillo di Hermes o Mercurio, la Sapienza misterica, che ha come attributo, i sandali di cuoio incrociato, le calzature di Mosè sembrano fatte con strisce incrociate. La lettera “X” indica il numero Dieci espresso come 2x5, due volte “V” cinque, come per le Tavole della Legge affidate a Mosè. Fulcanelli, ricorda che la cintura di Offerus, il portatore del fanciullo, quello che diverrà San Cristoforo, ha una trama incrociata a “X”, come una rete. A San Cristoforo è dedicata la Cappella Templare di Montsaunès nei Pirenei Francesi, a San Cristoforo è dedicato il Duomo di Barga in Toscana, che porta l’impronta templare.
 
Sul cerchio interno, a sinistra, vicino a una delle sei colonne vi è un fonte battesimale. Sul lato sud dell’edificio, vicino l’altare maggiore, vi è un’elegante piscina di marmo o lavacrum, in forma di una doppia conchiglia, la dualità della manifestazione, per le abluzioni rituali anche il tempio gotico della Sainte-Chapelle a Parigi, presenta a sinistra dell’altare una doppia conchiglia molto bella. La conchiglia, onnipresente a Santiago di Compostela, richiama l’utero e soprattutto l’utero universale che è il contenitore delle Acque originali e dei germi degli esseri. Essa evoca in maniera sorprendente quest’abisso oscuro dell’energia creatrice. Si spiega così come la conchiglia sia diventata l’emblema della seconda nascita.
 
                          
 
 
Figura 6. Round Church Fonte battesimale e Doppio lavacrum
 
In seguito alla soppressione dell’Ordine dei Templari, la chiesa passò in mano alla corona, che in seguito la concesse all’Ordine di Malta, mentre gli altri locali del complesso divennero sede delle due scuole per avvocati, ancora oggi esistenti. Nel 1540 Enrico VIII abolì l’Ordine di Malta confiscando tutte le loro proprietà, tra cui la chiesa del Tempio. Purtroppo, nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, una bomba incendiaria colpì in pieno la chiesa templare danneggiandola seriamente compreso le lapidi dei cavalieri[8]; quella che oggi ammiriamo è una ricostruzione realizzata il più fedelmente possibile all’originale, mantenendo così continuità con ciò che il Tempio rappresentava e che continua a rappresentare.
 

[1] http://www.angolohermes.com/Speciali/Inghilterra/Ing_Templari.html.
[2] I Dodecagono divide il Cerchio Celeste in 12 settori uguali, i 12 segni zodiacali.
[3] Fulcanelli, “Le Dimore Filosofali”.
[4] In un trattato sugli scacchi del 1617 l’autore Pietro Carrera ci dice che fu Francesco de Medici a riscoprire e reinventare il gioco, che poi donò a Filippo II di Spagna.
[5] Una leggenda narra che Maestro Jacques fu il responsabile per la colonna Jakin e forse anche di colonne Boaz del Primo Tempio di Gerusalemme fatto edificare da Salomone.
[6] http://www.visionealchemica.com/labirinto-ermetico-un-gioco-delloca-alchemico/
[7] http://www.labirintoermetico.com/06Numerologia_Cabala/gioco_oca/struttura_simbolica_gioco_oca.htm.
[8] Sebbene le effigi erano protette da traversine ferroviarie, la bomba incendiaria ha causato loro molti danni. Fortunatamente con il restauro del 19° secolo furono fatte con le copie fatte e ora custodite nella collezione calchi nel museo “Victoria and Albert”.
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